Amantea e i migranti “malati”. Gli interessi dei politicanti e lo “spot” (economico) della Santelli

di Saverio Di Giorno

Quanti giochi sulla pelle dei calabresi e dei migranti. Amantea nelle scorse ore è divenuta un piccolo spaccato della gestione nazionale delle emergenze e di come queste facciano comodo a tutti. Da quando una decina di migranti risultati positivi al Covid sono stati trasferiti nella cittadina è andata in scena una protesta che ha bloccato per diverso tempo la strada statale 18 in più punti. Da chi non le gestisce, a chi gestisce le proteste, tutti hanno una contropartita. Tutti meno che i calabresi e gli stessi migranti: i primi imboniti, iniettati di confusione e rabbia, gli altri ovviamente sfruttati e maltrattati. Messi l’un contro l’altro. Ovviamente. Ma è questa Amantea?

Raccontata come una protesta di popolo, sceso di impeto sulla strada per difendere la propria salute e, perché no, la già zoppicante stagione estiva. Siamo sicuri che sono questi migranti a ledere l’interesse del popolo di Amantea? Il popolo… una parola troppo corta; utile a confondere tutto e tirata a destra e sinistra da tutti. Le parole possono far danni: cosa succede ad esempio se queste persone vengono definite untori e non ammalate come in realtà sono? Che si vuole l’esilio e non una cura.

Tommaso Signorelli

Chi era questo popolo che evidentemente su decine di migliaia di cittadini ha deciso di mandare una delegazione di qualche centinaio di persone? Molti volti politici e noti. Da Tommaso Signorelli, apparso poi anche in alcuni video, a Vincenzo Lazzaroli, ovviamente pronti a buttarsi a capofitto nella campagna elettorale ormai alle porte. Altri hanno preferito le parole scritte a quelle urlate. Politici locali conosciuti e di lungo corso, di diversi schieramenti, con i diversi sostenitori ovviamente. Oltre a loro poi alcuni anonimi cittadini sinceramente arrabbiati e spaventati tra i quali passavano ogni tanto come ombre proprio loro, gli immigrati, quelli però già digeriti. Cittadini che dichiarano di non-essere-razzisti-ma tra il vociare qualche luogo comune si è sentito e che hanno portato avanti una protesta pacifica-ma che sarà per il sole, sarà per la sopportazione, ha sfiorato la rissa qualche volta.

Una manifestazione bipartisan certo, perché la difesa di una comunità è interesse trasversale certo, ma se in quelle diverse decine di persone una percentuale ha colori politici – e anche qui niente di male in sé, dopotutto è compito della politica dar voce alla comunità – da manifestazione di popolo, rischia di diventare manifestazione politica. Ciò toglie autenticità allo stesso spavento perché poi viene il legittimo dubbio che non sia il pericolo di contagio, il motivo ultimo e nemmeno la paura che i turisti scappino, ma che questa sia stata una buona occasione per manifestare il dissenso contro la gestione commissariale del comune (sciolto per infiltrazioni ‘ndranghetistiche). La solita storia della politica che è insofferente al commissariamento che qualcuno però ha pur causato. E questo è un primo punto, ma non l’unico, perché se è vero che questa è una buona occasione anche per una campagna elettorale è anche vero che qualcuno questa occasione l’ha servita su un piatto d’argento.

Prima fra tutti chi ha gestito i vari spostamenti dei migranti attraverso la Regione. Perché anche qui viene il legittimo dubbio che spostarli verso una comunità commissariata sia più semplice e leda meno interessi che in altri comuni. La Santelli va ripetendo da tempo che il pericolo Covid viene dalle coste sui barconi e che questo è un buon motivo per condannare a morte degli esseri umani, quindi quale miglior spot che un incidente come questo per dimostrare questa sua tesi? Si, perché se è vero che l’Asp assicura che non ci sono stati e non ci saranno contatti con la popolazione, altre testimonianze affermano che la struttura nella comunità di Amantea non è adeguata. Quindi come è stata gestita questa situazione?

Uno spot migliore di quello di Muccino e sicuramente più economico. Ancora una volta la politica, quella incapace o becera, confonde tutto e maschera i veri problemi con i propri interessi. E questo era il secondo punto, la seconda contropartita. Infine ci sarebbe il governo, che ovviamente nulla fa per prevenire tutto ciò e nulla ha fatto di incisivo per migliorare la gestione dei migranti e il loro salvataggio. A maggior ragione se i rapporti non sono ottimi con la regione che più volte nella gestione Covid ha tirato la giacca di Conte.

Come si possono fare ragionamenti sensati in questo clima rovente per il sole e per gli interessi. C’è differenza tra i figli emigrati al nord di rientro e questi altri figli? Non si potrebbero utilizzare le stesse accortezze? C’è differenza tra responsabili della sanità che nei mesi scorsi sono stati segnalati a fare la spola tra nord e sud quando era vietato? Sì, perché in molti casi non erano obbligati, ma in quel caso nessuno ha bloccato i confini della regione. E in questa differenza sta tutto il diabolico inganno che vuole calabresi e migranti, deboli e spaventati, perché non si accorgano di tutto quanto.

Ma a questo punto è giusto chiedersi: la comunità di Amantea è tutta qua? È in questi migranti che risiedono i problemi economici della comunità? Può capitare di trovarsi durante qualche lavoro stagionale in alcune strutture ricettive della comunità o limitrofe e di condividere con queste persone gli orari assurdi di questi “lavori”. Si vedranno, a bordo strada, fuori dai centri o sotto i ponti ferroviari ragazzine, anche minorenni, salire a bordo di automobili e allontanarsi nella notte. Oppure all’alba o al tramonto file di biciclette con ragazzi emaciati e consunti, con un sacchetto di plastica che poi vanno a confondersi tra i mille colori delle campagne limitrofe. O ancora drappelli che aspettano il furgone che li porterà chissà dove. È stato di recente dimostrato quanto sia forte il fenomeno del caporalato sulle nostre zone e nelle attività agricole e viene da pensare guardando file di uomini bianchi e neri sotto le serre che il contagio se ci sarà, avverrà in questi luoghi e non tra le strade o nelle palazzine. Ma è più complicato andare a occupare queste attività e bloccarle.

E d’altra parte a questi caporali non faranno sicuramente schifo braccia in più, anche malate, che raccoglieranno i frutti e le bellezze sane che tanto attirano i turisti e che arrivano più o meno direttamente sulle tavole di quelle attività che ora hanno paura di chiudere se si diffonde il contagio.

La comunità di Amantea è piena di piccoli gestori, di piccoli artigiani e commercianti che non meritano questi giochi come nessuna altra comunità e i loro problemi non derivano da quei migranti (semmai li condividono con loro), ma da chi per anni ha anteposto gli interessi privati (si veda il porto) ad uno sviluppo sano del territorio, e da chi ora non sa o non vuole gestire questi problemi. E questi problemi non se ne andranno nemmeno se questi malati (non untori) saranno cacciati. Ma questi sono appunto discorsi che non si possono fare sotto il sole.