Sala indagato: anche il sindaco di Milano nell’inchiesta choc sull’urbanistica. Boeri: «Prendi queste parole come un warning…»

di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella

Fonte: Corriere Milano

MILANO – Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, è indagato nell’inchiesta che mercoledì ha spinto la Procura a chiedere all’Ufficio Gip gli arresti domiciliari per sei persone tra le quali non soltanto il suo assessore all’Urbanistica, Giancarlo Tancredi, e l’ex presidente della Commissione Paesaggio, Giuseppe Marinoni, ma anche uno dei maggiori sviluppatori immobiliari italiani, Manfredi Catella, che da anni sta ridisegnando la mappa della metropoli con la sua pure indagata Coima Sgr, gruppo che gestisce 10 miliardi di euro di capitali raccolti in 33 fondi presso un centinaio di investitori istituzionali come i fondi sovrani di Singapore, Qatar e Abu Dhabi. Sono 21 gli indagati e perquisiti dal Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, compreso di nuovo l’archistar Stefano Boeri già interdetto cinque mesi fa da incarichi e concorsi nella pubblica amministrazione. Un’inchiesta a sua volta gemella di quella che, arrestando in marzo l’ex direttore dello Sportello Unico Edilizia comunale, Giovanni Oggioni, aveva fatto affiorare i retroscena del tentativo (a quel punto abortito) di dettare a parlamentari un qualche condono «Salva-Milano».

Sala, le ipotesi di reato

Le ipotesi di reato ventilate in questa fase sul sindaco sono due. Una è «false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone», che si riferisce all’attestazione di assenza di conflitti di interesse di Marinoni con costruttori o progettisti di lavori esaminati dalla Commissione, nel momento in cui, pur essendo quei conflitti noti a Sala secondo i pm, Marinoni già indagato venne riconfermato dal sindaco nel dicembre 2024 presidente per il 2025/2029 dell’organismo, poi sciolto e tutt’oggi acefalo. Gli inquirenti esprimono la convinzione che «il sindaco sia stato indotto dall’assessore Tancredi a scegliere Marinoni come presidente della Commissione Paesaggio, conferendogli un potere da cui è pacifico che sia Tancredi per primo a trarre illeciti benefici, e nella consapevolezza che dalla Coima di Catella, così come da altri imprenditori, Marinoni riceva incarichi privati che lo condizionano nelle decisioni sugli interventi di loro interesse».

Le pressioni per il Pirellino

L’altra ipotesi su Sala è un concorso in «induzione indebita a dare o promettere utilità» intorno al progetto di Catella e Boeri sul grattacielo «Pirellino» (tutt’ora al centro di contenziosi). Nell’ottica dell’accusa, riguarda il fatto che «Tancredi, pressato da Boeri e da Catella, e minacciato della “rottura” che la mancata approvazione del progetto avrebbe provocato», avrebbe «insistito a sua volta dietro le quinte con Marinoni, riferendogli anche che il sindaco Sala aveva ricevuto le rimostranze di Catella e Boeri affinché si decidesse ad esprimersi favorevolmente, confezionando ad arte e “trovando argomenti” per un parere almeno “favorevole condizionato” per mettersi al riparo dagli attacchi di Catella e Boeri».
Marinoni e altri componenti la Commissione il 23 marzo e 18 maggio 2023 avevano già giudicato il progetto inammissibile per l’impatto («praticamente una barriera di 30 metri per 40 alta 100», commentava Marinoni). Ma il 22 giugno 2023 la Commissione ammorbidisce il no e inizia a esprimere un parere «favorevole condizionato». Che ha un retroscena 24 ore prima, allorché «Boeri invia un messaggio vocale con il quale informa Catella di un incontro avvenuto in Comune con Tancredi e Malangone, aggiungendo che occorre far intervenire su Marinoni il sindaco Sala, a cui lui aveva già mandato un messaggio». Boeri scrive a Catella: «Ciao Manfredi, sono stato in Comune oggi da Christian (Malangone, direttore generale del Comune, ndr.) e c’era lì anche Giancarlo (Tancredi, ndr.) casualmente, poi è arrivato anche Mario (forse Vanni, allora capo di gabinetto di Sala, ndr)… Puoi immaginare tutto lo stress e le mie grandi preoccupazioni in vista di domani. Come sempre Giancarlo molto sfuggente, mi è sembrato che Christian e Mario abbiano colto il vero rischio, che si vada ad una rottura che sarebbe davvero dolorosa per tutti (…) Però bisogna che Beppe (Sala, ndr) convochi Marinoni e ci parli, io ho sentito anche Beppe e gli ho inviato un messaggio dicendo: “Guarda, a livello personale, da amico ad amico, ti dico che c’è una situazione che mi fa paura, non fa bene…”».

Da Boeri «warning» a Sala. E arriva il cambio di parere

Per gli inquirenti, poi, quel 21 giugno 2023 «Tancredi pressa Marinoni affinché il giorno dopo dia un parere favorevole al progetto di Boeri, sottolineando che così avrebbero evitato attacchi a lui personalmente (cioè a Tancredi, ndr.) e ripercussioni negative per tutti gli altri, e informandolo che Boeri “ovviamente” aveva già parlato con il sindaco Sala». Nelle parole di Tancredi «prevale — per i pm — la subordinazione a Boeri e Catella, e l’unica preoccupazione di evitare grane e ritorsioni da parte loro». Marinoni risponde a Tancredi che Boeri, non modificando il progetto secondo le indicazioni della Commissione, gli ha complicato la motivazione di un parere, che tuttavia assicura darà favorevole a Boeri e Catella.
Qui la GdF pesca nello smartphone sequestrato mesi fa a Boeri il whatsapp a Sala. «I toni di Boeri nei confronti del sindaco sono molto risoluti e di comando», notano gli inquirenti, «e Boeri chiude il messaggio a Sala scrivendo: “Prendilo come warning per domani”». Il sindaco risponde: «Mi dicono che non è solo il presidente (Marinoni, ndr.). So quello che mi riferiscono. E devo fidarmi del giudizio di Giancarlo (Tancredi, ndr.). Domani mattina comunque rivedo con calma». L’indomani, 22 giugno 2023, Boeri con due messaggi vocali avvisa Catella che il progetto ha ottenuto il parere «favorevole condizionato» e che le obiezioni di Marinoni sono «sparite completamente». E il 5 ottobre 2023, «cedendo alle pressioni indebite di Boeri, di Catella e di Tancredi, e a quelle mediate di Sala», nonché a «interferenze della parte politica», Marinoni per i pm avrebbe «indotto la Commissione ad esprimere “a testa bassa” il parere favorevole desiderato da Boeri, Catella e Tancredi».