Casa, l’affitto è sempre più un miraggio. E i prezzi crescono del 16%: Catanzaro tra le città più care

L’indagine di SoloAffitti: nel 2023 a fronte di un balzo della domanda (+220%) l’offerta non riesce a stare al passo. E i prezzi delle locazioni lievitano. Record a Palermo (+38%) e Catanzaro (+25%). Milano si conferma la più cara

(di Giuseppe Colombo – repubblica.it) – ROMA – Gli italiani cercano sempre di più case in affitto, ma fanno fatica a trovarle. E intanto i prezzi volano: i canoni di locazione sono aumentati in media del 16,2% in un anno, con punte di oltre il 30%, come a Palermo, dove l’incremento è stato del 38 per cento. A fornire un quadro aggiornato del fenomeno è una ricerca, anticipata da Repubblica, di SoloAffitti, società di consulenza, gestione e tutela della rendita immobiliare che ha raccolto i dati su circa 3.600 contratti di affitto.

Nel 2023 la domanda è cresciuta in maniera esponenziale (+220%) rispetto all’anno precedente, mentre l’offerta, si legge in un passaggio del report, “è rimasta sostanzialmente stabile e non è più in grado di soddisfare la crescente richiesta”.

La capitale degli aumenti è Palermo

Affittare casa in città costa, in media, 100 euro in più al mese: 718 euro invece di 618. In testa alla graduatoria dei rincari c’è Palermo (+38%): il costo medio è 669 euro, ben 185 euro in più in dodici mesi. Dopo il capoluogo siciliano c’è Catanzaro (+25%), seguita da Milano (+11%), Cagliari (+9%) e Firenze (+7%). Trento, Genova e Ancona, invece, registrano il segno meno.

Stando sempre al dossier di SoloAffitti, nel capoluogo lombardo il canone medio è di 1.331 euro, a Catanzaro 547 euro, mentre a Cagliari è pari a 661 euro. Roma, con i 885 euro di affitto al mese, ha registrato un aumento del canone di appena l’1%: l’Accordo territoriale sui canoni concordati ha calmierato i costi.

Perché in affitto?

L’abitazione principale resta il primo motivo della richiesta di affitto anche se tra il 2022 e il 2023 si è registrato un calo del 4,9%, mentre è aumentata, seppur di poco (+1,8%), la richiesta di immobili in locazione per motivi di studio. Una percentuale importante (31,5%) è legata a questioni di lavoro.

Ma chi prende casa in affitto? Il 37,1% è costituito da coppie senza figli, mentre il 26,2% del totale degli affitti da una sola persona (+6% in un anno). Seguono le coppie con figlie (18,8%, in calo dello 6,5%) e due persone che condividono l’appartamento (17,7%).

Monolocali in centro città, il bilocale è il più ricercato

Per quanto riguarda la tipologia di immobile, i monolocali sono molto richiesti nelle zone di pregio e nei centri città, rispettivamente con una quota del 24,5% e del 24,4%. Ma in media è il bilocale (36,4%) il taglio più ricercato in tutte le zone, dal centro alle periferia.

Il quadrilocale, invece, è ricercato maggiormente in periferia (19,6%), poco in centro (10,9%). In generale è una tipologia che attrae il 14,3% di chi cerca una casa in affitto, ultima dopo il bilocale (in testa), il trilocale e il monolocale.

Università, stanze più care a Milano e Firenze

Anche per gli studenti universitari, che rappresentano più di un quarto del campione analizzato, la situazione non accenna a migliorare: il costo di una stanza singola è rimasto in media invariato rispetto al 2022, sebbene ci siano città come Milano e Firenze dove il prezzo medio è salito rispettivamente di 80 e 50 euro.

Il canone medio di una stanza singola è 303 euro, mentre la doppia costa 225 euro. La tripla, invece, si paga 174 euro. Sono in leggero aumento le stanze doppie, che registrano un rialzo di 20 euro; un incremento più significativo invece si registra per triple, in media più care di 50 euro.

A condizionare la scelta della stanza è soprattutto la vicinanza all’università e ai mezzi pubblici (98%), ma conta molto anche il wi-fi in casa (65%). Poca importanza al condizionatore (21%) e alla lavatrice e alla lavastoviglie (31%).

La “voglia” di affitto dei giovani

Ma cosa ha portato alla grande richiesta di affitti? Dal Centro Studi SoloAffitti viene spiegato che esistono due ragioni. La prima è legata a un cambio di paradigma: i giovani non hanno più il mito della casa di proprietà.

Al contrario, spiega l’amministratore delegato Silvia Spronelli, “hanno una vita più liquida e si spostano più facilmente, quindi tendono a non vincolarsi con l’acquisto di una casa di proprietà perché sanno che le loro esistenze e le loro necessità saranno mutevoli nel corso del tempo e l’affitto meglio si adatta a rispondere alle loro esigenze abitative”.

La seconda motivazione riguarda l’aumento dei mutui, che sposta quote di richiesta abitativa dal mercato della compravendita a quello dell’affitto. Le previsioni per il 2024 sono in linea con le tendenze già in atto: “La richiesta di immobili in affitto – spiega l’ad – continuerà ad essere sostenuta e un freno al caro affitti potrà arrivare solo da interventi volti ad aumentare l’offerta di immobili da affittare”.