Inflazione, emergenza casa, cure per pochi: l’Italia ha un esercito di poveri

(Lorenzo Santucci – editorialedomani.it) – Cinque milioni e settecentomila italiani, quasi il 10 per cento della popolazione. È il numero di coloro che vivono sotto la soglia della povertà assoluta, in leggero aumento rispetto a un anno fa. Tra di loro, un milione e duecentottantamila minori. A scriverlo è l’Istat nel rapporto dello scorso ottobre, ma a ricordarlo è il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, durante la conferenza stampa “Non dimentichiamo gli ultimi” organizzata a Roma. Dalla fotografia mostrata, la situazione sembra non migliorare.

Nonostante i dati, però, Impagliazzo vuole lanciare un messaggio di positività: «Lamentarsi e basta non serve». Piuttosto, è necessario prendere atto della crisi e partorire proposte per far fronte alle emergenze. Sant’Egidio ne individua tre: l’aumento del costo della vita, l’emergenza abitativa e la difficoltà a curarsi. Sommati, sono i tre elementi che qualificano l’indigenza moderna.

Costo della vita

L’essere poveri si constata davanti agli scaffali di un supermercato. Dal 2021 a oggi i prezzi dei generi alimentari sono cresciuti del 25 per cento, a differenza degli stipendi. «Il reddito reale è un’anomalia italiana», afferma Impagliazzo sottolineando che «sono diminuiti del 5 per cento. Insieme alla Grecia, siamo l’unico paese con il reddito in diminuzione». Per tale ragione, «sentiamo il bisogno di avanzare un’ulteriore proposta, quella di allargare i criteri per l’assegno di inclusione», per ora destinato a una platea troppo ristretta rispetto al vero bisogno.

Crisi abitativa

La casa è un argomento centrale quando si parla di povertà. Ci sono sempre meno abitazioni che costano sempre di più. «Gli affitti sono insostenibili, i canoni di locazione sono aumentati di oltre il 7 per cento annuo e arrivano a superare il 40 per cento del reddito familiare», constata Impagliazzo. Tutto questo mentre ci sono 650mila famiglie che attendono di avere un tetto sopra la testa, a fronte di 800mila alloggi che potrebbero essere utilizzati. Anzi, 700mila visto che 100mila abitazioni restano inabitabili, nonostante l’Unione europea abbia investito dei fondi per renderle di nuovo agibili.

Ecco perché, prosegue il presidente di Sant’Egidio, «bisogna tornare a lavorare per trovare altri fondi e ristrutturare le fatiscenti case popolari, che sono degli anni Sessanta». Un appello rivolto a enti locali e governo, che starebbe pensando a un Piano Casa da inserire nella legge di bilancio. Nell’attesa, suggerisce Impagliazzo, «andrebbe allargato il fondo affitti per chi si trova provvisoriamente in difficoltà. Il 90 per cento degli sfratti avviene per inadempienza». Un consiglio che arriva da chi va per strada per comprendere quei problemi che «forse l’istituzione non ascolta».

Mancanza di cure

L’impossibilità di curarsi è una situazione che coinvolge sempre più persone, che aspettano mesi prima di una visita specialistica. Le difficoltà più grandi si riscontrano soprattutto per le visite odontoiatriche e oculistiche. L’attesa porta a desistere. «L’anno scorso, 5,8 milioni di italiani hanno rinunciato a curarsi». Chi lo fa, e soprattutto chi può permetterselo, preferisce rivolgersi al privato. Oltre all’allargamento delle coperture sanitarie, Sant’Egidio chiede l’attuazione della legge 33 del 2023, che prevede l’assistenza domiciliare integrata.

«Se i decreti attuativi fossero finanziati», lamenta Impagliazzo, «potremmo visitare gli anziani a casa senza che vadano in ospedale anche per piccoli problemi». La Comunità chiede inoltre di non disperdere quanto fatto di buono negli ultimi mesi durante il Giubileo, con il rafforzamento dei presidi. «Bisogna moltiplicare i centri sanitari di prossimità e tenere le strutture anche dopo la fine dell’Anno Santo. Il Giubileo lascia segni. Abbiamo visto tante ristrutturazioni per Roma ed è positivo. Ma che resti anche un segno per gli esclusi dal contesto cittadino».

Solidarietà tutto l’anno

La conferenza è l’occasione per presentare la nuova guida della solidarietà, «una bussola da tenere in tasca per orientarsi nella città». Prima indicava i punti dove bere, mangiare e dormire, adesso si allarga e offre più servizi ai tanti che hanno bisogno. «Abbiamo distribuito 250mila pacchi alimentari nell’ultimo anno», dice Impagliazzo nel lanciare la raccolta fondi per l’annuale pranzo di Natale in Comunità. «Ci prepariamo ad accogliere 80mila persone. Vogliamo ricreare il senso di famiglia, di calore e affetto. Perché c’è la povertà, ma anche la solitudine».