Affari&Informatica: la longa manus della Compagnia delle Opere e “Il Contesto” di Sciascia

di Fulvio Mazza

Fonte: Quotidiano della Calabria – 7 dicembre 2004 – 

La Compagnia delle Opere è il braccio economico del Movimento popolare che, a sua volta, è l’emanazione politica della più ben nota Comunione e Liberazione, un movimento che viene considerato un organismo di integralismo confessionale cattolico assai poco disponibile al confronto con la società. C’è chi sostiene che il vangelo letto da CL abbia subito un errore di stampa e sia stato pubblicato senza la parabola del “Buon samaritano”. Ma emerge un dato incontrovertibile: la sua azione è stata certamente sempre improntata ad una coerenza etica che non sempre si riscontra nella struttura calabrese.

Abbiamo cercato più volte contatti con le aziende Brutium e Whynot. Ci hanno risposto sempre centralinisti della Compagnia delle Opere che assai gentilmente ci hanno fornito le necessarie delucidazioni. Ci hanno per esempio evidenziato che i numeri telefonici dei citati Brutium e Whynot sono gli stessi. Per comprendere con chi avessimo a che fare, abbiamo chiesto loro quale qualifica rivestissero all’interno dell’organizzazione. Al che hanno dichiarato di essere obiettori di coscienza. Obiezione (da parte nostra): quale logica avrà mai mosso il ministero della Difesa a concedere obiettori che svolgono servizio per aziende private? Perché Pantalone deve agevolare un’azienda nella concorrenza con altre aziende private?

Ci sarà consentita una piccola digressione semantico-letteraria ma non troppo. Nell’informare i propri azionisti che il vecchio progetto si era bloccato e che l’affare era a rischio, Saladino e gli altri amministratori della Whynot e di Brutium spiegavano che il contratto fra lo stesso Brutium e la Regione Calabria andava rinegoziato in quanto era sorto un problema di “contesto”.

Cosa sia tale “contesto” non viene spiegato e, dunque, non lo sappiamo. Ricorrendo alle reminiscenze letterarie, ricordiamo però il racconto di Leonardo Sciascia che si intitola per l’appunto “Il Contesto”. Nella nota che lo scrittore siciliano mette in coda alla narrazione, leggiamo che la storia ivi descritta si muove in “… un Paese dove non avevano più corso le idee, dove i principi – ancorché proclamati e conclamati – venivano quotidianamente irrisi. Dove soltanto il potere per il potere contava. Un Paese immaginario ripeto. E si può anche pensare alla Sicilia…”.

Si può anche pensare alla Calabria, aggiungiamo noi…

5 – (continua)