Non abbiamo alcuna stima del giornalista Mario Campanella. Lo abbiamo scritto più volte.
O meglio, lo consideriamo una delle migliori teste del centrodestra ma il suo percorso è talmente accidentato di frequentazioni politiche che non approviamo da stendere un velo pietoso.
Prima destrorso, poi amico dei Cinghiali, oggi del cazzaro e domani, magari, di Madame Fifì.
Forse è il destino di questa terra, ma una persona che scrive libri su Barrett non può ridursi a fare il leccaculo di Occhiuto. Gliel’abbiamo detto e scritto tante volte.
La premessa è obbligatoria per dire che, proprio perché non lo stimiamo, lo difendiamo a spada tratta per la vergognosa discriminazione di cui è oggetto da anni e che potrebbe concludersi il prossimo 14 ottobre dinanzi al giudice del lavoro di Cosenza, Silvana Ferrentino.
Dopo anni di calvario, dopo una sentenza del Tribunale di Roma, dopo una conciliazione legale siglata dinanzi a un giudice, Campanella ancora non è in servizio all’ASP. Incredibile!
Incredibile che l’ex commissario straordinario, Gianfranco Filippelli, abbia revocato quella conciliazione (ed altrettanto incredibile è che sia stato rinviato a giudizio per abuso di ufficio dal Tribunale di Cosenza !) come se l’ASP fosse casa sua.
Ha mandato gli atti in procura dicendo che c’era stato un favoritismo, ma la procura ha accertato che nessun favoritismo c’era stato e che l’unico a commettere reato era stato lui.
Incredibile che una conciliazione legale firmata dall’immarcescibile avvocato Giovanni Lauricella venga revocata e che l’ASP si costituisca in giudizio con lo stesso Lauricella come legale.
Questo accade nella nostra sanità, caro commissario Massimo Scura! Mentre lei parla id legalità c’è chi al calpesta.
Incredibile che Filippelli abbia revocato quella conciliazione proprio un anno fa, il 7 ottobre, nove giorni dopo che Campanella aveva presentato un esposto a Cantone sul suo mancato inserimento in servizio.
Ma c’è dell’altro: a giugno, pochi mesi prima, Filippelli stesso aveva scritto una raccomandata al giornalista spiegando che la conciliazione era validissima (!).
Ricapitolando per chi non avesse capito: un giornalista chiede la stabilizzazione, un tribunale gli dà ragione, l’ASP gli dice: facciamo una conciliazione ma rinuncia ai soldi che dici di avanzare, quello esegue e poi l’ASP annulla tutto!
Come se uno di noi avesse un credito, facesse causa, il debitore gli dicesse facciamo un accordo che ti dò i soldi ogni mese, quello rinuncia alla causa e perde tutto.

Campanella chiede che la conciliazione venga dichiarata valida e ha sospeso, a marzo, le sue attività di protesta dopo un incontro con il direttore generale Raffaele Mauro, che gli ha assicurato (così scrisse il giornalista in un comunicato stampa) che se il giudice gli avesse dato ragione, l’ASP lo avrebbe immesso in servizio.