‘Ndrangheta e massoneria: il magistrato onorario, il consigliere Cherubino e la “falsa politica”

«Cosa Nostra siciliana e la `Ndrangheta calabrese da tempo immemorabile e costantemente fino ai nostri giorni nutrono e coltivano un accentuato interesse nei confronti della massoneria». Lo scrive la Commissione Antimafia nella relazione della presidente Rosy Bindi. «Da parte delle associazioni massoniche si è registrata una sorta di arrendevolezza nei confronti della mafia. Sono i casi, certamente i più ricorrenti, in cui si riscontra una forma di mera tolleranza ch si rivelano i più preoccupanti» aggiunge Bindi. «La Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (DNAA), dopo un primo screening nel proprio sistema informativo, ha indicato 193 soggetti aventi evidenze giudiziarie per fatti di mafia. La loro appartenenza alle quattro obbedienze massoniche è così ripartita: GOI: 122; GLRI: 58; GLI: 9; Serenissima: 4».

Nella relazione, in particolare, si fa riferimento al caso di un magistrato onorario che nel 2010 aveva denunciato, solo in ambito massonico, di aver subito pressioni ad opera di due confratelli perché si adoperasse per intervenire sul giudice monocratico del tribunale di Locri per ottenere, in favore dei figli di uno dei due, sottoposti a procedimento penale per ricettazione, la derubricazione del reato. Nel 2012 il magistrato fu ulteriormente sollecitato da un altro dei suoi fratelli di loggia, perché intervenisse presso i magistrati della procura distrettuale di Reggio Calabria per perorare la causa di un terzo massone, già consigliere della Regione Calabria, avendo questi saputo che, nell’ambito di una indagine antimafia coperta da segreto, si stava vagliando la sua posizione. L’ex consigliere regionale è stato poi arrestato e condannato a 12 anni di reclusione.

CHI E’ L’EX CONSIGLIERE REGIONALE

16 marzo 2015. Dodici anni di carcere per Cosimo Cherubino da Siderno. Tanto quanto aveva chiesto il sostituto procuratore della Dda Antonio De Bernardo nel corso della requisitoria del processo “Falsa politica”. L’ex consigliere regionale calabrese del Pdl è stato condannato dal Tribunale di Locri per associazione a delinquere di stampo mafioso. Il processo contro la cosca Commisso si è concluso con cinque condanne e due assoluzioni. A Domenico Commisso sono stati inflitti 9 anni e 6 mesi di carcere, mentre per Rocco Tavernese, Damiano Rocco Tavernese e Giovanni Verbeni la pena è di 10 anni e 6 mesi. Sono stati assolti, infine, Antonio e Rocco Commisso, per i quali l’accusa aveva chiesto 9 anni di carcere.

Una lunga carriera politica, caratterizzata negli ultimi anni da diversi cambi di casacca, a partire dalla Sdi per finire al Pdl, ultimo partito al quale risulta avere aderito. Cosimo Cherubino ha alle spalle, dunque, diverse esperienze politico-amministrative, a partire dalla sua ultima elezione in Consiglio regionale, nel 2005, con la lista dello Sdi, riportando, nel collegio di Reggio, 6.689 preferenze. A fine 2009 l’adesione al gruppo consiliare Misto – componente “Socialisti – Riformisti per la Calabria”, ma prima ancora era stato presidente del gruppo del Partito socialista (PSE) costituito in sostituzione dello Sdi. In Consiglio regionale ha ricoperto il ruolo di segretario della Sesta Commissione consiliare “Affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero”. In precedenza, Cherubino è stato vicepresidente del Consiglio provinciale di Reggio, consigliere nel Cda della Facoltà di Messina; attualmente, direttore dell’Istituto scolastico privato Giacomo Leopardi di Siderno.

Candidato a soli 26 anni alla Provincia di Reggio Calabria è stato eletto consigliere, con un consenso molto ampio, poi rieletto nel 2002 riportando 2290 voti nel collegio Siderno-Gerace.

In sostanza, il Tribunale di Locri ha confermato l’impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia. Per la Procura la cosca Commisso aveva in mano l’amministrazione comunale di Siderno. Anche solo per candidarsi, i politici dovevano avere l’autorizzazione del boss Giuseppe Commisso, detto il “mastro”, condannato a 14 anni nel processo Crimine. “Perché a me non interessa la politica… però se si trova uno che vuole andare, che ci tiene… noi siamo stati a disposizione, tutta la provincia lo sa che noi siamo stati a disposizione”. Era questo il “Commisso pensiero”, il leit-motiv che accompagnava tutte le elezioni che interessavano il territorio di Siderno: dalle comunali alle provinciali passando per le regionali.

Le intercettazioni ambientali registrate dentro la lavanderia gestita dal boss non lasciavano adito a dubbi circa il condizionamento della famiglia mafiosa nella vita politica della cittadina della Locride. La lavanderia del boss Giuseppe Commisso era diventata quasi un luogo di pellegrinaggio per i politici e per gli aspiranti politici. Tutti “in preghiera” dal mammasantissima per garantirsi il placet degli uomini d’onore. Quegli stessi “uomini” che, a queste latitudini, stabiliscono che “uno… quando fa i movimenti, i partiti lo mandano i cristiani e lui lo deve dire, e deve fare sempre quello che dicono loro”.

Significativo è il colloquio registrato dalle cimici della squadra mobile di Reggio: Giuseppe Commisso cerca di spiegare allo zio ‘Ntoni (patriarca della cosca), all’anagrafe Antonio Commisso, le sue scelte politiche e il motivo per il quale la “famiglia” ha scaricato il sindaco Alessandro Figliomeni, condannato a 12 anni l’estate scorsa in un altro filone dell’inchiesta: “Perché si parla una volta… – dice il “Mastro” – cose che si è stabilito nella Provincia che non si può parlare di politica. Gli uomini ti stimano e ti valutano e… deve stare zitto se no te ne vai a casa… Che cazzo, dopo che ti aiutano, che ti facciamo fare il sindaco… se no tu rompi i coglioni”.

La ‘ndrangheta aveva puntato sull’ex assessore provinciale Rocco Agrippo (pure lui arrestato nell’inchiesta “Falsa politica” e condannato in primo grado a 7 anni di carcere con il rito abbreviato) e sul consigliere regionale Cosimo Cherubino, candidato alle regionali del 2010 con il Popolo delle Libertà a sostegno del governatore Giuseppe Scopelliti. Devastanti le considerazioni dei magistrati: “Cherubino nasce, si forma come politico proprio nel contesto della cosca sidernese, assumendo via via, fra le altre componenti politiche della cosca, la funzione di punta di diamante da utilizzare per introdursi nel mondo della politica che conta ben oltre il livello comunale e provinciale”.

Non era ancora emerso tuttavia l’intreccio con la massoneria e il magistrato onorario.

Che potrebbe essere stato determinante per ottenere la sua scarcerazione per decorrenza dei termini il 1° settembre 2016. Il politico sidernese è tornato in libertà per la decorrenza dei termini, in quanto dal momento del suo arresto, datato maggio 2012, non si è ancora chiuso in via definitiva il processo che lo vede coinvolto e dunque sono scaduti i termini per la carcerazione preventiva.