Amaco: promozioni, prebende e assunzioni della banda di Occhiuto

Occhiuto e Spataro

Ed eccoci all’appuntamento con la seconda e (per ora) ultima parte della scellerata gestione dell’Amaco da parte della banda di Mario Occhiuto.

Parliamo del personale, gestito in perfetto stile clientelare, di cui abbiamo già scritto, ma sul quale vogliamo rinfrescarvi la memoria (http://www.iacchite.com/amaco-tutti-gli-affari-di-capalbo-dei-fratelli-occhiuto-e-di-morrone/).

Mario Capalbo, presidente Amaco
Mario Capalbo, ex presidente Amaco

Promozioni, prebende, assunzioni sono la passione sfrenata dell’ormai ex presidente dell’Amaco, Mario Capalbo, sostituito con Paolo Posteraro, nipote della dottoressa Maria Antonietta Onorati, già potente magistrato del Tribunale di Cosenza, attualmente in forza a Catanzaro. Come a dire: ‘un si sa mai, nu giudice serva sempri, a Cusenza e non!!

Ma torniamo a Capalbo. Si inizia con l’arrivo di una segretaria particolare del presidente, assunta a chiamata diretta e proveniente dal un altro paese dell’hinterland, Aprigliano. Nuora del locale comandante dei vigili urbani, moglie di un mobiliere collega di Capalbo (che vendeva mobili prima di scendere in politica), che, non è un mistero per nessuno, alle ultime regionali ha sostenuto la candidatura di tale Chiappetta Piercarlo, cognato degli Occhiuto.

Poi, grazie all’interessamento, nel vero senso di quello che significa il termine, del consigliere comunale Michelangelo Spataro, si assorbe l’intera graduatoria degli autisti di un concorso svolto addirittura 8 anni fa. Non ancora appagati, sempre sponsorizzati dai consiglieri Michelangelo Spataro e Luca Gervasi, portaborse di Roberto Occhiuto (detto il Guiscardo), si nominano altri tre capetti dell’ufficio traffico da una graduatoria anche in questo caso vecchia di 8 anni.

A questo punto gli Spataro, forti dell’indagine condotta da una fantomatica commissione di inchiesta, che non ha mai prodotto la sua relazione finale, chiedono ed ottengono lo svolgimento di un concorso interno per capo ufficio. Un concorso farlocco, vinto, come alcuni sindacati avevano preventivamente denunciato, guarda il caso, dal fratello di Michelangelo Spataro, tale Leonardo.

potestiobis

Così, sempre per gli accordi tra questi due “geni” della letteratura dell’arte AMACO e sotto l’egida del garante Carmine Potestio, i posti da uno, come previsto nel bando, diventano due per fare posto (pensate un po’) al fratello di Luca Gervasi, tale Pasquale. E qui si inserisce anche l’incarico ad un avvocato amico della famiglia Occhiuto, che, proprio per la sua inesperienza (nella convenzione è scritto l’esatto contrario), viene di volta in volta affiancato con incarichi per decine di migliaia di euro, da altri avvocati, veterani del foro di Cosenza.

Ma, come si suol dire, l’appetito vien mangiando e così, nottetempo ed in piena estate, Capalbo pensa bene di bandire un concorso a dirigente tecnico, costo 80mila euro annui.

Un bando fulmineo, che non viene pubblicato né da alcun giornale, né dal sito dell’Amaco, come previsto dal Regolamento interno delle assunzioni. Un colloquio e subito viene assunto un ingegnere di mezza età, questa volta proveniente da Mendicino, targato PD (Partito Democratico). In molti tuttavia ritengono che il PD non c’entri niente, poiché tale assunzione, benché temporanea, viene sempre accreditata al potentissimo Potestio, capo gabinetto di Occhiuto e referente dei clan di malavita, che pare sia suo parente in via di acquisizione.

Lucio Sconza
Lucio Sconza

Di fronte a tanta e tale violazione delle leggi e dei Regolamenti interni, approvati dallo stesso Consiglio d’amministrazione che li infrange, l’ex sindaco Occhiuto (che rappresenta l’assemblea dei soci) ha spudoratamente rinnovato la fiducia a Capalbo, sostenendolo in questa sua attività di governo della partecipata Amaco, che conta ben 180 dipendenti, coadiuvato, pensate un po’, dai dirigenti comunali Lucio Sconza (pure avvocato) e Carlo Pecoraro, del quale abbiamo più volte raccontato le “prodezze”.

In presenza di tutto ciò, la procura della Repubblica di Cosenza, alias porto delle nebbie, archivia tutte le denunce presentate da alcune sigle sindacali mentre l’Anticorruzione del magistrato Cantone tace… Ma quale lotta alla corruzione?

(2 – fine)