di Rocco Tripodi
Associazioni che si autolegittimano per l’insufficiente CULTURALITA’, a loro dire, delle tantissime altre che già esistono e delle quali però sono sempre loro i promotori: personaggi politici di tutte le tacche (si va da un decimo di tacca, passando per la mezza tacca fino a raggiungere, pochi, i trequarti di tacca). C’è da pensare che lo fanno anche perché, all’interno dei rispettivi partiti, evidentemente di CULTURA, non ne hanno mai sentito NÉ CIAURU NÉ FETU, né profumo né puzza. E c’è qualcosa di male in tutto questo? Per chi è di bocca buona forse no! Ma per chi conserva livelli essenziali di olfatto e gusto, qualche dubbio si pone e anche qualche considerazione va fatta. Prima fra tutte, la presenza di molti nelle altre Associazioni da loro stessi giudicate INSUFFICIENTI, dove tra l’altro ricoprono – come direbbe di sé stesso un capogabinetto dell’Amministrazione comunale – ruoli apicali. È chiaro certo che si tratta di personaggi versatili e generosi, nonché avvezzi ai sacrifici e alle privazioni.
Pensate che capita spesso che nella stessa giornata si verifichi un intasamento di assemblee delle diverse Associazioni, per cui molti di quelli che sono in predicato per ricoprire una delle tante cariche direttive si scambiano le deleghe con diritto di voto. E allora può succedere che uno di questi supereroi venga eletto nella stessa giornata Presidente, in presenza, dell’Associazione “Salviamo la zanzara ungulata”, e Tesoriere dell’Associazione “Ammazza il porco a muzzicate”, in assenza. O Assistente spirituale dell’Associazione “Gli occhi di Dio ti guardano”, in presenza, ed Economo dell’Ass.”L’occhio nel triangolo ti dà copertura”, in assenza. È la DEMOCRAZIA, Bellezza!
Sembrerebbero, ai cittadini, dei grandi CIOLLA, una ‘nticchia sbandatelli, che non pigliano pista, che navigano senza rotta anche se certamente non sono le squadre ed i compassi a mancargli. Non si riesce a dargli una calmata.
Sembra di stare nell’Italia del dopoguerra -prima del 20 gennaio 1958-, quando la sera si aprivano le caserme per la libera uscita delle reclute e a tutte loro bisognava offrire delle DIMORE, dove svuotare il cervello ed eliminare zavorre, nonostante il bromuro venisse versato a pacchi nell’acqua delle bolliture in mensa.
Ormai quelle dimore non ci sono più e il bromuro lo dosano ai primati seguaci di Salvini, in attesa che raggiungano i numeri per portare a termine il progetto di buttar fora de ball i terroni. Ma soprattutto la leva obbligatoria non c’è più.
A proposito di Dimore, Salvini, e Cantieri, cosa vado a pensare?
Di sfruttare la rotonda all’ingresso della città dal mare e dall’autostrada, lì dove giganteggera’ la scritta BENVENUTI A VIBO VALENTIA, per erigere un monumento al più verace, rivoluzionario e trasgressivo poeta vibonese del XIX secolo, Vincenzo Ammirà (oscurato dai bigotti ipocriti e baciapile di ieri e di oggi) raffigurato come Alberto da Giussano che, a Legnano indica col dito della mano ai pellegrini, la via per i casini.
Così son contenti tutti.
Tutte queste Associazioni, devo dire, contengono nelle loro proposte, significative se non fondanti elementi che, riconosco, li accomuna tutti. Certo ci sono anche ragioni e obiettivi che possono presentare tracce di sporcizia per cui necessitano costantemente di un grembiulino a protezione. Ma, in verità, tanti altri apprezzabili elementi che, per come presentati, azzarderei essere stati presi in prestito direttamente dalle Sacre Scritture. Del resto, leggendo l’elenco dei soci, -azzardo dicendo- tutti non hanno mai fatto segreto della loro adesione, trasporto, partecipazione alla fede, alle liturgie, ai principi, propri del cattolicesimo, a tutte quelle manifestazioni belle e pie che hanno ampia visibilità, ed in particolare alle verità di fede rivelate dal loro Dio, proclamate dal Papa e confermate attraverso i Concili. Certezze che vanno oltre la morte. Ebbene. Cosa c’è che, alla resa dei conti, non funziona in tanta magnifica Grandezza? Cosa non vi appaga, mi chiedo, tanto da andare miserevolmente a questuare ALTROVE, non per gli altri, ma esclusivamente per voi stessi, condizioni di materiale privilegio, appagamenti certamente non spirituali, riconoscimenti e risarcimenti non certo per afflitti, bisognosi, esclusi, dimenticati. INVISIBILI.
Qualcosa non torna. O non è credibile la vostra fede o non lo siete voi.
E poi l’ultima nata, ma non è detto, aspettiamo di leggere i giornali di domani.
L’associazione “Idea Calabria Nuova”.
Non ce la si fa a seguirli.
Ancora loro…Mirabello, Console, Muratore e tutta la restante armata Brancaleone, che annunciano sui giornali, sorridendo e facendo ridere, in formazioni più o meno rivedute e scorrette, allargate e ristrette che ci annunciano, con immotivato entusiasmo -cosa caracocciolo di capra ce ne può sbattere a noi-, che si sono allargati per potersi stringere, e stare lì perché sono più in alto che qui, insieme con chi era sotto e mettersi a lato pur restando giù. In sostanza, il gioco delle tre carte: Punta dove credi che si trovi quello che domani sarà pronto a inpanettonarti. Ma, dico io, anzi come ci dicevano le nostre madri: “Ma na casa non l’aviti?”. Ma anche una televisione non ce l’hanno? Visto che sono tanto sensibili, sapranno che siamo in decrescita demografica allarmante…Occupatevi diversamente…Datevi na mossa.
No. Pensa che cosa nuova vogliono questi qua:
“Una diversa anima nel territorio…favorire il progresso sociale…risvegliare la VOGLIA DIALETTICA dei cittadini che si è PLASTICAMENTE (sic) affievolita”, ed altre ovvie amenità.
Penso di essere in grado di immaginare, se dovesse veramente esplodere la VOGLIA DIALETTICA dei cittadini, quale messaggio verrebbe loro recapitato: “Tutti quanti andate PLASTICAMENTE (sic) a prendervela…tarattatta’…tarattatta’…tarattatta’…”. E poi voglio vedere se si offendono. O no?









