Assalto al Mc Donald’s: “de gustibus non est disputandum”

C’è un bellissimo docu-film dal titolo “Focaccia Blues” che consigliamo a tutti di vedere, girato tra Altamura e Gravina di Puglia nel 2009, dove, il regista Nico Cirasola recentemente scomparso, ripercorre i fatti relativi ad una vicenda realmente accaduta proprio ad Altamura, comune della città metropolitana di Bari, noto per il pane a denominazione di origine protetta: “Nel 2001 viene inaugurato il primo fast food McDonald’s ad Altamura. Pochi mesi dopo, il panettiere Luca Di Gesù, con il fratello Giuseppe, apre poco lontano dal fast food americano una piccola focacceria. Dopo appena un anno, il Mc Donald’s è costretto a chiudere per mancanza di clientela, in parte causata dalla concorrenza della focacceria. La “focaccia mangia l’hamburger”. Partendo da questo fatto, un giornalista si reca negli Stati Uniti per raccontarlo…”

Che non è quello che è successo a Cosenza, Rende, e in tutto il resto del paese dove i Mc Donald’s sono stati letteralmente presi d’assalto. Tutti matti per il Mc Donald’s, grandi e bambini. Ore e ore di fila per “gustarsi” il nuovo menù fast food in promo a soli 3 euro. L’esatto contrario di quello che è successo realmente ad Altamura: da noi i ragazzi, ma anche tantissimi adulti, preferiscono l’hamburger (di dubbia provenienza) super salsato, alla solita “rosticceria locale” senza anima e gusto. Un dato oggettivo che forse potrebbe spiegare l’assalto al fast food di ieri: a differenza di Altamura che ha una antica e radica tradizione fornaia, a Cosenza non esiste una vera e propria alternativa gastronomica al gustoso panino americano.

Cosa potremmo noi cosentini, gastronomicamente parlando, contrapporre al comfort food più conosciuto e consumato al mondo, capace di attirare file chilometriche di clienti e costringere il Mc Donalds a chiudere per mancanza di consumatori? I cuddruriaddri? I purpetti? A panina ccu frittata? A pitta vruccuali i rapa e sazizza? Due lappi i pani i Tessano ccu suprissata? Nu tortanu ccu ‘nduja?  U pani ccu rosamarina? Na fresa ccu i sutt’uagliu? U pani cunzatu? Pittuliddri i tutti i maneri? Pizza intra a teglia? Cuddrura sazizza e ova vuddrute? Tutte combinazioni di qualità e di sicuro gusto. Ma poco, diciamolo, apprezzate dai giovani di oggi e di ieri che preferiscono il gusto liscio del cheeseburger, al gusto deciso da panina sanizza, e che non trovano nemmeno nelle “rosticcerie locali” una valida alternativa al gusto inimitabile del succoso panino mondiale. Tutti clienti fedeli che non scambiano mai il fast food originale, con l’imitazione.

Qualcuno ci ha provato a proporsi come alternativa “paninara” al colosso americano del panino più mangiato al mondo, ma non ha sortito lo stesso effetto della focacceria di Altamura. I Mc Donald’s, a Cosenza e Rende, sono sempre lì a sfornare migliaia di panini a fedeli clienti disposti ad aspettare in piedi ore e ore prima di essere serviti. In mancanza di una valida alternativa, meglio andare sul sicuro, e con Mc Donald’s non si sbaglia mai. Il risultato è sempre lo stesso: soddisfazione e apprezzamento. Altrimenti nessuno ritornerebbe. E la domanda diventa: perché in tanti preferiscono un prodotto super industriale, e super trattato, alla semplice genuinità di una profumata, soffice, oleosa focaccia pomodorini schiacciati e olive? La risposta è vecchia e Plutarco, leggenda vuole, la fece pronunciare a Giulio Cesare durante un banchetto, commentando un piatto di asparagi al burro: “de gustibus non est disputandum”.

Ecco, forse è solo questione di gusto, e dobbiamo ammettere che in questo caso l’hamburger ha mangiato “a panina”. La praticità e la velocità (di produzione delle materie prime) di un pasto dal gusto standard e a basso costo, vince sulla lentezza di produzione e preparazione di un vero e genuino paninu silanu ccu sazizza e casucavaddru, che necessita di attenzione e tanta fatica. E la fatica costa. Non si può competere con chi produce 200 grammi di trito di carne di maiale, allevato chissà come, che infila in un panino pieno di finto formaggio e tonnellate di salsa con aggiunta di bacon, pomodoro, lattuga, patatine, e chi più ne vuole più ne metta, a soli 3 euro. La corsa è al ribasso, e basso per basso, al finto panino silano fatto con lo stesso sistema di produzione del trito di Mc Donald’s, la gente preferisce l’originale che costa pure di meno, e garantisce gusto e soddisfazione. E fa pure figo. La qualità non interessa a nessuno. E sta qui il problema, la gente non cerca la qualità, perché la qualità costa, e non tutti possono permettersela. Bisognerebbe rendere la qualità accessibile a tutti. Solo così si può fare concorrenza a queste gigantesche multinazionali che hanno a cuore solo il profitto, e tutto a danno della nostra economia che si base principalmente sulle piccole e medie produzioni. A parità di prezzo tutti sceglierebbero il prodotto sano e genuino, e Mc Donald’s non avrebbe più scampo. Ma purtroppo nessuno ha ancora inventato questa ricetta.