Stefano Musolino, la speranza all’improvviso
di Alessia Alboresi
Il nuovo e il buono, quelli che davvero cambiano le cose, arrivano all’improvviso, quasi per inciampo. Nascono su altri versanti, per questioni singole, si capisce di colpo la loro valenza generale, il fatto o la persona che mancavano. Era lì sotto gli occhi e pochi lo hanno visto. È un PM che non ama le manette, che non gode degli arresti, che non si presenta a pontificare davanti a microfoni e telecamere dopo ogni operazione investigativa. Uno che nel suo privato frequenta i margini, le periferie di Reggio, gli abbandoni dell’Aspromonte, va a trovare in carcere chi ha sbagliato. Che non è presenzialista, populista. Legge, è colto, coltiva il senso d’umanità. Uno così non potevano vederlo, né a destra né a sinistra. Uno così non lo possono vedere quelli che partono da posizioni assestate in altura. Il territorio, la prospettiva che parte dal basso, invece, lo conoscono bene, sempre discretamente presente, con l’unico obiettivo di aiutare una causa ritenuta giusta, che avesse i caratteri dell’interesse generale, senza badare alle colorazioni politiche. Alla fine chi è portatore di cose buone esce o è costretto a uscire.
Non farà piacere a molti, politici o aspiranti tali, di destra e di sinistra. Farà molto piacere al territorio che lo conosce bene.
Sulla scena politica, calabrese e oltre, si affaccia Stefano Musolino, che non è un uomo della provvidenza, ma che arriva come una provvidenza.
Io l’ho incontrato in un luogo marginale, me lo ero immaginato come speranza già tanto tempo fa. Fortuna, davvero, per tutti, che non l’abbiano visto arrivare.