La Fondazione Giacomo Mancini ha presentato ricorso di urgenza al tribunale civile di Cosenza contro lo sfratto della statua del Leone socialista da davanti al municipio di Cosenza. Oggi a piazza dei Bruzi conferenza stampa della Fondazione.
COMUNICATO STAMPA GIACOMO MANCINI
Il municipio di Cosenza è diventato una guapperia. È intollerabile. Per ogni cosentino.
Lo sfratto del Leone è la summa di come in municipio non si rispettino le regole.
Mercoledì abbiamo ricevuto una pec dal comune. Pensavamo fosse arrivata la risposta alla nostra richiesta di avere copia dei filmati di Giacomo Mancini sindaco. Li avevamo richiesti a dicembre 2023.
Visto la mancanza di risposta avevamo presentato altre due successive istanze. Ma niente. Silenzio di tomba. E dire che questi filmati avrebbero consentito di offrire a cittadini, storici, appassionati le immagini del decennio che ha fatto cambiare il volto di Cosenza.
Caruso preferisce tenere i filmati chiusi in un pc dell’ufficio stampa. Inaccessibili. Inconsultabili. E invece la pec conteneva il secondo avviso di sfratto della statua. Comminato per due volte in un solo mese.
Lo sfratto non ha alcuna motivazione. È contro la legge. E smentisce la delibera di giunta e straccia la convenzione sottoscritta tra Comune e Fondazione. Insomma è un arbitrio. Un abuso. Una prepotenza. Una violenza. Per giunta pagata con i soldi dei cittadini.
Abbiamo fatto subito ricorso. E ringrazio gli avvocati Oreste Morcavallo e Achille Morcavallo per il loro autorevole patrocinio. Lo sfratto è una offesa grave al Leone. A questa statua iconica. E ‘una offesa alla storia di Cosenza. E alla storia del socialismo.
Ma è anche un esempio preoccupante di guapperia. E sollevo qui un altro punto che riguarda tutti i cittadini. Può un sindaco contravvenire ai contratti che il comune stipula con i cittadini? Può un sindaco stracciare i patti sottoscritti tra l’amministrazione e i cittadini?
Può un sindaco fare il bello e il cattivo tempo fregandosene di cose dicono i codici e le norme? La risposta è no. No, No. E ancora No. Anche in questa città gli amministratori devono amministrare rispettando la legge.
Questa non è Gomorra. E’ Cosenza.
Perché se oggi Caruso sfrattasse la statua violando la convenzione con una semplice comunicazione via pec, domani potrebbe stracciare una concessione di un terreno per realizzare un ospedale, la locazione di un immobile sottoscritta con un cittadino, la vendita di un bene pattuita con un’azienda. E questo non è consentito a nessuno.
Il sindaco non è dispensato dal rispetto della legge. La deve rispettare come ogni cittadino. Anzi di più di ogni cittadino. Perché ha anche l’obbligo morale di dare l’esempio.
E non può comportarsi da guappo. Il Comune non è una guapperia. La verità vera è che Caruso compie delle vere e proprie ritorsioni. E qui siamo al punto: Caruso offende la storia di Cosenza. Caruso offende la storia socialista. Caruso sfratta la statua di Giacomo Mancini perché trova indigesto che un gruppo che diventa sembra più ampio di dirigenti di centrosinistra dice che la sua sindacatura è deludente. E che muove delle critiche puntuali sul suo operato.
E invece di replicare sul merito. Pensa di intimidire o di ridurre al silenzio attraverso ritorsioni. Ma questo è inaccettabile. Ovunque. Ad iniziare da Cosenza.
Che ha una grande tradizione democratica. Dove la storia viene rispettata. La storia non si tocca. La storia non si sfratta.
Aspettiamo serenamente il giudizio definitivo della magistratura. Siamo soddisfatti che sia già fissata l’udienza. Siamo consapevoli delle nostre ragioni.
Ma con altrettanta serenità diciamo che se prima della pronuncia definitiva Caruso facendo l’ennesimo sfoggio di arroganza del potere e disponesse la rimozione della statua noi difenderemo anche fisicamente il Leone.
Per questo rinnovo l’appello a quanti passano di qui: occhi aperti. Se vedete movimenti strani. Se vedete armeggiare vicino alla statua chiamatemi. Chiamateci. Ci precipiteremo qui. Difendiamo tutti insieme il Leone.









