Quello che sta avvenendo in queste ultime ore tra maggioranza e opposizione a Palazzo dei Bruzi, sul tema degli asili nido, è un ignobile ping pong (il classico rimbalzo delle responsabilità), consumato sulle spalle dei bambini, di cui entrambi le “componenti politiche” dovrebbero vergognarsi. E se c’è un animale da chiamare in causa in questa vicenda non è certo lo sciacallo a cui si appella Franz per definire i suoi finti avversari politici che lo accusano di voler mettere per strada 17 lavoratori tagliando di oltre la metà il budget previsto per la gestione degli asili nido, ma lo struzzo.
Già, perché entrambe le parti politiche continuano a mettere la testa sotto la sabbia pur di non affrontare alla luce del sole e con trasparenza la famosa vicenda del fallimento economico del Comune. Che per quel che riguarda Franz resta un argomento da “campagna elettorale”, e come tutte le promesse fatte in quel periodo destinata a restare, nel “rispetto” della migliore tradizione della malapolitica italiana a cui Franz appartiene, un impegno non mantenuto.
La famosa “operazione verità” sui conti comunali annunciata da Franz, non è mai partita, salvo solo tirarla in ballo quando c’è da giustificare un taglio così significativo nei servizi alla comunità. Il che pone l’attuale sindaco socialista e a volte incappucciato, restando nel regno animale evocato da Franz nella sua replica alle accuse dell’opposizione, al pari, per opportunismo, alla iena. E i suoi finti avversari, ovvero i responsabili dello “sciacqua Rosa e bive Agnese” che ci ha portato dritti al fallimento economico della città, tipo gli Spataro, i Caruso, i D’Ippolito, i Campanella, e compagnia bella, più che sciacalli, assomigliano molto, in virtù di quello che dicono (come se loro non c’entrassero niente con il fallimento del Comune) a dei veri e propri scarabei stercorari. Quel carino animaletto che si diverte a ruzzolare palline di sterco, di cui si nutre.
La passata amministrazione spendeva per la gestione degli asili nido 1.888.980,52 euro per 22 mesi. Ovvero 85.862,75 euro + IVA al 5% che fa 90.155,89 euro al mese. Che significa spendere 850 euro, Iva compresa, al mese per bambino. Per un totale di 106 bambini: i posti disponibili nei due nidi d’infanzia comunali: via R. Livatino, 66 posti; via R. Misasi, 40 posti. È troppo, è poco, non lo sappiamo, quando si tratta di bambini i soldi sono l’ultima cosa da tenere in considerazione, ma una cosa la possiamo dire: con oltre 32 euro al giorno per bambino il servizio offerto non può che essere eccellente. Non diciamo a livello di nutrire i bambini con ostriche, caviale e “sciampagna”, ma sicuramente offrire loro, oltre all’igiene e alla salubrità dei locali, oltre all’alta professionalità degli operatori, oltre alla presenza delle adeguate attrezzature necessarie al gioco, oltre ad un servizio trasporto efficiente, anche un pasto sano e genuino, cucinato con materie prime biologiche certificate. E a dire di tutti pare non sia così… e non certo per responsabilità degli operatori della cooperativa che fanno quello che gli “ordinano”, ma per l’incuria che la politica ha sempre riservato ai servizi ai cittadini.
Ora, Franz, in base ad una presunta riduzione dei bambini che frequentano gli asili comunali, ha deciso di ridurre il costo del servizio da 90mila euro al mese di Occhiuto, a 30mila euro al mese, senza specificare, però, a quanto “ammonta” il calo degli iscritti. Perchè se a regime, ovvero con la presenza di 106 bambini (volendo si può arrivare fino a 130 bambini) Occhiuto spendeva 90mila euro al mese, Franz, se il calo degli iscritti è di poche unità (mettiamo una 15 di bambini in meno all’anno precedente), deve spiegare come fa ad offrire gli stessi servizi (quantificati da Occhiuto per 850 euro al mese per bambino) a prezzo più che dimezzato, perché i conti come tutti possono capire, non tornano. Oppure dire chiaramente che qualcuno speculava sopra i bambini, e che si può offrire un buon servizio senza spendere come spendeva Occhiuto.
Insomma, gira, vota e riminia, la verità è che prima qualcuno rubava, ed oggi che non ci sono più soldi Franz è costretto a tagliare i servizi, così come è costretto a mantenere la bocca chiusa sui debiti del comune. E a farne le spese, quelle vere, come al solito, i 17 lavoratori e i bambini.