Calabria. L’autonomia (molto) differenziata ai tempi dei Cazzari. Chi siete? Quanti siete? Cosa portate? 20 euro!

L’AUTONOMIA (MOLTO) DIFFERENZIATA AI TEMPI DEI CAZZARI: CHI SIETE?… COSA PORTATE?… SI, MA QUANTI SIETE?… VENTI EURO!

La notizia che abbiamo dato ieri riguardante i… soldi dei visitatori al Vinitaly and The City di Sibari che sono volati tutti a Verona ha ricevuto una duplice reazione. Da un lato di sdegno e indignazione nell’opinione pubblica e dall’altro il silenzio quasi assoluto del mondo che conta. Naturalmente nessuno di noi si aspettava una reazione da Robertino il parassita da Cusenza o da Gianluca Gallo, il cedrone di Cassano. Né tantomeno ci aspettavamo un rilancio della notizia da parte dei media di regime e in particolare da quelli che vivono con i soldi delle campagne promozionali della Regione Calabria.

SIBARI. ECCO COME I SOLDI DEL VINITALY SONO VOLATI TUTTI A VERONA (https://www.iacchite.blog/sibari-ecco-come-i-soldi-del-vinitaly-sono-volati-tutti-a-verona/)

Ma un segnale da parte dell’opposizione, del mondo culturale, e anche di quello produttivo ce l’aspettavamo. Non parliamo poi del mondo della Chiesa che pure è scesa in campo contro l’autonomia differenziata ma che era rappresentata dall’ormai celebre monsignor “Capocchia” al taglio del nastro e non solo…

Tutti urlano da un mesetto a questa parte contro l’autonomia differenziata, tutti a promuovere banchetti, referendum, ricorsi. Poi c’è un caso lampante di come funziona l’autonomia differenziata ai tempi dei Cazzari e nessuno parla. Forse perché l’opposizione spera di arrivare al più presto al governo regionale per fare come e peggio di Roberto Occhiuto? La storia di questa nostra sfortunata regione è lì a testimoniare che è una tragica certezza.

Che cosa c’entra l’autonomia con quello che è successo a Sibari? Tutto! E’ lo specchio lampante di quella che sarà l’autonomia ai tempi dei Cazzari.
Da un lato le regioni forti, quelle del Nord, che avranno la possibilità di spendere e spandere i soldi dei propri contribuenti. E dall’altro lato le regioni del meridione in posizione subalterna che si appoggeranno alle regioni del Nord mandando loro le nostre poche risorse economiche.

Noi calabresi siamo abituati a vedere volare i nostri soldi al Nord per poterci curare visto lo stato comatoso in cui destra sinistra e centro hanno buttato la nostra sanità, per primo l’ultimo arrivato il Commissario Robertino Occhiuto. Poi, in questi anni, sempre il nostro para(ssita)presidente si è messo a mandare soldi al Nord e al centro come fosse un  Babbo Natale: ai milanesi ha regalato il Palaghiaccio, a Roma ladrona, come la chiamano i leghisti, tanti soldini per il Capodanno in Tv e poi pure per il Ponte sullo Stretto. Adesso siamo arrivati al colmo. Chi mai poteva pensare che andando a bere o a mangiare in una sagra di paese in Calabria i soldi del conto finivano a Verona? In pratica è quello che è successo nelle tre giorni del Vinitaly a Sibari. Perché parliamoci chiaro, la Vinitaly and The City a Sibari non è stata altro che una SAGRA DEL VINO E DELL’OLIO. E NEMMENO DELLE PIU’ RIUSCITE.

MA questa è la nuova forma dell’autonomia differenziata dei due Cazzari: Matteo Salvini e Robertino Occhiuto. La loro autonomia funziona così: per Salvini and company, piena e sfrenata al Nord, per i vanagloriosi alla Occhiuto, piena per comandare in Calabria e subalterna e servile ai padroni del Nord. In effetti più che i Lep invocati da Occhiuto siamo ai LEM, LIVELLI ESSENZIALI DI MINCHIONERIA.

Questa volta però abbiamo toccato il fondo. Tutta l’organizzazione è stata a carico della Regione e vi abbiamo speso due milioni di euro. Poi le aziende e i consorzi del vino e dell’olio hanno gestito gli stand con i loro prodotti, i loro vini e i loro oli senza vedere un soldo. I soldi sono volati a Verona. E’ come se una famiglia andasse a cenare in un ristorante e  l’incasso del conto non andasse al ristoratore ma al franchising a cui ha aderito. In pratica la Veronafiere si è fatta pagare profumatamente il brand Vinitaly and The City a Sibari. In fondo ai partecipanti all’evento è andata pure bene, forse dovremmo pure ringraziare perché per l’accesso ai bagni chimici non era richiesta la carta di credito. Otello Profazio mio come avevi ragione tu: Guvernu regionali ti ringraziu/ ca pi pisciari nun si pagau u daziu/ e chi pi farsi na ca-ca-ca …. cantata/ nun ci fu bisognu di carta di credito.

Questa è l’autonomia differenziata ai tempi dei due Cazzari. Il Nord controlla e fa denari e noi con il cappello in mano a chiedere le briciole. Certo, fino a quando avremo questa opposizione screditata il Cazzaro di Calabria potrà gigioneggiare e annacarsi, ma la gente calabrese sta capendo di avere di fronte un aspirante showman che non è manco in grado di parlare… Don Robertino Occhiuto, principe di Cusenza, Cazzaro di Calabria, duca delle minchiate, marchese dello sperpero, il BABBO NATALE DEI RICCHI E DEGLI ALTRI e per i non credenti il ROBIN HOOD all’incontrario.

Con le sue manie di grandezza ci porterà a una delle scene più celebri di “Non ci resta che piangere” di Massimo Troisi e Roberto Benigni: CHI SIETE?… COSA PORTATE?…. SI, MA QUANTI SIETE?… VENTI EURO! E a noi calabresi a quel punto non rimarrà  che attuare la profezia di Otello Profazio: QUA SI CAMPA D’ARIA.