CROTONE – Dalle promozioni alle assunzioni, dagli affidamenti di appalti per la gestione del Cup a quelli per l’installazione dei distributori automatici di merende e bevande. All’Asp di Crotone sarebbe stato tutto sotto il controllo di Enzo Sculco e Giancarlo De Vona per ottenere vantaggi clientelari sui possibili scenari elettorali, in particolare, le elezioni regionali e comunali. Una vera occupazione dell’Asp, secondo i magistrati della Dda, che Sculco avrebbe attuato insieme a Giancarlo De Vona per la sua vicinanza a Mario Oliverio ed a dirigenti come Francesco Masciari, ex direttore amministrativo della Asp di Crotone ed oggi all’Asp di Catanzaro (che è indagato per turbativa d’asta e voto di scambio). In particolare dall’indagine emerge un interesse di Sculco a far nominare in posti dirigenziali dell’Asp due dipendenti dell’azienda che avrebbero potuto portare voti per le elezioni regionali alle quali era candidata Flora Sculco. Si tratta di Pietro Vrenna (all’epoca responsabile del servizio infermieristico dell’Asp che puntava ad essere dirigente per la selezione del personale) e Leo Pedace (dipendente Asp ed all’epoca assessore ai lavori pubblici del comune di Crotone che mirava ad un incarico dirigenziale). Entrambi sono indagati.
Per ottenere i suoi scopi e accontentare le richieste di Vrenna e Pedace in cambio dell’impegno elettorale, Sculco aveva chiesto all’allora presidente della Regione, Mario Oliverio, in concertazione con Nicola Adamo, la rimozione di Sergio Arena da direttore generale dell’Asp. Persona, si legge nell’ordinanza “sgradita a Sculco”. Al suo posto, infatti, venne nominato Antonello Graziano (che non è indagato) che secondo i magistrati era “soggetto gradito”. Graziano nel disegno di Sculco, condiviso con Adamo e Oliverio avrebbe nominato Francesco Masciari come direttore amministrativo e Pietro Brisinda come direttore del distretto unico (Brisinda non è indagato).
Quella che il magistrato chiama la “signoria politico amministrativa di Sculco” nell’Asp di Crotone si è esplicitata anche, tra le altre cose nell’assegnazione dell’appalto per la gestione del servizio Cup. In questo caso Sculco deve rispondere del reato di turbativa d’asta insieme all’ex assessore comunale Valentina Galdieri che è indagata con il marito Dario Ritorto Bruzzese titolare dell’impresa a cui è stato affidata l’esternalizzazione del Cup. Appalto che secondo la Dda sarebbe stato affidato dopo le pressioni di Sculco e Pietro Vrenna Masciari e Gaetano Caterina direttore dell’ufficio Urp-Cup-Web, affinché elaborassero una avviso pubblico poi assegnato effettivamente all’impresa scelta promossa da Sculco.
“Lo scenario – si legge nell’ordinanza -, quindi, dimostra chiaramente come il ruolo di Sculco e Devona fosse centrale rispetto agli assetti dell’ASP di Crotone e i riscontri sono assolutamente significativi, dal momento che i disegni da loro elaborati sono stati attuati, anche se parte di essi sventati da un decreto legge che aveva dichiarato decadute le nomine apicali e indotto l’annullamento in autotutela di alcune delibere del commissario straordinario che hanno impedito il perseguimento degli obiettivi auspicati. In ogni caso, per, le conversazioni mettono in chiaro risalto il connubio degli indagati che sarà funzionale alla commissione di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione”