Giorgia Meloni e la motosega di Milei

(Gioacchino Musumeci) – Come sapete il presidente argentino Javier Milei è stato ospite alla melonata di Atreju a cui ha partecipato anche Conte. Io non ci sarei andato ma non faccio politica, fossi matto.

Tutti conoscono il presidente Argentino ultimamente osannato dai sopranisti dell’ Economist su cui vomitare senza freni.

Purtroppo aleggia nell’aria una sorta di bizzarro innamoramento del presidente più delirante della storia Argentina; colui che tratta la politica come un rivoluzionario Jason Wohores in una pellicola splatter e si incensa regalando statuine dorate in cui è ritratto con la motosega in mano. Ne ha regalata una anche alla Meloni dopo il bilaterale strategico di cui ancora non si vedono le miracolose risultanze.

Milei è la testimonianza vivente del domani verso cui sbatterà il mondo: gli argentini stanchi di essere bollati come irresponsabili innamorati del default finanziario, hanno deciso di spegnere definitivamente il cervello e affidare il futuro al clone peggiorato di Salvini; perché dalle ruspe alle motoseghe il miglioramento non si vede a meno di non rassegnarsi a morire stritolati nelle cinghie di parametri macroeconomici raccontati come panacea di ogni male sociale.

Milei è portato ad esempio per prontezza ( leggi cinismo assoluto) nel tagliare la spesa pubblica ( cioè eliminare servizi per comuni cittadini soprattutto i poveri) e distinguersi nel pantano politico mondiale che secondo Economist risolve crisi a colpi di assistenzialismo. Economist a parte Il dato molto interessante è che Milei e motoseghe sono enfatizzati da giornalisti che spesso sopravvivono per sovvenzioni statali, o politici e quadri dirigenziali di società partecipate. Allora credo che in questo manicomio reclamizzato a trombe spiegate tutti dovremmo possedere la motosega con cui accompagnarci laddove abbiamo necessità di soluzioni rapide ai problemi quotidiani.

L’Economist esprimeva sostanzialmente l’idea ( leggi delirio) che la soluzione alle crisi che dilaniano gli assetti democratici consista nell’eliminarli del tutto favorendo la privatizzazione selvaggia e un futuro distopico in cui il profitto sia parricida, con cui indottrinare le masse, del Dio creatore dell’uomo (coglione aggiungo).

Ora la Giorgia nazionale, n’antra che secondo me non sta bene, è molto amica di Milei. A tal punto da concedere a lui e consorte la cittadinanza italiana con procedura accelerata; perché “una di voi” non guarda chi aspetta da anni ma critica l’amichettismo della Sx e concede la cittadinanza agli extracomunitari amici suoi che avevano un nonno italiano.

Al manicomio disopra si aggiunge un elemento patologico che chiude la relazione tra i cerulei Meloni e Milei, cioè il tema “tasse.” Se nell’Italia meloniana siamo al punto in cui l’agenzia delle entrate è estorsiva, Milei è un pezzo avanti: “ Io Meloni e Trump cambieremo la visione del Mondo, le tasse? Sono un furto.”

Nella visione dei tre moschettieri psicopatici al servizio della globalizzazione il mondo è completamente privatizzato, lo Stato non esiste e la libertà è nell’anarchia della deregolamentazione che favorisce i privati e i loro enormi profitti. Ipotesi molto attrattiva per chi investe capitali ma non per chi li moltiplicherà con lavoro sottopagatissimo e tutele statali uguali a zero, e già ci siamo vicini.

In Argentina esiste perfino un paradossale ministero della deregolamentazione che cancella 4 leggi al giorno.

Nel sogno postribolare dei Meloni, Milei e Trump ogni servizio pubblico è nelle mani di un singolo, un gruppo imprenditoriale, una lobby ,un cartello, una cosca, insomma qualsiasi cosa produca profitti coerentemente con l’idea che errata che la libertà è funzione del denaro. Nel mondo verso cui andiamo velocemente e sfacciatamente la corruzione non avrà freni, poiché chi possiede denaro potrà comprare la libertà di fare e disfare ai danni di chi non possiede risorse. Il potere sarà concentrato nelle mani dei privati e non ci saranno rappresentanti del popolo, solo quelli finanziati dai ricconi che esalteranno il modello politico che li ha resi finalmente liberi. In quel mondo non ci saranno tasse da pagare allo stato perché non esisteranno stato né democrazia, le tasse saranno sostituite da parcelle che masse di schiavi pagheranno ai loro padroni anche solo per un misero bicchiere d’acqua.

Auguri.