Comunicato Stampa
18 Marzo 2025
Schede Bianche e Manovre Oscure: Così il Potere Calpesta la Calabria
La vicenda che ha portato alla riduzione del numero dei parlamentari, sbandierata come una riforma per snellire la politica e risparmiare risorse, ha invece finito per rafforzare i soliti noti, i manovratori occulti che da sempre tengono in ostaggio la nostra regione.
Con meno poltrone in ballo, ogni singolo voto, ogni scheda, è diventato merce di scambio, terreno fertile per ricorsi e maneggiamenti opachi. Quello che sta accadendo in questi giorni ci suona tristemente familiare: schede bianche “ripristinate”, risultati elettorali sovvertiti, processi decisionali opachi. È un sistema che puzza di bruciato, soprattutto per chi, come noi calabresi, respira ogni giorno l’aria mefitica di certi “aggiustamenti”.
Questa riforma, che doveva purificare la politica, ha invece blindato il potere nelle mani delle solite élite locali, quelle che con quattro telefonate e qualche “favore” sanno ancora indirizzare i voti e controllare i pochi rappresentanti rimasti. Il clientelismo, che qui è una piaga endemica, trova nuova linfa vitale in questa rarefazione della rappresentanza.
Anche quando i calabresi decidono di svincolarsi da questi meccanismi e votare liberamente, ecco che il sistema, divenuto nel frattempo sfacciatamente potente e consolidato, calpesta il voto democraticamente esercitato, sovvertendone l’esito. Un precedente pericoloso, che mina alla base la fiducia nelle istituzioni.
Non reagire a questa umiliazione significa subire colpevolmente un sistema che dimostra ogni giorno la sua tendenza alla prevaricazione. Un sistema che ha reso i nostri diritti sacrosanti – la sanità che non funziona, il lavoro che non c’è, i servizi essenziali ridotti all’osso – alla stregua di favori da elemosinare, merce di scambio per una promessa, un posto di lavoro precario, una visita medica saltando le interminabili liste d’attesa.
Fermiamoci a riflettere su quanto la connivenza della collettività abbia nutrito tutto questo. È necessario ristabilire cosa è la norma e cosa non lo è e, nel nostro quotidiano, opporci alle situazioni poco chiare o fin troppo chiare. Riconoscere le ingiustizie e i soprusi è il primo passo per sviluppare repulsione sociale.
Nelle nostre vite di tutti i giorni dobbiamo pretendere trasparenza vera, meritocrazia, impiegati pubblici che svolgano il loro servizio in modo inclusivo ed equo, e una rappresentanza politica che risponda ai bisogni della gente, non agli interessi di pochi. Sappiamo che molti calabresi lo fanno già, e sappiamo quanto si sentono soli. È importante tuttavia farsi sentire in occasioni come quella del caso Gentile, perché, a dispetto di quello che può sembrare dai numerosi contenuti riproposti in questi giorni sui social, questa non è una battaglia per un seggio a Roma. È una battaglia per la democrazia.
DemoS Crotone