Crotone, sanità corrotta: il patto di ferro tra Arena e Palla Palla

Sergio Arena è un uomo determinato. Di stirpe isolitana, gente testarda che persegue con coraggio i propri scopi, anche a costo della vita. Il direttore generale della chiacchierata Asp di Crotone sta mettendo in mostra tutta la sua forza di volontà. E’ stato nominato abusivamente dal governatore della Regione, è espressione di un partito ormai sparito in Calabria, ma è fortemente sostenuto dalla potentissima lista cittadina.

Nel corso del suo mandato ha all’attivo diversi successi: l’elisoccorso della provincia crotonese è stato abolito. La Centrale operativa del 118 depotenziata. I reparti di Otorinolaringoiatria ed Oculistica dell’Ospedale eliminati. Il tanto propagandato servizio di emodinamica non è mai partito. Il Marrelli Hospital ha visto decuplicare il suo budget a spese dei laboratori privati e dello stesso ospedale.

La voragine del bilancio dell’Asp creata negli anni dalla Direzione Strategica a gestione congiunta Isola-S. Giovanni in Fiore ha fatto precipitare l’ospedale in un baratro a rischio di commissariamento. Eppure, nonostante una situazione che farebbe tremare i polsi ai più forti, nelle ultime settimane del suo sfortunato mandato, il direttore generale persegue il suo obiettivo più importante, il coronamento della sua carriera: l’eliminazione del Primario di Chirurgia Dr. Giuseppe Brisinda da Cosenza. Finora i tentativi sono andati a vuoto. Abbiamo avuto modo di leggere la sentenza di reintegro e ci sembra che i vizi procedurali sbandierati dall’Asp non sussistano. Il giudice entra nel merito, individua le responsabilità personali a vari livelli, e addirittura ipotizza che il tanto decantato disagio dei medici fosse dovuto ad una maldigerita riorganizzazione del reparto e alla perdita dei privilegi di alcuni. L’Ordine dei Medici di Crotone, che aveva promesso aiuto ad Arena con la radiazione dall’albo del chirurgo, non è ancora riuscito nel suo intento. Il reparto di Chirurgia, nonostante i molti medici assenti dal servizio, sembra avere ripreso un barlume di decenza rispetto alla tragica gestione del primo trimestre dell’anno.

Eppure noi sapevamo che non era finita: l’avevamo scritto, e quanto previsto si è avverato. L’Asp fa opposizione al provvedimento di reintegro del Giudice del Lavoro, e non lo fa con mezzi propri. Per il procedimento non sono stati designati gli avvocati dell’Asp, che pure sono regolarmente stipendiati e retribuiti per lo straordinario. L’Asp paga loro pure l’iscrizione annuale all’albo degli avvocati.

No, contro Brisinda serve l’artiglieria pesante e altri soldi dei contribuenti. E quindi si nomina in avvocato del Foro di Catanzaro, molto in auge in Regione. Si scoprono le carte: patto di ferro tra Palla Palla, che propone il suo “principe del Foro” e la Direzione Asp, che deve rimanere ancorata al suo posto. Eppure è di questi giorni la notizia della perquisizione della Guardia di Finanza nelle stanze dei bottoni dell’Azienda crotonese. Conviene così tanto al governatore rischiare un altro “effetto Stige” per continuare a proteggere dei personaggi sempre più compromessi? La strada del ricorso è tutta in salita, e la parcella dell’avvocato di Catanzaro siamo sicuri sarà adeguata alla complessità del caso. I contribuenti saranno felici di pagare un ulteriore obolo alla “giusta causa” di Sergio Arena e dei suoi amici.