Politiche 2018, come si vota (di Sergio Nucci)

COME SI VOTA

di Sergio Nucci

Tra soli dodici giorni saremo chiamati a votare per il rinnovo del nostro parlamento. Si è visto di tutto in giro. Candidati offerti in ogni salsa e ad ogni ora. Boutade incredibili e promesse mozzafiato. Non ci hanno risparmiato davvero nulla. Ma si sa, in una campagna elettorale che potrebbe, ma in pochi credono, essere di svolta tutto è ammesso, o quasi.
E di tutto si è parlato, finanche troppo. Solo di una cosa a mio parere si è discusso poco, del meccanismo di voto che l’elettore avrà il 4 marzo a sua disposizione.

Girando tra la gente si incontra sempre quello che ti dice con indolenza vorrei votare Tizio ma se voto Tizio mi becco Caio. Oppure trovi l’ignaro che pensa che alla fine si possa esprimere una sorta di voto disgiunto, cosa del tutto impossibile pena l’annullamento della scheda, scegliendo candidati da schieramenti diversi.
Eccolo, dunque, il limite di questa tornata elettorale, non avere acculturato gli elettori presentando loro le opzioni di voto per quello che davvero sono. E allora mi cimento io a fare un po’ di chiarezza.

Per spiegare il meccanismo di voto, e per comodità di chi mi legge, prenderò come esempi alcuni candidati nel mio collegio: Cosenza. Prima considerazione: se avete deciso di votare non è possibile non votare il candidato o candidata all’uninominale. La legge infatti prevede che anche il voto sulla lista (o sulle liste) a supporto del candidato all’uninominale si trasferisca automaticamente allo stesso. Seconda considerazione: se intendete votare solo il candidato all’uninominale il voto andrà ripartito secondo le percentuali ottenute nelle votazioni tra le liste ad esso collegato. Detto così sembra difficile ma con esempi pratici tutto sarà più semplice.

Mettiamo il caso che nel collegio di Cosenza l’elettore decida di votare Giacomo Mancini (centro-sinistra) ma non abbia intenzione di votare tutta la sua coalizione, ovvero tutt’e quattro i partiti che la compongono e quindi i candidati delle liste proporzionali, a quel punto l’elettore, se vuole, può barrare il nome Giacomo Mancini e poi, tra le liste che lo sostengono, scegliere quella che più aggrada, magari Civica Popolare, capolista Franco Pichierri.

Scegliendone una sola il voto andrà a Giacomo Mancini e ai candidati del proporzionale della lista che si è scelta. Vero è che se si barra solo una delle liste della coalizione (non di più d’una, pena l’annullamento del voto) il voto andrà a quella lista e al candidato Mancini.

Analogo discorso per il senato. Immaginate che vogliate votare Sonia Ferrari (centro-sinistra) ma non siate convinti di premiare tutta la sua coalizione. Anche in quel caso potete apporre la croce su Sonia Ferrari e barrare magari la Lista Civica Popolare, capolista Maria Locanto. In quel caso il voto andrà alla Ferrari e alla Locanto.

Diverso è il ragionamento per quelle forze che non hanno coalizione ovvero presentano un solo partito. E’ il caso dei Cinque Stelle o di LEU o di Potere al Popolo o di altre ancora. In quel caso il voto automaticamente si trasmette dall’uninominale al proporzionale e viceversa.
Per comodità ho usato come esempi dei candidati che non si sarebbero risentiti se li avessi citati. Non me ne vogliano loro ma neanche quelli che non ho citato.
Io ho capito così, speriamo di aver capito bene e buon voto a tutti.