Belvedere, molestie al Liceo: il prof sospeso (da tempo) e la notizia “nascosta”

di Saverio Di Giorno

Circola ormai da qualche settimana una notizia che collega alcuni episodi di tentate molestie verificatesi al Liceo di Belvedere. La notizia è particolare perché non solo è rimbalzata sulla stampa, ma anche perché accompagnata da una lettera di un gruppo di studentesse che fanno il nome del professore Bovienzo. Il solo nominare questi episodi fa tornare in mente la vicenda di Castrolibero e la delicatezza della questione spinge a fare ulteriori approfondimenti e poi le dovute riflessioni.

La vicenda di Castrolibero ha mostrato la difficoltà di far emergere le questioni delicate. Molto spesso tali questioni vengono sottaciute, ma in questo non c’entrano solo ragioni ovvie di delicatezza fino alla verifica definitiva o legate a tabù sociali. Il sottacere le questioni può diventare a volte, Castrolibero insegna, un metodo per provare a gestire la vicenda senza intaccare prestigio, opportunismi e cautele varie. In questo senso ogni istituzione è uguale (dall’ospedale al tribunale, dalla scuola all’azienda) e si rischia di mettere queste cautele davanti a fatti che riguardano direttamente vite di pazienti, operai o studenti. Proprio per evitare questo occorre porre la massima attenzione alle segnalazioni che però deve accompagnarsi ad un approfondimento del contesto generale. Infatti, se è pur vero che le dinamiche spesso si rappresentano uguali è altrettanto vero che ogni contesto ha peculiarità sue e questo ne ha di proprie.

Della vicenda vi è l’assoluto riserbo come è necessario in questioni che investono la sfera intime delle persone, quello che è importante sono i risvolti pubblici. E per farlo occorre approfondire: risulta effettivamente che tale professore è sospeso dall’attività di insegnamento da diverso tempo. La cosa però non ha suscitato particolari clamori anche perché è facile verificare che il professore è un soggetto fragile. Da una rapida verifica risulta anche che è stata presentata una denuncia riguardante episodi di questo genere alle autorità che si sono attivate per tempo. E questo fa porre legittimamente una domanda: senza mettere in dubbio la buonafede delle ragazze e se la sospensione è collegata alla denuncia, significa che le autorità si sono attivate (questa volta) in maniera tempestiva, dunque perché corredare di ulteriori lettere? Anzi, approfondendo a ritroso nel tempo emerge che non è neanche la prima segnalazione alla quale si sono interessate le autorità, sempre riguardanti ambienti scolastici, senza che però – ad oggi – ne sia seguita alcuna azione data probabilmente l’impossibilità di verificare le informazioni. L’attenzione è quindi vigile ed è stato trovato ascolto.

Già da questi primi elementi è necessario interrogarsi sul ruolo della scuola come istituzione che troppo spesso, complici riforme indecenti, diventa a volte ripiego di altre carriere, a volte trampolino di carriere politiche, a volte snodo di passaggi economici. Questo da una parte denatura il ruolo sacro (soprattutto in Calabria) della scuola e demotiva insegnanti e studenti, dall’altra proprio per le troppe vesti e interlocutori la fa diventare fragile e strumentalizzabile ora come vetrina o passerella, o come punto di scarico di tensioni esterne, o come recipiente di frizioni.

Una questione del genere, ovvero di tentate molestie, è tuttavia troppo importante per passare inosservata ai soliti cinici meccanismi che, a seconda dei momenti, utilizzano o zittiscono tutto, ma è anche troppo particolare e intima per lasciarla a questi appetiti. Prima che avvenga è necessario quindi porre attenzione, ma anche porre bene il focus.