L’8 gennaio alle ore 23.04, Rosa Vespa, 51enne residente a Castrolibero, alle porte di Cosenza, pubblica un post sul suo profilo Facebook: «Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Alle ore 20 di oggi è nato Ansel. Mamma e Papà ti amano!». Per 9 mesi lei e il marito Acqua Moses hanno simulato una gravidanza con parenti e amici, raccontando di essere in attesa di un maschietto e di essere stati trattenuti nella clinica alcuni giorni in più del previsto per degli accertamenti. Ed è proprio nella clinica Sacro Cuore di Cosenza che la coppia, ieri sera, ha rapito una neonata ritrovata dopo alcune ore.
La festa con i parenti e la bimba vestita di azzurro
Quando gli agenti sono entrati nella casa della coppia, a Castrolibero, hanno trovato i due intenti a festeggiare insieme ad alcuni parenti l’arrivo in casa del neonato. Tutto era stato organizzato nei dettagli. La bimba era stata vestita di azzurro e gli allestimenti della festicciola erano di colore blu, proprio come se il nascituro fosse di sesso maschile.
La foto postata sui social
Anche alcuni familiari avevano festeggiato «l’evento», sempre su Facebook. «Ebbene sì, il mio nipotino è nato ed è bello come il sole – aveva scritto l’indomani la sorella della donna -. Congratulazioni a mamma e papà, buona vita piccolo Ansel». Il marito, che su Facebook scrive di essere un mediatore culturale presso la cooperativa Prosper onlus, aveva pure festeggiato sui social la «nascita» del figlio ricevendo numerosi messaggi di auguri. Una parente ha anche postato una foto con in braccio il «neonato». Foto che è stata rimossa subito dopo l’arrivo della polizia.
Una lunga serie di post di insulti, offese e, in alcuni casi di minacce, è comparsa sul profilo Facebook di Rosa Vespa. Sotto il post in cui, l’8 gennaio scorso, la donna annunciava la nascita del figlio Ansel, dopo decine di messaggi augurali, da ieri sera sono cominciati i post offensivi ed alcuni di minacce. “Hai rapito una bambina ergastolo è poco per voi”, “spero tu marcisca in galera”, “Malati mentali!! Spero che abbiate una pena esemplare” sono alcuni dei messaggi lasciati dagli utenti.
La gravidanza simulata
I due sono stati portati in questura, ascoltati dal pm di turno Antonio Bruno Tridico e poi trasferiti in carcere. Rosa Vespa ha detto ai parenti di essere tornata in clinica per gli accertamenti di routine e che ieri sarebbe tornata a casa con il marito e il piccolo. Dal racconto agli inquirenti sono emersi particolari sull’ossessione di avere un figlio e sulla finta gravidanza. La donna è entrata in clinica nell’orario previsto per le visite al pubblico. Fondamentali per le indagini sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza della clinica. Che hanno consentito di individuare subito l’identità della donna e di riuscire a rintracciare la coppia che aveva rapito la piccola.