L’annuncio di Guarascio sulle “trattative in corso” per la cessione del Cosenza Calcio, oltre ad aver consentito al patron sempre più contestato e sbertucciato di prendere un po’ di tempo, ha soprattutto placato l’ira funesta di una tifoseria che si sente giustamente presa per il culo. E così, già 24 ore dopo l’annuncio presidenziale (il 7 febbraio scorso, quindi giusto giusto un mese fa), era partita la solita tiritera di chi aveva “profetizzato” una trattativa in corso perché “imbeccato” dallo stesso protagonista dell’offerta di acquisto. Una sceneggiata alla cosentina che non ha impressionato nessuno, fin da quando, a ridosso di Natale, abbiamo avuto la “rivelazione” del sedicente fondo arabo interessato a rilevare il Vecchio Lupo.
Così come non ha impressionato nessuno che abbia un minimo di sale in zucca, l’invereconda messinscena del 6 febbraio scorso con il pessimo sindaco della città che con una mano fa vincere l’appalto dei rifiuti a Gargamella “truccando” il bando a suo favore e con l’altra fa finta di essere incazzato perché ha fatto sprofondare il Cosenza all’ultimo posto. Ma tanto a Franz l’incappucciato nessuno fa caso: la sua credibilità è prossima allo zero e il suo guappo di cartone che lo accompagna farebbe bene a pensare seriamente a tutte le promesse di posti di lavoro che ha fatto, che prima o poi gli si ritorceranno sulla faccia di bronzo che continua ad esibire senza pudore.
Insomma, per una migliore comprensione dei fatti: il Cosenza è in vendita, non è venduto, ma c’è una trattativa o addirittura più trattative – perché Guarascio usa il plurale – che guarda un po’ la combinazione… vengono palesate solo dopo che si è concluso il calciomercato di gennaio. Il Cosenza Calcio è pieno di debiti, ha sul groppone numerosi decreti ingiuntivi, è ad un passo dalla retrocessione e probabilmente anche qualche istanza di fallimento. Non vi sembra già uno scenario fantastico?
No, ancora non abbiamo finito. Perché dobbiamo dare conto giustamente delle mille voci che girano sull’identità di questi “misteriosi” acquirenti che starebbero bussando alla porta di Gargamella.
Vabbè, del fondo arabo ormai sappiamo tutto. I due ispiratori di questa vicenda sono Ernesto Ferraro e Paolo Posteraro, famigerati faccendieri del sottobosco della politica locale. Ferraro è addirittura capo delle Ferrovie della Calabria, trascinate sull’orlo del fallimento, in quota Occhiuto. Posteraro, se possibile, è ancora peggiore di lui, essendo proprio il bancomat personale di Roberto Occhiuto, il segretario particolare della compagna parlamentare e l’ex capo dell’Amaco, ovviamente fallita. Nonché editorialista e persino editore, attraverso i parenti della moglie, del giornale sul quale è uscita fuori la notizia. Mentre l’aspetto “arabo” della questione è rappresentato solo dai soldi che il gatto e la volpe hanno messo a Dubai, dove vive il sedicente manager di… Praia a Mare, che risponde al nome di Ruggiero Lomonaco, che sarebbe il nome da spendere per non far esporre i due faccendieri sputtanatissimi.
Ma poiché Guarascio ha parlato di “trattative” e non di “trattativa”, dev’esserci anche qualche altro cane all’osso e da ieri le voci si rincorrono. Quella che dilaga maggiormente riguarda il famigerato Gruppo Citrigno, quello che detiene la proprietà di 4 cliniche tra Cosenza e Catanzaro e 3 centri diagnostici a Catanzaro, Amantea e Castrolibero. Il boss è il vulcanico don Pierino, detto anche lo strozzino e non è il caso di aggiungere altro, ma l’aspirante al trono è il rampollo Alfredino, di una ignoranza e di una incapacità imbarazzanti anche per lo stesso genitore. Il Gruppo Citrigno si è avvicinato furbescamente al Cosenza quando il patron ha respinto l’attacco alla diligenza dei rivali, il Gruppo iGreco, e sta persino sponsorizzando la società. Di conseguenza, potrebbe partire addirittura in vantaggio rispetto ai faccendieri travestiti da “fondo arabo”. E non solo perché Guarascio lo preferisce ma perché al Comune tutti sanno che il vero sindaco è Nicola Adamo, vecchio sodale di don Pierino, che già starebbe tessendo la tela per favorire il “compagno” (di merende, sia chiaro…). Ci teniamo a precisare che noi non stiamo né con gli “arabi” e né con gli “strozzini”, come abbiamo già avuto modo di scrivere invitando il solito Nicola Adamo a farsi i cazzi suoi.
CARO NICOLA, LASSA STA’ U CUSENZA (https://www.iacchite.blog/la-storia-si-ripete-caro-nicola-ti-scrivo-lassa-sta-u-cusenza/)
E per non farci mancare niente è doveroso anche riportare un altro scenario non certo impossibile, che è quello delineato da un altro gruppo di tifosi: che senso ha fare retrocedere il Cosenza in Serie C non cercando neanche con il mercato di gennaio di rafforzare la squadra e puntare alla salvezza? Gargamella non vende a nessuno: deve prendere ancora molti milioni di euro pure con la squadra in Serie C, dal famoso “paracadute” a tutto il resto. L’ultimo scenario – e non possiamo fare finta che non esista – è il solito fallimento. Che sarebbe il quarto dal 2003 in poi. E tutti i salmi finirono in gloria…









