‘Ndrangheta. Arresti a Reggio, una “locale” gestiva il territorio e le estorsioni

Associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni e armi. Sono i reati contestati a 12 soggetti, destinatari di ordinanze di custodia cautelare, 11 in carcere e una domiciliari. arrestati stamattina dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con l’ausilio dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Walter Ignazitto, hanno permesso di ricostruire dinamiche e assetti della cosca di ndrangheta Latella-Ficara operante nel quartiere «Arangea», nella periferia sud di Reggio Calabria, ricostruendone l’imposizione del controllo del territorio ed un diffuso sistema estorsivo nonché la gestione occulta di diverse imprese.Tra gli 11 indagati per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere c’é Demetrio Palumbo, di 75 anni, detto “Mico”, considerato elemento di vertice della famiglia Latella, federata con i De Stefano-Tegano-Libri nella “guerra di mafia” che insanguinò Reggio Calabria dal 1985 al 1991. In quegli anni Palumbo si muoveva, per tutelare la propria incolumità, soltanto a bordo di auto blindate. Uomo di fiducia dei boss Latella, Demetrio Palumbo nel 1989 fu vittima di un agguato messo in atto dalla cosca Serraino. In passato Palumbo era stato coinvolto, con l’accusa di omicidio, nel processo «Valanidi», a conclusione del quale fu condannato all’ergastolo. Pena poi ridotta a 30 anni e che Palumbo ha già scontato.