E Munno fu. Terminate le farlocche elezioni provinciali, tanto inutili quanto lo sono questi enti sottratti al controllo dei cittadini, Marcello Manna il quaquaraquà, il sindaco che mai più i rendesi faranno sedere a via Rossini, ha nominato i primi due assessori.
Si tratta di Pierpaolo Iantorno, ribelle della prima ora zittito con un posto in giunta e dell’immarcescibile “pistolero” ex assessore di Umberto Bernaudo, tale Pino Munno.
Si sa, la politica ha le sue regole ed i suoi metodi, ma questa nomina rischia di far saltare anzitempo il già stanco ed inutile sindaco quaquaraquà. Pino Munno ha già dato prova delle sue capacità, della sua cultura, vasta ed accademica e si è distinto per coerenza e riconoscenza, ad esempio verso Snadro Principe, che gli ha consentito di passare dall’anonimato di “concistocchi” ai fasti del potere amministrativo.
Munno è l’emblema di ciò che la politica non dovrebbe essere. Affarismo e mediocrità. Ed allora perché il sindaco lo nomina? Perché dopo i disastri finanziari e delle procedure lo riporta li da dove l’aveva cacciato Bernaudo? Perché, nonostante le voci di pesanti inchieste ancora aperte, Manna è costretto a fare questa scelta, che lo consacra al più vomitevole andazzo?
La risposta è semplice: Manna è sotto ricatto e non avendo le palle né la statura brancola, cede, anche a costo di dover prendere atto che la scelta di costui potrebbe essere un boomerang, una pericolosa deriva.

Munno è l’anticamera dell’indecenza, della peggiore proiezione dei ricatti, delle camarille, del disprezzo di ciò che i cittadini chiedono ed hanno chiesto allo stesso Manna. Eppure questo assessore “si deve fare” come l’ordine manzoniano dei bravi al debole e piegato parroco.
Già, Don Abbondio.
Lui, come Don Abbondio, cede alla violenza dei “bravi” rendesi. Signorotti che lo minacciano, lo ricattano. O forse lui stesso, come Don Rodrigo, esalta la violenza, la propugna e la eleva a pratica istituzionale? Con Manna tutto è possibile: tutto e il contrario di tutto. Anche lui, come tanti politici di casa nostra, dottor Jekyll e mister Hyde.
In un quadro, però, molto più fosco della nebbia che circondava il lago di Como e che a Rende parte da Santa Rosa fino ad avvolgere via Rossini. Corsi e ricorsi della storia, anche di quella meschina, logora, con personaggi nani che non hanno nemmeno le ballerine delle varie Repubbliche.
Lo immaginiamo stamane il neo assessore che entra nel bel municipio rendese, capolavoro di impegno ed ingegno urbanistico, con la pistola sotto la cintola o sotto l’ascella. Come faceva Cetto Laqualunque sul palco del comizio aprendo la giacca.
E poi, perché camminare con una pistola? Si sente in pericolo? O vuole mostrare la forza della violenza come faceva Cetto? E per quale ragione? Immaginiamo le stesse del grande personaggio di Antonio Albanese.
Ci dicono che l’esibizione della Colt è un’abitudine quotidiana, sia che si tratti di andare a messa, sia ad una riunione in compagnia del Cinghialotto rendese.

A proposito, perché nominare solo due assessori, dopo mesi di bugie e di rinvii? E cosa ha in serbo Manna e cosa il Ponzio non Pilato, vero padrone della ferriera rendese? Manna avrebbe potuto eccellere, dimostrare che il cambiamento tanto promesso si poteva fare ed invece ha fallito e gli intrecci, le collisioni e le collusioni lo porteranno ben prima della scadenza a gettare la spugna.
I social ormai registrano un gradimento vicino allo zero per questa figura assai meschina. È già in questi minuti la nomina di Munno fa sobbalzare dalla sedia molti esponenti che hanno sostenuto ufficialmente e sotto copertura il sindaco-sosia di Carlo Conti (aspettiamo presto la tintura dei capelli).
A proposito: non è escluso che Manna sfrutti questa somiglianza per farsi invitare tra qualche giorno all’Ariston di Sanremo quale controfigura. Non c’è dubbio che si farebbe accompagnare dal bodyguard Munno con tanto di pistola al seguito. Vi terremo informati di questa operetta da strapazzo e terremo sotto controllo il rinominato Munno e le ditte che con lui hanno fatto manbassa di lavori e lavoretti e che hanno gettato la cittadella nel buio finanziario.