Cosenza, appalto mensa ospedaliera. L’Usb proclama lo stato di agitazione: “Capristo, ma che ci stai a fare?”

“Stato di agitazione proclamato dall’USB di Cosenza per la gestione dell’appalto mensa ospedaliera da parte della società Ladisa Ristorazione. Capristo, ma che ci stai a fare?”

Cosenza, 04 marzo 2025 –

L’organizzazione sindacale USB di Cosenza, in rappresentanza dei lavoratori impiegati nel servizio di refezione ospedaliera, ha proclamato lo stato di agitazione a causa della gestione dell’appalto mensa da parte della società Ladisa Ristorazione. Nonostante le problematiche evidenziate dai lavoratori e le gravi segnalazioni legate alla qualità dei pasti somministrati all’utenza ospedaliera, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza continua a non vigilare adeguatamente né sulla gestione del personale né sull’esecuzione del servizio.

Nella giornata del 3 marzo 2025, si è tenuto un incontro presso la Prefettura di Cosenza per l’espletamento delle procedure di raffreddamento, al quale hanno partecipato il Capo di Gabinetto della Prefettura di Cosenza, Dottor Di Martino e il dottor Giuseppe Irpinio della Ladisa, in qualità di responsabile delle relazioni sindacali. Purtroppo l’incontro è stato caratterizzato da un atteggiamento di scontro e di negazione da parte dei rappresentanti della Ladisa e, soprattutto, dalla Prefettura che ha costretto il sindacato a giustificarsi per la propria presenza e la propria attività, rifiutando di prendere realmente in considerazione le motivazioni che hanno portato alla proclamazione dello stato di agitazione, con un atteggiamento, che sembrerebbe, di parte verso il grande operatore economico ben conosciuto anche in altri siti di produzione. Al riguardo, anche la stessa convocazione, risulterebbe esser stata anticipata mezz’ora, senza che ne sia pervenuta opportuna comunicazione all’organizzazione sindacale.

Le problematiche sollevate riguardano la scarsa qualità dei pasti somministrati ai pazienti ricoverati, spesso consegnati alla data di scadenza e ritenuti inappropriati, la gestione della fatturazione -e quindi dei soldi dei contribuenti calabresi- e del personale addetto. In particolare, continuano le pratiche vessatorie nei confronti dei lavoratori,  di quelli sindacalizzati in primis, ai quali vengono imposte politiche lavorative e retributive ingiustificate. Inoltre, una delle grandi questioni riguarda il modo in cui Ladisa trattiene liquidità nei propri conti, con pretesti legati a pseudo esuberi e ai contratti di solidarietà ormai scaduti, comportando gravi difficoltà economiche per i lavoratori coinvolti. In questo e in molti altri appalti. Del resto, per quale motivo una società con un bilancio 2023 chiuso con un +75% di utile e recenti acquisizioni milionarie, dovrebbe aver accesso ad ammortizzatori sociali? Alla O.S. USB non è dato saperlo e alla Prefettura di Cosenza, che dovrebbe veicolare anche informalmente alcune informazioni, sembra non interessare.

L’atteggiamento irrispettoso e infondato nei confronti degli addetti mensa e delle evidenze presentate a supporto delle dichiarazioni sindacali ha reso ancora più tangibile la mancanza di rispetto verso i diritti dei lavoratori. In maniera grottesca, si è lasciato tutto l’agio al Responsabile delle Relazioni Sindacali della Ladisa di utilizzare toni aggressivi e di fare gravi affermazioni nei confronti della nostra delegata e della nostra organizzazione sindacale. Riteniamo inaccettabile quanto è accaduto e, per questo, sono già in corso le valutazioni rispetto all’indizione delle vie legali.   Lo stesso Giuseppe Irpinio ha pubblicamente tentato di delegittimare l’azione sindacale e insinuato la presenza di un complotto imprenditoriale dietro l’attività svolta in tutela dei lavoratori, sindacalizzati e non.  La cosa più grave è che alla richiesta di verbalizzare quanto pubblicamente asserito, il funzionario prefettizio si è rifiutato. Insomma, in piena deriva benaltrista, per la Ladisa un giorno l’USB di Cosenza è priva di cognizione e rappresentatività, un giorno è in grado di influenzare -addirittura- le gare d’appalto.

In risposta a questa situazione, annunciamo lo sciopero passivo a partire dal 17 marzo 2025, con l’intento di tutelare i diritti di tutti i lavoratori e di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle gravi problematiche in corso e lo sperpero dei fondi pubblici. La società persevera nel danneggiare i lavoratori con politiche aziendali ingiustificate, ingrassando le proprie tasche offrendo un servizio che calpesta la dignità dei calabresi e delle calabresi. I lavoratori continuano ad essere umiliati e, non solo, vengono anche criminalizzati. Non permetteremo che il modello Riva venga replicato ancora, soprattutto nel nostro territorio. D’altro canto, la vertenza avviata ormai da mesi vede la governance dell’Asp di Cosenza avvolta in un colpevole silenzio, insieme ad altre istituzioni coinvolte. Non si punta solo al il rispetto dei diritti dei lavoratori, ma a garantire una giusta qualità del servizio pubblico  essenziale che riguarda la salute di tutti i cittadini e la gestione equa e trasparente delle nostre risorse economiche. La Calabria e la Provincia di Cosenza meritano di più

Unione Sindacale di Base – Cosenza