Una vicenda che ha scosso tutto il Vibonese. Orrore, depravazione, degrado e una creatura segnata per sempre da un uomo, un nonno (seppur acquisito), che avrebbe dovuto proteggerla e che invece si è trasformato nel suo aguzzino. Le indagini sono ancora in corso e quindi si dovrebbe usare il condizionale, ma per lo stesso gip di Vibo Valentia il quadro è di “un perpetrarsi, costante e reiterato, di abusi sessuali” a danno della piccola, “caratterizzati da sconcertante gravità, tenuti nascosti dalla compagine familiare sino alla denuncia dell’insegnante”. E a dimostrazione di questo ci sarebbe anche l’episodio in cui la bimba è finita in ospedale, al Pronto soccorso e successivi approfondimenti medici che confermerebbero il racconto della piccola.
L’interrogatorio di garanzia. Intanto ieri si è tenuto l’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Vibo, Francesca Del Vecchio, dell’uomo di 70 anni arrestato con l’accusa di abusi e violenza sessuale aggravata nei confronti della nipote acquisita, in quanto padre del compagno della mamma. Abusi che, secondo l’accusa sarebbero iniziati quando la bimba aveva 8 anni e che sarebbero andate avanti per due anni. A salvare la bambina la maestra. La docente aveva notato lo strano atteggiamento di questa alunna, sempre triste, tendente ad estraniarsi. Insomma, si era accorta che qualcosa non andava. Quindi, acquistata la fiducia della discente, era riuscita a farsi confidare questo terribile segreto. Da qui la denuncia presentata dall’insegnante, con il sostegno del dirigente scolastica, alla Questura di Vibo e l’arresto del 70enne. Altro particolare emerso dalla squallida vicenda è legato al fatto che la bambina non sarebbe stata creduta dai parenti, mentre il nonno l’avrebbe costretta a subire atti sessuali terrificanti, tali da averle provocato anche emorragie. Le violenze sarebbero avvenute in un casolare abbandonato in cambio di “patatine e gelato” ma anche in auto.
Abusi, tra l’altro, testimoniati da dei video uno dei quali girato dalla mamma della bambina per verificare la veridicità del racconto della figlia. La stessa mamma ha dichiarato agli inquirenti di aver “affrontato il suocero, che tuttavia aveva sempre negato gli abusi”.