A Catanzaro la mafia non spara, inquina le elezioni e diventa pupara. Avete capito bene e, anche questa volta, non c’è possibilità di errore. Sono i riscontri e le azioni, consumate frettolosamente nell’ombra e sul filo di lana delle elezioni comunali, che certificano che la massomafia gode di ottima salute nella città di Catanzaro e che il tanto professato cambiamento resta uno sputo in faccia.
E’ la tempesta perfetta quella che si è abbattuta sul Comune di Catanzaro, dove tutto è diventato territorio di bracconaggio per faccendieri, mafiosi e massoni, mentre il sindaco eletto, il professore di religione Nicola Fiorita, comincia a pagare le cambiali in bianco firmate in fretta e resta circondato. È chiuso in un angolo sotto custodia fra cappucci, grembiuli, crocifissi sconsacrati e barricaderos spompati.
Sono precarie le condizioni di salute del comune capoluogo di regione e il goloso e sventurato sindaco nuovo solo di pacca, Nicola Fiorita è anche lui a scadenza, tenuto in ostaggio dai cabasisi dal “Grande Vecchio”, colui che ha drogato le elezioni e che indica i programmi di viaggio e detiene le mappe del tesoro. Il sindaco Fiorita è incravattato con la griffe degli strozzini ed ogni suo atto, da quelli brucianti a quelli di scenografia, sono sempre firmati a latere dalla massomafia e dalle sue diramazioni burocratiche: i colletti bianchi indagabili, che sono il vero cancro del comune di Catanzaro. Nulla lascia immaginare a qualcosa di diverso, se il sindaco incravattato si è preoccupato di confermare, come se avessero nelle more fatto penitenza, tutti quei dirigenti che ieri sempre Fiorita contestava, ma che oggi riscopre trappisti ad un passo da Cristo, perché benedetti dalla ‘ndrangheta, dalla politica massomafiosa e dal braccio secolare, sporco e lurido della Chiesa catanzarese. http://www.iacchite.blog/catanzaro-ai-tempi-di-fiorita-lunico-dato-certo-e-il-caos-nel-quale-sguazzano-cinghiali-e-strozzini/
La democrazia del burka, la nuova intifada catanzarese è già defunta e sul catafalco c’è in bella mostra lui, il sindaco #cattodemocristianocomunista, il professore di santini e di fatwa islamiche Nicola Fiorita, che si ritrova in un vicolo cieco fra cinghiali randagi ed allevati con le ghiande del “Grande Vecchio” e qualche finta ostia che, da buon “figlio” della peggiore esperienza democristiana, offre sottobanco, fra un sorriso tirato e l’occhio appannato di finte lacrime di stupore e di sete di potere.
Il titolo è sempre lo stesso: “il sanitario, il sindaco e il filibustiere”, giusto a sottolineare che l’oracolo è scoperto, così come l’avevamo già scoperto noi in piena campagna elettorale, che la massomafia sponsorizza ed ha sponsorizzato il sindaco Fiorita insieme ai colletti bianchi del Comune e che, per quanto rullino i tamburi della propaganda, il popolo ha capito il tranello ed ora aspetta il cadavere: quello dei faccendieri, dei menzogneri e dei comunisti con il Rolex al polso, al grido di Bella Ciao.
“Il Lato Oscuro vince sempre”, questo è l’incipit del “romanzo criminale” della città di Catanzaro, titolata roccaforte della massomafia, quella da Basso Profilo in poi. Non serve essere sul set di Star Wars, basta entrare nei palazzi del potere cittadino, dove il sacro diventa profano e dove politica, poteri e persone sono la trama preferita della narrazione, quella a metà fra obbedienze di logge e baciapile oranti. Siamo a Catanzaro, che è sede della Procura più social d’Italia che ormai da tempo non batte conio!
Eppure il gioco era conosciuto, svelato e messo a nudo. A poco sono servite le bugie infarcite del disimpegno al ballottaggio, quando la regia e la vittoria – se vittoria la si vuole chiamare – di Nicola Fiorita ha come regista il “Grande Vecchio”, Mimmo Tallini, che ha portato in dote la lobby sanitaria, quella delle cliniche degli orrori e dei posti letto fasulli di Claudio Parente, ma anche la storica rapina alla città, quei suoli nel quadrante Corvo-Aranceto da sempre bottino dell’associazione – a delinquere – Vivere Insieme, ormai riaccreditata come soggetto stimabile dal sindaco ecumenico. Cambio di passo e di pensiero, magari su suggerimento, anche se fino a ieri, proprio lui, Nicola Fiorita firmava l’esposto querela che ha portato al rinvio a giudizio dell’ex consigliere regionale Parente e dei suoi scagnozzi, già cooptati fra i supporters del sindaco, in quella che la Guardia di Finanza definì “operazione Corvo”.
Se questo non bastava a mettere paura, c’era stata la genialata di chiamare nel board del governo cittadino, consegnando il tesoro del PNRR sul welfare al noto usuraio e faccendiere della sanità don Pierino Citrigno, per l’interposta persona del suo direttore sanitario al Centro San Vitaliano, il dottore Bonaventura Lazzaro, meglio conosciuto come Venturino per gli amici incappucciati. Si realizzava la nuova politica trasversale che univa Cosenza e Catanzaro, dove Citrigno è pari a Parente in termini di pericolosità sociale e criminalità sanitaria. Come dire che Tallini è uguale ad Oliverio in termini di frequentazioni sanitarie poco raccomandabili, dove le truffe sono le stesse se si parla di destra o di sinistra… Salvo poi far dimettere il “pupazzo” di Citrigno (magari per metterne un altro!) e ricominciare il giro: altro giro, altro gettone, siori…
Tutto diventa speculare ed avviene sotto l’occhio pallido e bollito del sindaco merluzzo Nicola Fiorita, già accerchiato dai suoi faccendieri di stampo radical chic che governano la minestra della Lega delle Cooperative o peggio ancora di quelli con l’abito consacrato, acquattati nelle fila della migliore criminalità della curia di Catanzaro. Così tutto diventa possibile e si ammanta di legalità di facciata, salvo poi rintracciare che la truffa è organica e che su questa si regge la vittoria ed il governo del sindaco religioso, Nicola Fiorita, amico degli amici dei mafiosi di Libera che hanno fatto della lotta all’antimafia, una speculazione di natura prettamente economica.
Ma c’è di più. Tutto si consacra al Lato Oscuro della massomafia se sotto il banco, i colletti sporchi del comune di Catanzaro fanno, come al solito, piedino al potere ed al denaro. Ritornano in evidenza i “posti letto” quello che è il valore economico e la spinta imprenditoriale di tanti avvoltoi nella sanità calabrese, che a Catanzaro nelle stanze del palazzo comunale, sono oggetto di accreditamenti al bisogno, molte volte fasulli, ma sempre funzionali alle truffe, così come qualche tempo addietro scriveva la segretaria generale Vincenzina Sica, la mistica di Simeri Crichi, quando tentò di coprire l’Associazione – a delinquere – Vivere Insieme nel tentativo di monetizzazione dei suoli di Corvo Aranceto, quelli finiti nel mirino della Guardia di Finanza. Tentativo fallito allora, perché fu scoperto per tempo e la pressione, in verità anche del consigliere di opposizione Nicola Fiorita, invitò i bracconieri, dentro e fuori del palazzo, a desistere, ma tutto questo non sembra abbia insegnato nulla, se oggi il tentativo si ripete e i “posti letto” diventano “posti autorizzati” per un centro diurno…
La storia ritorna sempre indietro ed i barattoli della marmellata sono sempre invitanti per i “golosi” di turno, quelli che sono sempre gli stessi e che, stranamente, hanno il semaforo verde proprio da Nicola Fiorita, diventato magicamente o per consiglio, complice e non più oppositore, della meglio gioventù criminale della burocrazia cittadina e dei faccendieri della sanità. Sul punto oggettivamente non c’è alcuno elemento di novità nella costruzione della truffa, è sempre quello rodato nel tempo, dove l’incrocio è tossico ed allo stesso tempo criminale. Un sistema retto dalla complicità della burocrazia comunale che, in virtù della riforma del welfare è diventato il punto di snodo, di accreditamento e di consolidamento del potere economico nella sanità territoriale. Se avrete la pazienza di seguirci, vi spiegheremo la genesi, gli attori ed i mal di pancia degli altri avvoltoi, che per quanto sporchi, indicano con il dito la luna, parlando di “amici degli amici”, un eufemismo ed una stupida argomentazione giusto per non dire – perché non si dice mai – che sono tutti una banda di criminali.