Cosenza. Verità per Ilaria. Arrestato Mario Molinari: ora cambierà (finalmente) versione?

Il Gip del Tribunale di Cosenza Letizia Benigno ha disposto gli arresti domiciliari per Mario Molinari, 44 anni, l’uomo che era con Ilaria Mirabelli il 25 agosto scorso alla guida della Volkswagen Up di proprietà del padre Antonio Molinari che uscì fuori strada a Lorica provocando la morte della ragazza. Molinari è accusato di omicidio stradale e di essere alla guida sotto l’effetto di cocaina e alcol. La decisione è arrivata a qualche giorno di distanza dalla richiesta da parte delle pm della procura di Cosenza Donatella Donato e Mariangela Farro, titolari del caso. L’indagato aveva presentato una perizia di parte contestando quella dei consulenti della procura e continuando ad affermare che non guidava lui ma il Gip non gli ha creduto.

La procura di  Cosenza ha eseguito tutti gli accertamenti tecnici irripetibili successivi all’inchiesta per omicidio stradale nei confronti di Mario Molinari per il presunto incidente avvenuto a Lorica il 25 agosto scorso e che è costato la vita alla giovane Ilaria Mirabelli. Dopo i nuovi accertamenti disposti sulla Volkswagen Up di proprietà della famiglia Molinari, nel corso dei quali la sorella di Ilaria, Alessia, è entrata nell’auto provando a verificare la distanza dalla pedaliera e dal volante, i consulenti della procura hanno ritenuto che non fossero necessari ulteriori accertamenti sul luogo del presunto incidente. 

I consulenti nominati dai pm titolari delle indagini, l’ingegnere Fausto Carelli Basile per le competenze tecniche e i medici legali Bernardo Cavalcanti e Vannio Vercillo, hanno depositato la loro perizia il 17 dicembre 2024 e anche se non sono state diffuse le motivazioni era già emerso che alla guida dell’auto c’era Mario Molinari. Come hanno sempre sostenuto i familiari di Ilaria, il loro legale e il consulente, mentre il diretto interessato continuava e finora continua a negare. Peccato che sia passato un altro mese e mezzo abbondante prima che la procura si decidesse a chiedere e ottenere l’arresto di Molinari ma tant’è.

Il deposito della perizia e il suo esito, alla luce dell’attività investigativa disposta dai pm che seguono il caso, Donatella Donato e Mariangela Farro, hanno sciolto definitivamente ogni dubbio e apriranno inevitabilmente nuovi scenari nell’inchiesta. Davanti a una certezza scientifica rispetto a chi fosse alla guida di quell’auto quella maledetta domenica, la procura di Cosenza non può più fare finta di niente e non provvedere ad istruire un processo chiudendo le indagini preliminari dopo la tragicomica decisione di chiedere l’arresto e con la motivazione che è possibile una “reiterazione” del reato!

A dire il vero, in un Paese normale, una misura cautelare sarebbe dovuta scattare fin dall’immediatezza dei fatti e non soltanto adesso, addirittura ad oltre 5 mesi dai fatti, ma la pm Donato, probabilmente “raggirata” dal carabiniere che ha eseguito i primi rilievi farlocchi, ha aperto incredibilmente un fascicolo per “omicidio colposo contro ignoti” lasciando trasparire, al di là delle complicità e delle connivenze del carabiniere di cui sopra, anche le sue e quelle di qualche “suggeritore” che ora si traveste da “bohemienne”. Perché era chiarissimo già da allora che a guidare era lui ed era altrettanto chiaro che il signor Molinari guidava sotto l’effetto di alcool e droga, come del resto hanno confermato gli esami tossicologici. E infatti, davanti alla sacrosanta denuncia dei familiari di Ilaria, la procura è stata costretta a cambiare l’ipotesi di reato del fascicolo passando a “omicidio stradale contro Mario Molinari”. 

Forse, però, con i risultati della perizia e soprattutto con la misura cautelare degli arresti domiciliari, la strategia della famiglia Molinari e dell’avvocato che la segue, Nicola Rendace, potrebbe cambiare e in questo caso tutti potrebbero agevolmente trarre le loro conclusioni rispetto a questa invereconda “tarantella” che viene ballata da più di cinque mesi sul cadavere della povera Ilaria.