Lamezia, il Cup non funziona: lettera aperta e sconsolata al commissario dell’Asp di Catanzaro

Lamezia Terme, 25 Luglio 2025

LETTERA APERTA (E SCONSOLATA) AL COMMISSARIO STRAORDINARIO DELL’ASP DI CATANZARO

Gentilissimo dott. Battistini, non essendo nell’esercizio della funzione di volontario del Tribunale per i Diritti del Malato di Lamezia Terme, come  semplice cittadino, questa mattina, facevo la spola tra i locali del Cup e il reparto di Nefrologia dell’Ospedale “Giovanni Paolo Secondo”.

L’aggirarmi mattiniero nell’ospedale di Lamezia Terme era dovuto all’esigenza di prenotare, su richesta del medico di medicina generale , una visita nefrologica di controllo alla mia anziana mamma che, alla veneranda età di 98 anni, penso abbia diritto ad un minimo di attenzione da quel reparto presso cui l’ho spesso accompagnata per avere contezza del ritmo evolutivo della sua insufficienza renale.  Purtroppo, come abbiamo spesso avuto modo di rilevare in qualche nostro incontro, permangono delle rilevanti discrasie nel funzionamento del servizio di prenotazione delle prestazioni, su cui ritengo sia pedagogico, e non solo concretamente funzionale, continuare a riflettere.

Ma veniamo ai fatti! Nell’impossibilità di contattare telefonicamente il Cup del nostro presidio Ospedaliero, da quanto ho compreso dall’espressione utilizzata da un’operatrice, abilitato all’esclusiva funzione front-office, mi sono, come suggeritomi dal reparto di Nefrologia, recato al CUP per procedere alla prenotazione della prestazione;  ho aspettato, accompagnato dal mio numero d’ordine D25, il mio turno. Esaurita la fase dell’attesa mi sono imbattuto nel diniego dell’ufficio che mi invitava a recarmi presso la nefrologia, la sola abilitata a procedere alla visita di controllo.

Assolutamente non convinto delle motivazioni del diniego contestavo, con civili modalità, la loro determinazione, incorrendo, e questo è un ulteriore deficit di corretta funzionalità dell’ufficio in ordine alla privacy, nel rimprovero di un agente di polizia locale in divisa, presente in quell’ufficio, non si comprende a quale titolo, che mi accusava, pur dandomi ragione nel merito (e lo ringrazio per la cortese concessione), di far perdere del tempo agli operatori accusandomi di interrompere un pubblico servizio. Uscito dall’ufficio che ancora ospita il Cup e che mantiene ancora, mi perdoni generale,  le sembianze di un “nascondiglio” perennemente  protetto dal servizio di Vigilanza armata, mi sono recato al reparto di Nefrologia dove una dottoressa in servizio mi ha ancora una volta indirizzato al Cup, chiarendomi che loro sono personale medico e non amministrativo.

Confortato dall’indispensabile chiarimento, ho vissuto, mi creda dottor Battistini, un momento in cui stavo per cedere alla rassegnazione e di ritornare da mia madre, di cui mi occupo per gran parte della giornata e che per recarmi in ospedale avevo lasciata sola, a mani vuote.

Ma mi restava un’ultima opportunità: far visita alla direzione del Cup nella speranza di capirci qualcosa. La dirigente del Cup, dopo una telefonata, presumo al primario della Nefrologia, invitava la responsabile dell’ufficio Cup a procedere alla prenotazione della prestazione. Al di là dell’episodio dall’esito positivo, tutti felici e contenti? Penso proprio di no! Ci sono decine e decine di utenti che, tramite il tribunale per i Diritti del Malato e l’ufficio Relazioni col pubblico del nostro presidio Ospedaliero, segnalano disagi e criticità varie.

Chi dovrebbe rispondere non è preso dalla frenesia di farlo, per cui passa il tempo e subentra la sfiducia e la rassegnazione. Ne sanno qualcosa i prenotati alla “Diagnostica Vascolare” che vaga, da novembre del 2024, ancora nel vuoto; Ne sanno qualcosa tutti quei pazienti che non riescono ad ottenere i cateteri, pur avendone estremo bisogno, perché i prezzi di listino non sono stati ancora aggiornati e sono costretti a pagare 32 euro al mese di costo integrativo; Ne sanno qualcosa i malati allettati o quasi allettati che possono fruire in modo sporadico dell’Assistenza Domiciliare Integrata perché con quattro, massimo cinque operatori , con un’enorme utenza distribuita su un vasto territorio, non si va da nessuna parte. Dottor Battistini, mi sono permesso di condividere con Lei un mio sentimento di forte scoramento, nella convinzione che la mia testimonianza non La lascerà indifferente.

Un cordiale saluto.

Fiore Isabella

(Responsabile Tribunale per i Diritti del Malato di Lamezia Terme)