‘No al ponte’, sit-in a Reggio Calabria per visita Salvini. Usb fuori dal palazzo con i manifestanti

Un centinaio di manifestanti stanno protestando davanti alla Prefettura di Reggio Calabria, in piazza Italia, dove il vice premier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha incontrato i rappresentanti delle istituzioni e le autorità, come prima tappa del tour anti-mafia in vista dei lavori per il ponte sullo Stretto.
I manifestanti rappresentano diverse associazioni, movimenti, sindacati e partiti politici che si oppongono alla realizzazione di una opera, che definiscono “devastante per il territorio”, che “ha ricevuto il parere negativo di valutazione di impatto ambientale”.
La manifestazione si sta svolgendo in maniera vivace ma pacifica, sotto il controllo delle forze dell’ordine. “Non siamo disponibili a partecipare a passerelle, finte riunioni o ad ascoltare dichiarazioni vuote dal chiaro sapore propagandistico” hanno scritto i rappresentanti del Comitato per il Si ai 5 Referendum della Cgil.

Salvini in Prefettura a Reggio Calabria: USB fuori dal Palazzo!

Abbiamo ricevuto l’invito da parte del Prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, a partecipare all’incontro odierno con il Ministro Matteo Salvini, convocato per discutere delle presunte “iniziative” legate all’avvio dei lavori del Ponte sullo Stretto.

Pur ringraziando per la cortesia istituzionale, USB Reggio Calabria declina l’invito: non intendiamo legittimare con la nostra presenza un’operazione di pura propaganda, che spaccia per sviluppo quella che è in realtà una gigantesca speculazione a favore di pochi, sulla pelle di un intero territorio.

Il Ponte sullo Stretto è un progetto imposto dall’alto, che procede per volontà politica nonostante le gravi criticità tecniche, ambientali ed economiche. Un’opera che rischia di trasformarsi in un cantiere infinito, drenando risorse vitali e impedendo di affrontare le vere emergenze della Calabria e della Sicilia.

Noi non parteciperemo alla farsa, ma saremo in piazza, insieme a chi rifiuta di svendere il futuro dello Stretto, per dire con forza che questa terra ha bisogno di diritti, servizi, sanità e infrastrutture vere, non di spot elettorali e grandi opere inutili.