Oggi (ieri per chi legge, ndr) mi trovavo presso la stazione di Castiglione Cosentino insieme a una bambina di 6 anni per recarmi al mare a Paola con il treno delle 16:43. Dopo qualche minuto di ritardo, il treno in questione è stato cancellato.
Subito dopo è stato cancellato anche quello delle 17:08 e, dopo un’ora di attesa sotto il sole cocente, anche quello delle 17:43. La ‘motivazione’ data in stazione era ogni volta ‘per mancanza di materiale’ (?).
Nel frattempo però era presente sul posto un controllore, il quale comunicava telefonicamente con qualcuno di Cosenza che pare gli motivasse l’accaduto asserendo che mancavano macchinisti e capotreni per far partire i treni, dal momento che molti di loro erano in ferie (assurdo)!
Sul posto erano presenti anche due signore, le quali dovevano prendere un aereo e che sono state costrette ad arrivare a Lamezia in taxi!
In tutto ciò, ovviamente, i biglietti non ci sono stati nemmeno rimborsati.
Oltretutto, nemmeno due settimane fa, ho preso il regionale che parte da Napoli intorno alle 17 per arrivare a Cosenza. Chiaramente partito con un’ora di ritardo, senza posti a sedere, senza aria condizionata, bambini buttati a terra e gente che non respirava. Abbiamo viaggiato come i deportati in piedi per più di 5 ore. Le persone che prendono spesso quel treno, mi hanno riferito che è sempre così, ma non cambia mai nulla nonostante le numerose lamentele.
Quello che mi sembra più assurdo, è che chi governa la nostra regione pensa a opere megagalattiche come il ponte sullo stretto, ma non ha la minima idea di come (non) viaggiano tutti i giorni i calabresi. Non è un’esagerazione dire che le infrastrutture in Calabria sono ferme al 1861 ed è inconcepibile non riuscire a muoversi all’interno della stessa regione e, ancora peggio, come oggi è accaduto, all’interno della stessa provincia.
Lettera firmata