Cosenza. Addio a Ernesto Truddaiu, prode mediano dei Lupi all’alba degli anni ’80

Oddi, Fucina, Aita, Truddaiu, Rizzo, Longobucco, Tripepi, Petrella, Marulla (Conte), Donetti, Renzetti. Correva l’anno 1982 e dopo due stagioni rocambolesche – una culminata con la retrocessione in C2 e l’altra con l’immediata promozione in C1 – il Cosenza riprendeva il suo cammino finalmente con una certezza: la società, dopo un decennio di precarietà, diventava finalmente una Società per Azioni.

Il ricordo di quell’anno memorabile per la nostra passione rossoblù riaffiora alla mente perché uno dei protagonisti di quella squadra non c’è più: il mediano Ernesto Truddaiu, classe 1960, è scomparso improvvisamente a causa di un infarto. Era stato il direttore sportivo Franco Rizzo a ingaggiare il centrocampista sardo di Olbia strappandolo alla Paganese, con la quale aveva giocato il campionato precedente, ma anche a un’agguerrita concorrenza.

La società appena nata voleva fare le cose per bene e aveva allestito una squadra di grande qualità. Solo per citare alcuni dei “colpi” del neopresidente Cenzino Morelli e del diesse Franco Rizzo (entrambi scomparsi recentemente) erano arrivati Silvio Longobucco, scaleoto, reduce da 7 anni di Cagliari e dai fasti della Juve e Fausto Silipo, catanzarese, che aveva giocato in B a Palermo ed era stato una colonna del Catanzaro dei miracoli. Ma erano stati ingaggiati anche altri elementi di grande esperienza come il portiere Cesidio Oddi, il terzino Angelo Fucina, la mezzala Vittorio Petrella, l’ala destra Antonio Tripepi, il centravanti Andrea Conte e un giovanissimo Gigi Marulla. Oltre ai confermati Aita, Donetti e Renzetti.

La promozione non arrivò ma il Cosenza giocò comunque un bel campionato classificandosi sesto e qualificandosi per la Coppa Italia da giocare con le squadre di Serie A e vinse anche il Torneo Angloitaliano, la cui fase finale si svolse proprio al San Vito. Ernesto Truddaiu era un pilastro di quella squadra, allenata per metà campionato da Lucio Mujesan e per metà da Lino De Petrillo e impressionava tutti per il fisico possente e per la corsa ma anche per le sue qualità tecniche. E non mancarono anche i gol.

Nel derby con la Reggina segnò addirittura una doppietta (spettacolare il secondo: stop e tiro al volo sotto la Curva Sud), in una gara che resterà negli annali anche per una questione legata alla rivalità con la tifoseria amaranto. Fu la partita in cui uno striscione “storico” degli ultrà reggini finì in mano ai cosentini dopo una scazzottata in Tribuna B… In quella stagione Truddaiu segnò un gol anche nella vittoriosa trasferta di Terni (0-2) aprendo le marcature.

Ma soprattutto il mediano sardo realizzò una memorabile tripletta nella semifinale del Torneo Angloitaliano contro il Wycombe, che fu il preludio alla vittoriosa finale contro il Padova (2-0, gol di Longobucco e Petrella). Nella stagione successiva Truddaiu sarebbe passato alla Reggiana.