di Saverio Di Giorno
La storia cammina per rivoli, sgocciola e torna a bagnare. Questo vale soprattutto per la storia calabrese fatta di nomi che si susseguono sempre uguali e di persone che attraversano anni e cambiamenti trovandosi stabili. Delle inchieste di De Magistris sono fuoriusciti mille vicende ancora aperte. E ogni volta è un’occasione buona per ricordare legami, nomi e vicende.
L’ultima è l’assoluzione in appello di Genchi, all’epoca consulente di De Magistris: non ha violato i dati personali dell’ex viceprocuratore nazionale antimafia Alberto Cisterna. Uno stabile crocevia di magistrati ma anche di Pollichieni, scomparso anni fa, all’epoca direttore di Calabria Ora. Tempo fa in una intervista lo stesso De Magistris ricordava: “Con Genchi documentammo i rapporti di Pollichieni che si interfacciava con moltissimi altri ruoli professionali e con mondi molto diversi” (https://www.iacchite.blog/why-not-e-i-magistrati-corrotti-de-magistris-denunciammo-anche-magistrati-cosentini-ancora-operanti/).
Un’altra è più curiosa. Riguarda una lettera pubblicata di scuse di De Magistris, per una causa civile di diffamazione, alla giudice Abigail Mellace e al marito, l’imprenditore Mottola D’Amato, pubblicata da qualche testata. I toni sono stati giudicati diffamatori, ma i fatti? In quello scritto di De Magistris ci sono fatti interessanti. https://www.ilfattoquotidiano.it/2010/10/21/il-giudice-di-why-not-non-di-berlino/72882/ . Nell’analisi impetuosa e accalorata inseriva alcuni fatti, rimandava a documenti e snocciolava legami. Fatti magari non penalmente rilevanti, ma quantomeno interessanti, perché lasciano intravedere una rete a maglie molto (troppo?) strette. Leggiamo ad esempio che Maurizio Mottola D’Amato era stato coinvolto in un’indagine – condotta dallo stesso De Magistris – che aveva investito, con arresti eccellenti, i vertici della principale Azienda Ospedaliera di Catanzaro. Fu chiesto il sequestro della società di D’Amato e la misura cautelare: il Gip rigetta, ma conferma i gravi indizi.
De Magistris scrive poi che anche la stessa Gip compariva negli atti dell’inchiesta di Salerno. Mentre negli atti di Why Not compariva – solo menzionata – l’impresa di Mottola; nota ancora De Magistris che il padre della Mellace era stato imputato per reati gravi ed era difeso dallo studio Pittelli (all’epoca imputato presso la magistratura di Salerno per corruzione in atti giudiziari proprio per la sottrazione delle indagini Poseidone e Why Not, poi condannato in primo grado ad undici anni per concorso esterno in associazione mafiosa). Di fronte a tutti questi fatti De Magistris sollevava un problema di probabili conflitti d’interesse. Non era tra l’altro l’unico aspetto che ricordava nel ricostruire l’ambiente. C’erano i casi del Presidente del Tribunale del Riesame il cui figlio lavorava con uno degli indagati di Why Not o l’allora Presidente dell’Ufficio Gip-Gup il cui marito fa l’avvocato ed è stato anche sub-commissario per l’emergenza ambientale, mentre la sorella era coinvolta nel procedimento Poseidone.
Oggi l’ex magistrato è stato condannato in sede civile a 20.000 euro (+ 20.000 di onorario) per aver diffamato il marito della giudice Mellace, Mottola D’Amato. Toni troppo forti e allora torniamo appunto ai soli fatti.
Riannodiamo la storia e mettiamo in fila i fatti. In questo ambiente nel 2007 l’inchiesta Why Not fu tolta illecitamente a De Magistris. Lo ferma Lombardi anche nell’indagine Poseidone. Incidentalmente, nell’indagine era finito Giancarlo Pittelli, all’epoca parlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia. Pochi mesi prima il figliastro del Procuratore Lombardi (avvocato Pierpaolo Greco recentemente arrestato in flagranza di reato per concussione) era stato assunto nella società di Pittelli e il Procuratore presterà fideiussione. Nel 2010 venne emessa dal giudice per l’udienza preliminare, dr.ssa Mellace, sentenza in sede di abbreviato nei confronti di uno spezzone di Why Not. A marzo del 2013, “la giudice Mellace ribaltando ruoli e protagonisti della vicenda, portò il fascicolo al capolinea”, così scrive la stampa. Questi i fatti.
Poi solo dopo negli anni ci sarà la conferma della sottrazione illecita delle indagini, la bontà delle indagini di De Magistris, arriverà Palamara e i suoi retroscena a confermare la forzatura istituzionale della “cacciata” di De Magistris e giungerà Rinascita Scott e altre indagini che riguarderanno gli stessi protagonisti. E poi ancora ci sono i rivoli, i mille procedimenti che hanno dato seguito alla profezia di Giuseppe Chiaravalloti: “Lo costringeremo per tutta la vita a difendersi”. E questa invece è la cronaca che si fa storia. E ognuno ne trae le conseguenze.