Quanti partiti, quante maggioranze puntellano l’esecutivo Renzi? Ufficialmente governa con Alfano, matrimonio d’amore o forse d’interesse. Tuttavia la sua riforma più importante – quella costituzionale – fu benedetta a suo tempo dal patto del Nazareno, copyright Silvio Berlusconi.
Senza quest’ultimo, ma insieme a Vendola, ha fatto eleggere il presidente Mattarella. Invece con Grillo va a braccetto per le nomine in Rai (Freccero), per quelle alla Consulta (prima Sciarra, poi Modugno, Barbera, Prosperetti), per la legislazione sui temi etici (il ddl Cirinnà sulle unioni civili è sostenuto dal Pd e dai 5 Stelle).
Di volta in volta c’è chi prende cappello: la minoranza del suo stesso partito vota contro l’Italicum, Alfano minaccia interpellanze all’Onu se passa l’adozione gay. Ma le reazioni parrebbero iscriversi nella dinamica amorosa, non in quella politica.
«Bugiardo, mi hai tradito» tuona per esempio Forza Italia, dopo l’accordo fra democratici e grillini sui nuovi giudici costituzionali. «Hai scelto un’altra al posto mio». Nessun peccato: in politica la fedeltà è una colpa, l’adulterio una virtù. Però in queste vicende Casanova è anche Camaleonte. Sicché Renzi indossa la maschera di Berlusconi quando abolisce l’Imu, di Vendola quando timbra la legge sul divorzio breve, di Grillo quando promette di fare soltanto due mandati, di Salvini quando bisticcia con Merkel.
E ogni volta il pubblico applaude la controfigura, non il figuro che le sta alle spalle. Mentre frotte di parlamentari ammainano le loro insegne di partito per iscriversi al Pd. Almeno in questo caso, la copia funziona meglio dell’originale.
«Politica dei due forni»: si chiamava così ai tempi d’Andreotti. Negli anni Sessanta scegliendo fra la destra dei liberali (e dei missini) e la sinistra dei socialisti, quali alleati della Dc al governo; negli anni Settanta fra socialisti e comunisti.
Adesso i forni sono tre, forse anche quattro, contando Verdini. O cinque, dato che la minoranza Pd è un partito nel partito. Meglio così, la concorrenza fa diminuire i prezzi. Ovvero le pretese dei fornai, e d’altronde fu esattamente questa l’intenzione di Andreotti. Il Psi vuole una banca, un ministero, una leggina di favore? Gli converrà abbassar la cresta, sennò la Dc può sempre trovarsi un altro fidanzato.
Bene, questo lungo preambolo ci serve per inquadrare il problema “locale”.
Avete presente la metro leggera? Beh, di questi tempi a Cosenza c’è un sindaco che ne fa un cavallo di battaglia opponendosi al progetto quando invece lo ha approvato addirittura tre volte. Ma c’è un consigliere regionale, che lo ha appoggiato fino alla fine, che lo ha certamente superato. Lui si chiama Fausto Orsomarso.
FAUSTO ORSOMARSO 1: DOTTOR JEKYLL
Siamo a luglio 2011, Occhiuto è stato appena eletto sindaco a Cosenza e in Calabria sguazza che è un piacere la giunta Scopelliti piena di Cinghiali, avvoltoi, volpi e lupi…
Ecco cosa dichiara Fausto Orsomarso, che fa parte della “parrocchia” del centrodestra sul tema metro leggera di Cosenza.
[…] “Non c’è alcun indugio – prosegue Orsomarso – né ritardi nella tabella di marcia che in più occasioni abbiamo reso nota: 160 milioni di euro ricavati dai fondi Por, gara d’appalto espletata entro il 31 luglio, avviamento dei lavori nel 2012 e previsione di completamento entro il 2015. Con buona pace di quanti si sforzano, inutilmente, di dimostrare che a “fare” è stato il centrosinistra che ha governato la Regione fino ad un anno fa. Annunci, solo annunci pre-elettorali, che i cittadini hanno sonoramente bocciato.
Il sistema di collegamento metropolitano Cosenza-Rende-Unical è un percorso che ha richiesto del tempo, dallo studio di fattibilità fino al progetto definitivo; ma se l’iter è stato perfezionato il merito va ascritto a chi lo ha reso possibile. Ogni giorno 50/60 mila utenti useranno questo sistema per spostarsi. Saranno 20 km la maggior parte dei quali coperti a “velocità commerciale”: in meno di mezz’ora collegheremo tutta l’area metropolitana. Io non ho mai amato i proclami, ma con altrettanta convinzione dico che non mi piacciono le polemiche strumentali, sostenute da informazioni false. […].
Insomma, il merito di aver sdoganato la metro leggera è tutto del centrodestra e Orsomarso si attacca le medagliette sul petto. Esattamente come faceva il suo compagno (forse sarebbe meglio dire camerata ma il cazzaro non si fa di questi problemi, tutto fa brodo) di merende Occhiuto.
FAUSTO ORSOMARSO 2: MISTER HYDE
Passano cinque anni, siamo a giugno 2016 e Occhiuto viene rieletto ma stavolta, nonostante la gara per la metro leggera sia stata appena aggiudicata dalla giunta Oliverio, Orsomarso ci presenta un’altra lettura dei fatti. Anche perché quei Cinghiali, avvoltoi, volpi e lupi che c’erano cinque anni prima, adesso non ci sono e (chi più, chi meno) si sono buttati col PD per partecipare al grande magna magna dei 160 milioni che Orsomarso annunciava con tanta enfasi 5 anni prima. E lui è rimasto solo con Occhiuto, suo fratello e Jole Santelli.
[…] “Quando si procede a una gara d’appalto, senza consultare un sindaco e un consiglio comunale appena eletti, si dimostra scarsa cultura istituzionale e si rischia di andare incontro a ennesime penali da pagare”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Fausto Orsomarso in relazione alla vicenda dell’aggiudicazione da parte della Regione dell’appalto della metro Cosenza-Rende.
“La Regione – aggiunge – ha commesso un gravissimo errore non convocando un tavolo dei servizi con i comuni interessati, in primis quello di Cosenza, e agendo con una fretta che non è assolutamente giustificabile”. […] Oliverio – prosegue Orsomarso – dovrebbe capire che le istituzioni non parlano tra loro attraverso i giornali, ma con contatti diretti e che a Cosenza quel tracciato non piace: la ragionevolezza avrebbe imposto una discussione; […] Noi non siamo integralisti e pensiamo che l’opera avrebbe potuto anche nascere, ma su basi diverse, con le varianti proposte da Occhiuto e non certo con una previsione assurda di 40mila persone di bacino quotidiano, realtà che appartiene al passato nel contesto dei rapporti tra area urbana e Università”.
I due Orsomarso sono la stessa persona, qualora qualcuno avesse il dubbio.
Uno si chiama Fausto Orsomarso dottor Jekyll, l’altro si chiama Fausto Orsomarso mister Hyde. Più in generale è sempre quella “politica dei due forni” che non muore mai e trova sempre nuovi interpreti. Da Renzi ad… Orsomarso e Occhiuto!