Muggiò, alla Panem forni spenti dopo oltre mezzo secolo
Finisce nel peggiore dei modi il calvario di Panem di Muggiò: dopo oltre 50 anni sono stati spenti i forni della Panem. Le ultime commesse sono state perse. Futuro nero per i 90 dipendenti. Udienza in tribunale il 9 aprile. Le ultime confezioni di pane prima di spegnere i forni. Probabilmente in modo definitivo. Finisce nel peggiore dei modi il calvario di Panem di Muggiò, dalla quale è partita la simbolica Via Crucis del venerdì santo, dopo gli ultimi disperati tentativi di mantenere la continuità occupazionale per i 90 dipendenti del sito di via Pavia. A quanto sembra, inutilmente.
Troppo compromessa, infatti, è risultata la situazione dopo l’ennesimo colpo all’azienda, ovvero il fallimento nello scorso dicembre di Alimentitaliani, la controllata del gruppo iGreco, che avrebbe dovuto rilanciare l’intero ex gruppo Novelli e che invece lo ha affossato. Complice la scelta poco oculata del Ministero dello Sviluppo economico, ma non solo: «Panem è ferma, anche le ultime commesse sono state perse – ha sottolineato lapidario Matteo Casiraghi di Flai Cgil MB –. Questo disastro ha dei responsabili e sono tanti».
Così, ormai, non resta che aspettare la prima udienza prevista per il 9 aprile al Tribunale di Terni «per una prospettiva di continuità, che non sarà occupazionale». La cassa integrazione straordinaria scadrà a giugno, il suo rinnovo appare una chimera, e la legge prevede che a 75 giorni dalla scadenza – senza una proroga – cominci la procedura per i licenziamenti.
Intanto i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil sono ancora in attesa di una convocazione da parte della Prefettura di Monza che, tuttavia, sembra lasciarsi desiderare: in teoria, infatti, non sarebbe ancora tramontata l’ipotesi di una cessione del solo asset di Panem ad un imprenditore interessato a rilevare sia l’azienda che il sito produttivo, ma il silenzio del prefetto non lascia trapelare molte speranze e in ogni caso, a questo punto, riguarderebbe probabilmente il solo marchio Panem.
«Siamo ancora in attesa di una convocazione da parte del prefetto Giovanna Vilasi – ha confermato Casiraghi – ma ci sembra chiaro, ormai, che si stia andando verso l’udienza prefallimentare. Ciò che attualmente possiamo verosimilmente sperare per i lavoratori, è di recuperare almeno i Tfr e le retribuzioni che ancora non sono state pagate». Tanto che domenica scorsa, all’interno di un’iniziativa organizzata da Cgil Brianza e Inca Brianza in piazza San Paolo a Monza, una trentina di lavoratori ha distribuito centinaia di confezioni di pane ai passanti, per sensibilizzare la cittadinanza e rinnovare l’invito alla Prefettura a convocare le parti in causa. Oggi i macchinari sono fermi, i forni sono stati spenti, dopo più di mezzo secolo l’aria non è più intrisa del profumo di pane.
Solo poco più di due anni fa, proprio a Natale 2016, in via Pavia, si brindava per l’avvenuto passaggio dell’azienda a iGreco. Un passaggio avvenuto anche grazie a un forte interessamento del Governo. I dodici mesi successivi sono stati un rinvio continuo del tanto annunciato rilancio, senza che si chiarissero né il piano industriale né la vicenda della sede, che fa capo al precedente fallimento della ditta muggiorese e che per questo è ancora nelle mani del Tribunale fallimentare di Monza. A Palazzo di Giustizia le aste per la vendita dell’immobile, al quale la iGreco aveva detto di essere interessata, sono andate deserte.
Fonte: Il Cittadino di Monza e Brianza