Raccomandati, arroganti, presuntuosi, impresentabili, ignoranti. Lo stuolo infinito dei giornalisti lecchini e servi di regime ha praticamente occupato gli studi dei media del potere. Gentaglia come Lucia Annunziata, Massimo Giannini, Augusto Minzolini, Vittorio Zucconi, Eugenio Scalfari, Fabio Fazio, Bruno Vespa e altri soggetti della stessa razza pontifica ancora dalle reti Rai e Mediaset e persino da La7 e Sky anche dopo l’accordo tra i cosiddetti “populisti” e il pupazzo della Troika (Ue, BCE e Fondo monetario internazionale) al secolo Sergio Mattarella per tutelare tutti i loro sporchi interessi.
Fanno parte di un sistema che consente loro di stare alla Rai e all’Huffington Post (la vergognosa Annunziata, incapace finanche di parlare in italiano), a Repubblica e a Radio Capital (Massimo Giannini, il più viscido di tutti) e chi più ne ha più ne metta. Maggiordomi e camerieri di potere (con tutto il rispetto per chi è costretto a fare questi mestieri per necessità ) sempre pronti a ribaltare e a mistificare la realtà e a giustificare le peggiori malefatte del sistema in nome di non si capisce quale bene supremo e superiore se non quello delle loro tasche. Che si estende a cascata a tutti quei media “minori” di carattere regionale e locale schifosamente finanziati dalla stessa casta politica e dagli imprenditori strozzini che sguazzano in questo pantano.
“L’Italia anno dopo anno perde posizioni nella classifica sulla libertà di stampa, relegata ben oltre la 60sima posizione nel ranking mondiale. Prima di noi: Botswana e Niger. In Italia i media soffrono di gravi restrizioni, sono finanziati con soldi pubblici, lottizzati dalla politica ed in mano a soggetti privati. Il risultato è un’informazione asservita al sistema e alle lobby economiche e finanziarie. Gli italiani sanno che i media sono faziosi e controllati ma ne hanno preso atto, ne sono consapevoli eppure non reagiscono se non tentando di ovviare alla mancanza ricorrendo all’utilizzo di più fonti per documentarsi o accedendo alla Rete. Insomma, sanno, si indignano ma tutto sommato convivono con questa gravissima anomalia. Pigrizia, scarso interesse? Anche, ma in molti casi si tratta di rassegnazione. Abbiamo chiesto alla gente comune come si comporta, quello che emerge è una consapevole, arrendevole…rassegnazione” (Beppe Grillo).
Agitano lo spettro dello spread o della “rivoluzione” come se tutto questo fosse colpa dei movimenti ai quali la stragrande maggioranza degli italiani ha dato il suo voto, roba da non credere. E sono diventati tutti maestri di strategia politica: affermavano con una sicumera degna di miglior causa che tutto questo casino l’aveva messo in moto Salvini per “giocarsi” Di Maio e sono stati clamorosamente smentiti dai fatti. Un atteggiamento sempre più simile alla propaganda della dittatura (la loro sì che è una dittatura), un Istituto Luce dalle sembianze “moderne” che è davvero diventato vomitevole e ripugnante. Da qui l’esigenza e l’importanza di un’opera seria di controinformazione che possa invitare a boicottarli e a sputtanare questa gente facendola apparire per quello che è: lecchini senza dignità . Sperando che presto venga fatta pulizia di questa fezza.
GIORNALISTI DI REGIME
Insieme alla radio e al cinema, la stampa fu un importante strumento di propaganda del regime fascista. Il giornalismo, secondo Mussolini, aveva una fondamentale funzione pedagogica e i giornalisti, durante il ventennio, furono gli “educatori della nazione”. Il libro illustra come i principali giornalisti italiani nati intorno al 1890, entrati nella professione prima dell’avvento del fascismo, e quelli della generazione del 1910, che iniziarono la loro attività nei primi anni trenta, sostennero il fascismo e scrissero in favore del regime fino al giorno del suo crollo, il 25 luglio 1943. Dopo quella data la maggior parte dei giornalisti si distaccò dal fascismo attraverso un processo di autoassoluzione e di rimozione delle proprie colpe che permise loro a guerra finita di ritornare sulla scena giornalistica, ancora una volta da protagonisti. (Giornalisti di regime – La stampa italiana tra fascismo e antifascismo (1922-1948) di Pierluigi Allotti editore Carucci)