Tra gli ospedali di Paola e Cetraro ormai è guerra senza quartiere.
Quanto contenuto nel riordino della nuova rete ospedaliera, che avvantaggia Paola a discapito di Cetraro, ha già creato un vespaio di polemiche, con le veementi proteste dei cetraresi, che hanno chiesto la testa del commissario Scura, protetto da quei politici che stanno con un piede in mille scarpe e che vorrebbero essere i “paladini” di tutti.
Ieri abbiamo dato conto ai nostri lettori di un esposto presentato in procura affinché qualche magistrato di buona volontà si metta un paio di occhiali e vada a verificare in che stato è l’ospedale di Paola, costruito sopra una frana ed esposto a pericolii gravissimi.
Oggi torniamo sull’argomento con una bella lettera che ci ha scritto un nostro lettore. Si chiama Giulio Matteucci ed è un ingegnere civile oggi in pensione, che ha studiato a lungo il nostro territorio. Ecco la sua testimonianza.
Nel lontano 1967 poco più a monte dell’ospedale di Paola, che allora non esisteva, ci fu una frana che parti poco sopra la statale 18 e giunse fino all’imbocco della costruenda galleria ferroviaria cioé fino a quota mare.
Fu una cosa spaventosa che interessò una vasta zona con trasporto di terra e quant’altro, di quantità enormi, distruggendo un viadotto della costruenda variante, case e coltivazioni.
Non si capisce davvero com’è stato possibile che, anche se a distanza di anni, fosse autorizzata la costruzione dell’ospedale, zona chiaramente lambita dalla frana.
Io ho assistito alla catastrofe e prima che si decidesse di costruire l’ospedale proprio su quel luogo, ho avuto un incontro con l’allora Capo Compartimento ANAS, al quale feci presente il gravissimo pericolo che correva la costruenda opera e proposi di cambiare progetto per sorpassare la zona a rischio.
Bene, mi diedero del pazzo e mi dissero che volevo fare opere più costose.
Dopo pochi mesi incontrai quello stesso Capo Compartimento Anas sul posto dov’era caduta la frana e dove poi si sarebbe costruito l’ospedale di Paola, ci guardammo, mi tese la mano e mi disse: “Aveva ragione!”.
Ma intanto avevamo già perso due campate del viadotto…
E’ davvero incomprensibile la costruzione dell’ospedale di Paola proprio in quel luogo.
Giulio Matteucci