Come si dice: … perseverare è diabolico. Ed è quello che sta facendo Occhiuto con la storia della tomba di Alarico. Non ci sta ad arrendersi in questo modo, e come è suo costume persevera sull’argomento.
Proprio ieri nel suo consueto viaggio romano “ha incontrato il ministro (per qualche altro mese) Franceschini portandogli in dono un libro che ripercorre la storia di Edoardo Galli, il più grande archeologo italiano di inizi novecento, che confermò la tesi della sepoltura del re nelle affluenze dei due fiumi cosentini, insieme al suo leggendario tesoro. Secondo alcuni storici, insieme alle 25 tonnellate d’oro e alle 150 tonnellate di argento, frutto del sacco dei Goti, Alarico avrebbe sottratto anche la La Menorah, cioè la straordinaria lampada ad olio a sette bracci che nell’antichità veniva accesa all’interno del Tempio di Gerusalemme attraverso combustione di olio consacrato”. Così come recita il comunicato comunale.
Un modo come un altro per cercare di convincere il ministro a tempo Franceschini della bontà della sua “intuizione”. Occhiuto è andato diritto al sodo chiedendo al ministro di autorizzare gli scavi, bruscamente fermati dall’ottusità di odiatori e ricattatori seriali.
Franceschini pare che alla sua richiesta di riprendere gli scavi a Cosenza alla ricerca della Tomba perduta abbia così risposto: “Occhiù, scusa si tu dicu, ma tu chi tti fumi?”