Cosenza, la crema sulle mani sporche. Occhiuto, umanità zero

È da tempo che gli chiedo di farmi questo favore, mi dice sempre di sì, e poi non se ne fa mai niente. Anche ieri la stessa cosa, gli ho detto: “Mario dai… dimmi chi è il tuo pusher… lo sai che in città si vende solo piollo di scarsa qualità, invece quello che ti fumi tu… e si capisce dalla cose che dici, e dai tuoi occhioni rossi… deve essere di ottima qualità… dai fammi svoltare… giuro non lo dico a nessuno“. E come al solito, dopo avermi detto di sì, rimandandomi alla sera, mi ha scavallato. Non vi nego che ci sono rimasto male. Non me l’aspettavo un altro scavallo così. E dire che mi ero raccomandato, e quando gli ho detto: Marù hai svoltato? Lui da bugiardo qual è mi ha risposto: no, non ho avuto tempo. E io ci ho pure creduto.

Salvo poi scoprire, tramite amici in comune, che Mario Occhiuto, ieri, dopo aver svoltato (chissà dove), insieme alla Santelli e a Geppino De Rose, si sono ritrovati a casa di Mario Campanella, dove avevano in programma una bella serata fumereccia. Sicuramente ara faccia mia. E sempre a detta di questi amici in comune presenti ieri sera a casa Campanella, mentre se la fumavano alla grande, durante uno zapping isterico, provocato dall’eccesso di assunzione di THC, Geppino De Rose, già in preda ad una crisi mistica, incappa nel servizio della trasmissione Nemo (Rai 2) su Cosenza.

Dopo un primo momento di incredulità mista ad allucinazioni sensoriali, Geppino, preso dallo sgomento e dalla paranoia – raccontano gli amici in comune – cerca di coinvolgere Campanella, alle prese con un viaggio psichedelico, per capire se quello che sta vedendo in Tv è solo frutto della sua mente annebbiata dal fumo, oppure una dura realtà. Ma Campanella, dicono, non risponde agli impulsi di Geppino, che rivolgendosi alla Santelli, presa a rollare una canna, le dice: ma quello in televisione non è Mario?

Occhiuto, sentita la domanda di Geppino a Jole, e rivolto lo sguardo ottenebrato alla Tv, quasi gli va storto un tiro al narghilé. I colpi di tosse vibrati dal sindaco, che si stava affucannu mentre lo accendeva, perché stupito dalla sua presenza inaspettata in Tv, richiamano l’attenzione di tutti verso la scatola magica, compresa quella di Campanella.

Per 10 lunghi ed interminabili minuti cala il silenzio a casa Campanella. Non si sentono più le risate tipiche dello sballo e l’ilarità freak che caratterizza questo genere di serate fumose. L’atmosfera è un misto tra realtà e sogno che Mario (Occhiuto) non riesce a decifrare a pieno. È confuso, incredulo. È talmente teso che ad ogni suo movimento il corpo vibra come fosse la corda di un contrabbasso. Sembra accumulare in 10 minuti la rabbia di un secolo. Fino ad esplodere.

E in preda ai fumi del fumo, prende carta e penna e scrive il suo post di risposta al servizio di Rai 2. Una risposta che più sballata non si può. Una risposta che come sempre non tiene conto del suo ruolo. Dimentica, quando è sballato, di essere il sindaco e di avere dei doveri verso i cittadini e la città. Perché un qualsiasi sindaco che si senta civicamente tale, di una qualunque città che si rispetti, dopo un servizio di quel genere, più che preoccuparsi della sua immagine, sarebbe subito corso in soccorso a quei cittadini, che vivono in situazioni disumane, mostrate in TV. Ed invece Occhiuto dice: siccome i poveri ci sono sempre stati, i disagiati ci sono sempre stati, le case diroccate ci sono sempre state, la colpa non è mia, e in quelle situazioni possono continuare a stare. Dimostrando umanità zero.

Prima della sicurezza dei cittadini, bisogna tutelare la figura del sindaco. E infatti replica al servizio di Rai 2 come se quello che il giornalista ha raccontato non esistesse. Tutto finto: persone e luoghi. Come se non fosse vero che i soldi destinati alle case popolari sono finiti nelle tasche di Calatrava. Indipendentemente se ciò è avvenuto 20 anni fa o oggi.  È evidente che Occhiuto e la sua cricca da tempo hanno rimosso dal loro immaginario la povertà a Cosenza. Sono convinti che la povertà non esiste a Cosenza e quella mostrata è tutta un’invenzione di chi ha costruito, con l’aiuto di chissà quale marpione, il vergognoso servizio andato in onda ieri sera.

Quello che conta per Occhiuto è l’immaginario non la realtà. E nel suo immaginario Cosenza è una città che non ha contraddizioni. E così deve essere per tutti. Guai a mostrare la diffusa miseria in pubblico. I poveri, come la polvere, bisogna nasconderli sotto il tappeto. E tirarli fuori solo all’occorrenza: Natale e Pasqua. Quando bisogna apparire buoni agli occhi della gente.

Fossi in lui piuttosto che scrivere cazzate mi adopererei con ogni mezzo necessario a dare una prima risposta alla povera gente abbandonata a se stessa dentro quei vicoli. E poi se rimane tempo fare polemica. Non pensavo arrivasse a questo punto di squallore: preferire la polemica alla solidarietà umana. Ma con Occhiuto al peggio non c’è mai fine.

Ma quello che ha fatto più rabbia a Occhiuto in tutto questo, dicono sempre gli amici in comune, è che non si spiega come mai ogni qualvolta si deve parlare bene di Cosenza in Tv o sui giornali, deve pagare (sempre con i soldi dei caggi), mentre per i detrattori che vogliono parlare male di Cosenza il servizio giornalistico è gratis.

Anche su questo Occhiuto ha promesso battaglia, non prima però di essersi rollato un’altra bella canna. Altrimenti corre il rischio di dire qualcosa di cunchiusu. E poi il drogato sarei io.

GdD