Ad ormai pochi mesi dalle elezioni amministrative della nuova città di Corigliano-Rossano tante sono le voci che si rincorrono sui possibili candidati e schieramenti. Tra l’ufficioso e l’ufficiale ci si organizza, si discute, si fanno iniziative e si avanzano proposte sulla nuova città. A dire il vero c’è anche chi, ma poi è costretto a rapide smentite e correzioni, avanza dubbi e ripensamenti sulla stessa città paventando “raccolte firme per lo scioglimento del nuovo comune” dimostrando, al pari di chi presenta “arzigolati” esposti alla Corte dei Conti, di non aver avuto e/o non avere chiaro cosa si proponeva mesi fa e cosa prevedono le normative vigenti, anche al netto di una lacunosa legge regionale.
E’ il caso dell’ex sindaco Geppino Caputo, che in una nota stampa avanza collegamenti tra alcuni problemi, a dire la verità endemici alle due ex città, ricollegandole all’azione del Commissario ed alla stessa fusione. Nota stampa prontamente corretta sui social proprio dopo le reazioni non certo entusiastiche del suo entourage che si è riunito nei giorni scorsi.
Un gruppo, composto da ex amministratori delle due città riferibili al centrodestra come Rosellina Madeo (in fuga dal generale Graziano), Giuseppe Turano, Caputo figlio. A loro si aggiunge Aldo Zagarese (PD vicino a Nicola Adamo). Al momento non è chiaro, tra tanti che aspirano al ruolo di candidato, ne chi sia il prescelto di quello che sembra un esercito di generali a cui, sempre al momento, mancano gli eserciti ne se l’alleanza resisterà alla scelta del candidato a sindaco.
E’ sempre di queste ore l’autocandidatura, anche se introdotta dalla frase di rito “sono in tanti che me lo chiedono”, dell’ex consigliere regionale, estromesso per irregolarità nella sua candidatura, il celeberrimo generale Giuseppe Graziano: ha avanzato in una chat la sua candidatura a sindaco “sacrificando” quella certa (sic!!!) alle Regionali per amore della sua città. Certamente un ruolo avranno giocato i rapporti non idilliaci con i vari Occhiuto ed Oliverio, i quali sembrano non ritenerlo indispensabile per la composizione delle liste alle prossime elezioni regionali. Più che un atto d’amore potremmo definirlo un amore di ripiego? Unico suo alleato certo è l’ex assessore regionale ed ex deputato Giovanni Dima, in uscita da Fratelli d’Italia, che lo preferirebbe al variegato assembramento del centrodestra riferito a Caputo & C.
Sempre nel campo del centrodestra poi ci sono le posizioni, convergenti ma anche no, della Lega e dell’ex sindaco Antoniotti, ma che al momento sono in stand by in attesa d’avere un campo più chiaro.
Complessa è la situazione che vivono i 5Stelle. Pur forti di una deputazione consistente appaiono divisi sulla questione centrale: Fusione si, Fusione no. Divisione che, negli scorsi mesi, ha alzato il livello di scontro interno portando a veri e proprie liti sui social e che, oggi, si riaprono con due note distinte e divergenti. Ipotizzare un possibile candidato, al momento, non è facile e non si esclude l’intervento risolutore del protettore cosentino Nicola Morra. A rendere agitato quel mondo è anche la posizione, a dire il vero non facilmente comprensibile, sull’ammodernamento della SS106 che ha aperto, anche all’interno dei meet-up, una discussione tutt’altro che serena.

Quasi impossibile prevedere quello che accade nel mondo del centrosinistra e nella sinistra radicale. Il PD sembra ridimensionato ad un ruolo di comprimario intorno a figure come l’avvocato Nicola Candiano, anche lui impegnato in esercizi di stile su ciò che non andava sulla fusione e che ci fa chiedere “ma per mesi in cui eri assessore e vicesindaco di Rossano…a cosa stavi pensando?”, ed al compromesso Teodoro Calabrò (quello delle assunzioni bloccate all’ASP) insieme ad uno sparuto gruppo di dirigenti del PD, che cercano di proporre qualcosa, guidati alle abili – si far per dire – mani del segretario provinciale Guglielmelli. Ma non trovano sponda in niente e nessuno.
Nell’ambito del civismo, dove però abbondano trasversalismi ed ex dirigenti di partito, abbiamo i movimenti che fanno riferimento a Flavio Stasi e Tonino Caracciolo da un lato, ed alle associazioni dei comitati per il SI al passato referendum guidati da Luigi Promenzio. Che sia un civismo vero o di facciata, che siano schieramenti compositi e tutt’altro che omogenei, infatti tante sono le presenze di ex della sinistra e della destra, ad oggi sono in completa rottura con il mondo dei partiti d’appartenenza.
Dunque, a sei mesi abbondanti dalle elezioni, con molta lentezza, inizia a delinearsi un primo quadro delle alleanze possibili.