dalla pagina FB Ultrà Cosenza 1978 Curva Sud
In queste ore la questura di Cosenza sta notificando decine di provvedimenti di daspo di gruppo a esponenti della tifoseria organizzata, come sempre fondati sul nulla, sul pregiudizio, sull’immaginazione di chi da anni calpesta con arroganza la dignità di un’intera comunità. Questi procedimenti non poggiano su alcuna evidenza concreta, ma rappresentano l’ennesimo tentativo di zittire chi ha ancora il coraggio di alzare la voce.
Sono figli del clima repressivo che si respira in Italia negli ultimi tempi. Se non sei allineato ed accondiscendente sei un problema. E come tale, vieni ricattato e sanzionato. Da anni la tifoseria organizzata del Cosenza è la voce e il cuore pulsante di un’intera provincia, stanca, esausta, esasperata, da una gestione societaria che definire indegna è poco.
Eugenio Guarascio e Rita Scalise, andate via da questa città! Siete diventati il simbolo di un fallimento morale e sportivo, di un’umiliazione che nessun popolo dovrebbe subire. Questa città vi ripudia con tutta la forza del suo amore tradito. È semplicemente vergognoso che chi non paga i propri dipendenti, chi inquina la nostra terra, chi ha infangato la storia e la passione di un popolo, oggi possa agire con il sostegno delle forze dell’ordine.
Il Cosenza Calcio non è un azienda, questa società odia i propri tifosi, li disprezza e prova a trattarli con la stessa arroganza riservata ai lavoratori delle loro aziende. Una provocazione continua, una ferita che si riapre ogni giorno sotto gli occhi complici di chi resta in silenzio. Ancora una volta, a pagare sono gli ultrà. Sempre loro. Quelli che per il Cosenza sacrificano tempo, denaro, energie, sogni. Quelli che non hanno mai smesso di esserci, anche quando tutto era buio. Eugenio e Rita, voi non potrete mai capirlo. Non appartenete a questo mondo, non lo conoscete, non ne avete nemmeno sfiorato l’anima. Siete quanto di più distante esista da questa città. Noi, invece, abbiamo una dignità enorme. Siamo nati per soffrire, è vero. Ma abbiamo anche un orgoglio ancora più grande, che non ci farà mai piegare al vostro nulla. Oggi è il momento della resistenza. È il momento di stringersi attorno a chi è stato colpito da questi procedimenti. È il momento di gridare forte che questa città e questa provincia non si inginocchieranno mai davanti all’arroganza ed alla prepotenza. Non ci farete paura. Non ci ridurrete al silenzio. Forza Cosenza! Ora più che mai è il momento di sollevarsi per liberare il Cosenza Calcio da questo male che lo avvelena da troppo tempo.