Ma cosa deve accadere ancora perché qualcuno e in modo particolare i sindacati si ribelli e vada quantomeno a dirgliene quattro al signor Alfonso Gallo, “padrone” della Kratos e della gestione del depuratore di contrada Coda di Volpe a Rende, che è arrivato al settimo licenziamento nel giro di un mese?
In altri tempi qualcuno avrebbe già organizzato sit-in e manifestazioni, oggi invece i sindacati – incredibile ma vero – traccheggiano, prendono tempo…
Purtroppo il sindacato confederale, e quindi le famigerate sigle Cgil, Cisl e Uil, sta perdendo la sua funzione rivendicativa a difesa dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie. Troppi interessi personali e di parte. Sono rimasti pochi quelli attaccati veramente al senso di responsabilità, insiti nella gestione di un ruolo importante considerando che tanti lavoratori, comprese le loro famiglie, ripongono in chi lo svolge, una fiducia incommensurabile.
Lo sanno tutti, ormai ai sindacalisti di regime la gente gli ride dietro per quanto sono venduti e impresentabili e a questo punto, per difendere la loro credibilità prossima ormai allo zero, adesso si preparano – finalmente – a un’assemblea permanente e alla richiesta di un incontro in Prefettura. Ma ci sono voluti 7 (sette!) licenziamenti prima che questa “carne venduta” si mettesse una mano sulla coscienza e provare a fermare questo stillicidio.
La prossima settimana – che ormai è venerdì e per i sindacalisti il weekend è… sacro – si dovrebbe fermare l’impianto di depurazione del Consorzio Valle Crati sito a Rende con una assemblea permanente e subito dopo dovrebbe partire una richiesta di incontro con la Prefettura. E stanno ancora aspettando la Cisl per vedere se tutti e 3 i sindacati sono pronti per organizzare un’assemblea nell’impianto di depurazione di Rende altrimenti la farebbero solo la Cgil e la Uil. Ma sono dovuti intervenire da Roma per intimargli di fare qualcosa, altrimenti non si muovevano…
Chiarito questo aspetto, è giusto e doveroso che la pubblica opinione sappia che gli stipendi di tutti i dipendenti dell’impianto di depurazione di Rende sono pagati in quota parte da tutti i comuni del Consorzio Valle Crati e non certo da Alfonso Gallo, che tuttalpiù anticipa gli stipendi (ma sicuramente non li paga lui).
Gallo va fermato a tutti i costi perché altrimenti continuerà a licenziare i dipendenti.
Non si possono più perdere altri posti di lavoro in Calabria mentre si sta facendo il passaggio con il nuovo Soggetto Unico che si dovrà occupare dell’intero Ciclo Integrato dell’Acqua e della riscossione diretta della tariffa e quindi assorbirà tutti i dipendenti calabresi che lavorano in questo settore da almeno 8 mesi.
Gallo non può ricattare i politici calabresi sulle spalle dei lavoratori.
Anche perché gli stipendi dei pochi dipendenti che gestiscono l’impianto di depurazione di Rende – lo ribadiamo ancora perché sia ancora più chiaro – vengono pagati dai Comuni che appartengono al Consorzio Valle Crati, in quote parte e il 50% degli stipendi dei dipendenti li paga il Comune di Cosenza che è il capo bacino. Eppure, il sindaco prestanome di Nicola Adamo messo a Palazzo dei Bruzi non riesce a spiccicare una parola: niente di niente. Un babbeo senza rivali…
Gallo licenzia per ricattare qualcuno perché non ha preso i finanziamenti e manco la penale a quanto sembra… Altrimenti perché dovrebbe licenziare persone che non sono pagate da lui, ma dai Comuni? Eppure nessuno ha avuto i coglioni di dirgliene quattro. Chi ha paura di quest’uomo (?) che sussurra ai… licenziamenti?