Crotone. Ma che cosa pensa davvero il vicesindaco?

CHE COSA PENSA DAVVERO IL VICESINDACO?

Fonte: U’Ruccularu

C’è un interrogativo che serpeggia da giorni nei corridoi del Comune di Crotone: cosa pensa, in fondo, il vicesindaco Sandro Cretella dell’ennesimo scatto di ira del suo sindaco, Enzo Voce, sfociato nel funesto episodio che ha visto coinvolto Ioppoli? Certo, si aspetta l’esito della magistratura, si chiariranno i contorni, si capirà cosa sia realmente accaduto.
Ma la politica non può attendere i tribunali per interrogarsi su se stessa.
Il punto è un altro: Sandro Cretella conosce Voce. Lo conosce bene. Conosce i suoi caratteri spigolosi, la sua suscettibilità, la sua impulsività. Lo sanno tutti in maggioranza. Lo sanno anche gli alleati più fedeli. Lo sa la minoranza, la città, e ora anche il Parlamento.

Eppure, ci si ostina a fingere che tutto sia sotto controllo.
Dopo ogni episodio sopra le righe, nei corridoi del palazzo si ripete sempre la stessa raccomandazione: “Non rispondere alle provocazioni”.
Raccomandazione rivolta al sindaco, che paradossalmente è spesso il primo a provocare.
C’è una domanda che resta sospesa:
come vive un vicesindaco, avvocato stimato, la gestione di un sindaco emotivo e irascibile?
E cosa ne pensa davvero il triumvirato Cretella-Scandale-Pollinzi del Capitano della nave?
Si racconta che la giunta non sia affatto compatta come lo si vuole far apparire: alcuni assessori sono isolati, altri si muovono da battitori liberi, qualcuno risponde solo al sindaco, soprattutto sul fronte PNRR.
Una giunta che pubblicamente posa come famiglia unita, ma che politicamente e amministrativamente è tutt’altro che armoniosa.

Dietro le porte chiuse ci sarebbero stati momenti di tensione, riunioni convulse, con i più lucidi a chiedere al sindaco:
“Enzuccio, perché? Perché tanto livore? Perché rischiare di gettare fango sul lavoro di tutti?” Domande senza eco.
Nell’immaginario, la metafora più calzante resta questa: Cretella guida la macchina, Voce non è al volante. Siede accanto. Come ospite.
E teme, più di quanto lasci trasparire, l’uomo alla guida.
Questa amministrazione vive di serate, musica, eventi, luci, vino, birra e DJ-set.
Ha creato un indotto, una platea di lavoratori e sostenitori grati per quelle opportunità Un bacino elettorale.

Il carburante? I soldi di ENI.
La stessa ENI che dovrebbe bonificare una città avvelenata, ripulire terra e falde, restituire futuro. Invece, il presente si riassume in palchi, artisti e “grandi eventi”.
Così, mentre la città aspetta le bonifiche, ENI finanzia l’immagine politica del duo Voce-Cretella. Fino a quando? Perché quei soldi non sono eterni. Quando cesseranno, chi pagherà i concerti?
E che resterà? I Dj locali vi abbandoneranno e saliranno sul carro del prossimo vincitore.
Cosi come quelli del cinemino.
Piaccia o no, il vero motore amministrativo è lui, Sandro Cretella: porta cantanti in piazza, accende il Natale, organizza eventi di intrattenimento in riva al mare, governa le serate dei crotonesi di rientro.
Una popolarità che cresce. Che brilla. Che fa ombra al sindaco.
Perché il vicesindaco può anche rimproverare politicamente Voce per le “scivolate”.
E per le gesta dei “Voce Boys”, i fanatici della guerra social che attaccano chiunque osi criticare l’amministrazione. “Enzo, i tuoi stanno distruggendo tutto! Calma quella trincea!” potrebbe benissimo dirlo Cretella. E forse lo ha anche pensato.

Ma il sindaco lo teme, perché tutti vedono in Cretella un potenziale successore.
Quel posto da primo cittadino, un giorno, potrebbe reclamare proprio lui.
Nel frattempo l’opposizione evapora.
Il Partito Democratico è sparito dopo il caso Ioppoli.
Nemmeno le ceneri in giro.
La Barbuto a Catanzaro, la segreteria cittadina azzerata, nessun candidato sindaco all’orizzonte. Chi sarà il nuovo commissario? Chi guiderà il fronte progressista? Silenzio.
Domande senza risposta, come quelle che aspettano Torromino e il centrodestra intero.
È una città governata da una coppia politica squilibrata, dove chi guida non è il sindaco, chi amministra senza sosta non è il primo cittadino e chi rischia di far cadere tutto è proprio chi dovrebbe rappresentare equilibrio.
Un’amministrazione che si regge sugli eventi, non sulla visione. Sui riflettori, non sulle bonifiche.
Sul consenso emotivo, non su un progetto di governo.
La politica, a Crotone, sembra un’auto lanciata a tutta velocità.
Ma chi tiene davvero il volante?
E fino a quando il passeggero accanto resterà fermo, in silenzio, senza tentare di riprenderlo?
E soprattutto, guardate l’immagine di copertina scelta.