Lettere a Iacchite’: “Biblioteca Civica, ecco la storia dei debiti: il ruolo di Ciacco”

Ciacco

La prego di consentirmi di ritornare sulla crisi istituzionale della Biblioteca Civica di Cosenza, dopo aver letto attentamente i tanti contributi di questi giorni apparsi sui giornali e sui socia-forum.

Mi preme puntualizzare alcuni fatti oggettivi, focalizzando la riflessione su diversi punti fondamentali e dando spunti utili per cercare di capire perché la Biblioteca Civica sia stata spinta nel baratro di un pauroso fallimento economico-finanziario, che discende da una vera e propria crisi istituzionale a causa dell’abbandono da parte dei tre enti fondatori e finanziatori (pur se il Comune pare che versi ancora oggi 300 mila euro annue).

Questa mia riflessione la faccio nella mia qualità di direttore facente funzioni, snodatasi per un quinquennio, 2007-2011: ciò vuol dire anche che, direttamente e indirettamente, sono coinvolto in fatti gestionali significativi avendo (io) firmato anche non pochi atti ufficiali.

Ecco una carrellata dii fatti (i più notevoli) che vanno sviscerati in altra sede.

1).- punto 1: ritengo che fin dai primissimi anni del 2000 il CdA, sovente sia stato incompleto nella composizione collegiale, e sia stato anche un sostanziale fantasma che non ha fornito atti di indirizzo per l’azione lavorativa e di controllo sull’attività complessiva dell’istituto.

Per cui, soprattutto dopo il pensionamento dell’ex Direttore Giacinto Pisani, avvenuto nel Maggio 2007 (era in servizio dal 1959 ed ha svolto 48 anni di servizio!) anche il personale si è trovato in una sorta di felice stato di autogestione e privato dello stipendio per interi semestri a far data dal 2003.

Ma le innumerevoli denunce scritte sullo stato di sostanziale abbandono e di difficoltà e disagio non sono mai state prese in considerazione dai responsabili che le hanno ricevute. Prova ne sia che, se ricordo bene, il sindaco e il presidente dell’Ente Provincia per diversi anni o non hanno nominato una parte dei loro rappresentanti in seno al CdA della Biblioteca, oppure li hanno nominati solamente parzialmente.

Tra l’altro sia il sindaco e sia il presidente dell’Ente Provincia sono responsabili in prima persona dei fatti della Biblioteca, posto che lo Statuto Integrativo del 2005 li coinvolge in prima persona nel CdA, pur se poi i medesimi amano delegare.

2.) Punto 2: In più, dopo il pensionamento del dr. Pisani, il CdA era pure acefalo per un evidente stato di salute precaria del suo presidente; un presidente che addirittura nel 2010 si è dimesso ufficialmente, rimettendo il mandato nelle mani del sindaco, e assentandosi per mesi e mesi. Ebbene, gli Organi preposti non si sono preoccupati affatto di sostituirlo, tant’è che nel 2011, precisamente il 28 marzo, il Presidente dimissionario si è ripresentato e ha ripreso servizio ad una riunione, diciamo così “speciale” (politica!) del Consiglio, presiedendolo.

Eppure tale Consiglio era dimezzato al 50% posto che erano assenti i due rappresentanti del sindaco e ciò appare come una situazione illegale, giacché consentì ai due rappresentanti del presidente dell’Ente Provincia di conferire la nomina di un consulente esterno di carriera dirigenziale per la Biblioteca. Insomma, nella nomina ci fu l’avallo evidente del redivivo presidente dimissionario.

Dal 2006 al 2010 la Biblioteca ha omesso di effettuare atti importanti tra cui 5 annualità dei bilanci preventivi e consuntivi. Il CdA ha omesso di costituirsi in giudizio tra il 2008-2009 in una causa di lavoro, ha perso la causa e la povera Biblioteca è stata condannata al pagamento di 470 mila euro, per cui fu notificato uno dei primissimi decreti ingiuntivi.

3. ) Punto 3 Un CdA non solo fantasma ma anche partigiano, dai due pesi e dalle due misure, giacché nel 2012 si costituisce in giudizio in una ennesima causa di lavoro intentata da un dipendente interno, col chiaro fine (da parte del CdA) di favorire una consulente esterna.

Col Consiglio fantasma, UN UNICO E SOLO CONSIGLIERE HA EFFETTUATO SCELTE E OPERAZIONI GESTIONALI IN PERFETTA SOLITUDINE E (molto probabilmente) SENZA AUTORIZZAZIONE ALLE SPESE, GIACCHE’ (che io sappia!) DI ESSO CONSIGLIERE MAI LA COLLEGIALITA’ DEL CONSIGLIO HA PRESO ATTO DELL’INSEDIAMENTO UFFICIALE.

Successivamente alla suddetta gestione in solitaria, un numero impressionante di decreti ingiuntivi sono stati notificati alla Biblioteca da parte dei creditori (anche pasticcerie cittadine, ha dichiarato l’altro ieri il Sindaco Mario Occhiuto) per le spese effettuate senza probabile autorizzazione, e che, pare, superino gli 80 Mila Euro.

C’è da chiedersi: ma, posto che il presidente dimissionario non era nella pienezza delle sue facoltà, i colleghi dell’Ufficio Amministrativo hanno forse avallato anche alcune di quelle spese significative?.

Da quanto leggo, ma per la verità ne ero già al corrente, oggi la povera Biblioteca ha un debito complessivo di mezzo milione, come ha sostenuto il sindaco Occhiuto: ci vuole molto a capire da dove germogliano quei debiti?

4.). Punto 4: la condizione del patrimonio librario e documentario verificata nel 2010 da parte della Commissione della Soprintendenza Archivistica Regionale e dai CC del Nucleo dei Beni culturali presentava un certo disordine, con aggiuntive sparizioni di edizioni antiche (a partire dal 1500 al 1800, però alcune avvenute in precedenza) perfino dalla celebre Raccolta di Francesco Saverio Salfi. E dal sopralluogo risultava pure che i locali che ospitano i cimeli e le rarità erano in stato sostanzialmente fatiscente.

Ritengo che le suddette inadempienze/omissioni dovrebbero essere verificate dagli Organi competenti, per verificare se rispondono al vero, se ce ne sono state di ulteriori, e per attivare le conseguenziali iniziative.

E’ opportuno ridare dignità alla Nobile Biblioteca Civica di Cosenza, dove si sono recati a studiare, in ogni epoca, personalità e studiosi di chiara fama, anche a livello mondiale, e dove si sono educate intere generazioni e pure i nostri figli.

 

MI permetto di rivolgermi al sindaco Mario Occhiuto, per fare una doverosa ed importante RETTIFICA (per non confondere le acque in tavola) rispetto a quanto ha dichiarato. Il primo cittadino ricordava, che “la sinistra cosentina” (riporto anche le virgolette dei quotidiani) nominò l’avvocato Antonio Ciacco come Rappresentante del sindaco (dunque consigliere del CdA), e non già come “Responsabile della Biblioteca” (come erroneamente afferma il sindaco), e, che io sappia, il Ciacco ha sempre firmato gli atti come Consigliere del CdA (fantasma). E non aveva i requisiti per farlo. 

In fede

Michele Chiodo