Terme Luigiane, l’amarezza dei dipendenti: “Occhiù, perché hai voluto distruggere un gioiello per il territorio?”

Caro direttore, 

Scriviamo a lei perché è l’unico che ha il coraggio di raccontare con i suoi articoli quello che realmente sta accadendo alle Terme Luigiane. Siamo due lavoratrici delle Terme da tanti anni e non avremmo mai pensato di sentire il bisogno di doverci sfogare in questo modo. Abbiamo sempre voluto bene al nostro lavoro e alle strutture nelle quali siamo sempre state impiegate; un lavoro stagionale che comunque ci ha concesso una vita dignitosa e senza dover chiedere niente a nessuno.

La nostra amarezza nasce da quello che sta succedendo, ormai anno dopo anno, da quando la gestione delle Terme Luigiane è passata alla Regione Calabria. Noi lavoratori non esistiamo più come persone e la nostra dignità è finita sotto le scarpe. Una volta questa era un’azienda dove avevamo un nome e cognome, una storia, delle garanzie, oggi la gara è a chi si fa raccomandare di più, la politica comanda tutto, dietro le false regole sulle assunzioni imposte dal presidente Iacobini (che valgono a seconda degli sponsor) viviamo tutti senza certezze e senza sapere cosa ci succederà domani.

Ormai noi lavoratori, che una volta eravamo un gruppo unito capace di scendere in strada e rischiare anche l’arresto pur di difendere il nostro lavoro, ci guardiamo in cagnesco, ognuno sospetta dell’altro e delle manovre che potrebbe fare per farsi raccomandare di più (le lascio immaginare come è la situazione in periodo elettorale). Lo sfascio è generale e sappiamo per certo che persino molti clienti stanno scrivendo da tutte le parti per denunciare i disservizi subiti.

Mancano i medici, alcune cure tipo i cateterismi non si possono praticamente fare, la fisioterapia è sostanzialmente finita (secondo alcuni vogliono distruggerla per favorire quella delle terme di Sibari), neanche più i massaggi si riescono a prenotare, la palestra è chiusa, la SPA non si sa se e quando aprirà, insomma una dramma. Tutta la zona è abbandonata, cosa denunciata da tempo con relativi video, l’erbaccia regna padrona, la spazzatura è dappertutto perché nessuno pulisce, neanche quei pochi cestini che ci sono vengono più svuotati.

Lo stabilimento Thermae Nove è talmente deserto che camminando si sente il rimbombo dei propri passi, e per chi ci ha passato la vita questa è un’enorme tristezza. Arrivare allo stabilimento S.Francesco è un pugno allo stomaco (anche questo oggetto di vari report on line con foto e video) e vedere quello che fino a pochi anni fa era un luogo di cura perfettamente funzionante ridotto a un ammasso di macerie lascia veramente l’amaro in bocca e ci auguriamo che nessuno abbia il coraggio di smentire quanto stiamo scrivendo perché saremmo costrette a pubblicare le foto scattate in questi giorni.

Noi non facciamo politica però ci piacerebbe tanto che il sindaco uscente Tripicchio, candidato alle prossime elezioni, desse qualche spiegazione sul suo operato (oltre che promettere posti di lavoro). Per cacciare la vecchia gestione ha urlato “basta monopolio” e ora siamo di nuovo con un monopolio, ha urlato “resteremo aperti tutto l’anno” e sono ormai due anni che apriamo meno di prima, ha urlato che avremmo lavorato molte più persone ma i numeri raccontano tutta un’altra storia e l’anno scorso perfino l’orario dello stabilimento (e di conseguenza l’orario di lavoro) è stato ridotto rispetto alla vecchia gestione.

Dal presidente Occhiuto, senza polemica, vorremmo sapere, visto che tutta l’operazione è stata organizzata e gestita da lui in prima persona, perché ha voluto distruggere un gioiello che funzionava e darlo in pasto a persone che di terme non capiscono niente, ai quali interessa solo nascondere, con le buone o con le cattive, la tristissima realtà e che stanno, giorno dopo giorno, facendo a pezzi tutto?

Lettera firmata