L’Associazione Lotta ai Tumori di Cosenza: “Continueremo il nostro impegno con ancora più passione”

A 24 ore di distanza dal vergognoso furto perpetrato ai danni dell’Associazione Lotta ai Tumori di Cosenza, che raggruppa tanti volontari che vogliono fare qualcosa di importante per chi soffre di queste patologie, abbiamo incontrato la presidente Anna Maria Rende, che ci aveva scritto un’accorata lettera all’indomani della brutta sorpresa trovata al rientro dal breve periodo di vacanza.

“Devo ringraziare chi sta esprimendo solidarietà nei confronti dell’Associazione Lotta ai Tumori di Cosenza condannando il gesto deplorevole e squallido compiuto attraverso l’ennesimo furto£ – ci ha detto Anna Maria Rende.

“Qualcuno, al quale evidentemente diamo fastidio – ha aggiunto -, si è appropriato di un banner plastificato lunfo tre metri sul quale c’era la nostra denominazione associativa ed il logo ALT che copriva il nostro bancone, fogli di elenco dei nostri servizi, locandine, materiale informativo, bigliettini ALT del 5 per mille, la targa metallica per la donazione di un televisore, brochure e tanto altro che si trovavano nella sala d’aspetto della Rafioterapia del Mariano Santo, dove svolgiamo la nostra attività tutte le mattine.

In sintesi abbiamo trovato la nostra sede operativa e di accoglienza all’interno della Radioterapia completamente svuotata di tutto per un furto che ai più risulta “anomalo”. Infatti, la domanda che sorge spontanea è: ma a chi servoono i nostri materiali e per fare cosa, visto che specialmente sul banner, la nostra denominazione e il nostro logo sono grandi quanto una casa?”.

“Ci stanno giungendo tantissimi messaggi di solidarietà e sostegno da ogni parte – ha aggiunto Anna Maria Rende.

Ringrazio soprattutto i carabinieri di Cosenza, che, a seguito della nostra denuncia, ieri sono venuti nel reparto di Radioterapia del Mariano Santo per constatare di persona quanto era accaduto. Il maresciallo ci ha assicurato che farà di tutto per capire che cosa è successo.
E ci ha raccomandato di continuare a fare il nostro lavoro.

Bene, facciamo sapere a chi diamo fastidio che continueremo a lavorare con più passione e stimoli di prima per la gente che soffre. Se a qualcuno diamo fastidio, se ne faccia una ragione: noi resteremo qui e continueremo a svolgere la nostra missione. Non sono certamente questi gesti vigliacchi ed inqualificabili a farci cambiare idea.

Lo dobbiamo ai nostri assistiti e la maggior pare di loro stanno collaborando con noi in questo periodo per la stesura di un libro, al cui interno sarà inserita la storia commovente di una combattiva adolescente di 13 anni che abbiamo assistito l’anno scorso.

Lo dobbiamo a tutti quelli che soffrono. Oggi più che mai uniti si vince”.