Biblioteca Civica, Pietro de Leo: “Si faccia chiarezza sull’Accademia Cosentina”

di Pietro De Leo

docente Università della Calabria

Illustre Direttore,

Nell’apprezzare il Suo interesse per la Città di Cosenza e i suoi beni culturali, mi consenta di esprimere il mio parere sulla Biblioteca Civica di Cosenza, che fu tra le mie prime mete, una volta che su invito del prof. Andreatta, accettai di scendere insieme ad altri colleghi da Bologna, per iniziare quel percorso innovativo universitario che lo Statuto speciale dell”Unical aveva disegnato, come modello per una riforma complessiva delle università italiane.

La Biblioteca – come è noto – appartiene dalle origini all’ Accademia Cosentina, certamente ente prestigioso che ha dato lustro alla città ed era ampiamente finanziato dallo Stato. 

Con il sorgere del Ministero dei Beni culturali  nel 1974 furono determinate alcune regole a cui le Accademie, a partire da quella dei Lincei, e gli Enti Morali di indole culturale dovevano adeguare i propri statuti, tra cui l’abolizione delle cariche perpetue per Presidenti e Segretari. Stante il silenzio dell’Accademia Cosentina, furono inviati dal ministro Spadolini due membri del Consiglio Nazionale, i professori Francesco Giunta e Alberto Boscolo  ai quali venne comunicato che non ci si voleva adeguare, il che comportò l’erogazione dei fondi previsti.

Intanto nel 1978 divenuto ministro dei Beni e delle attività culturali l’onorevole Dario Antoniozzi, venne istituita nei locali dell’antico Seminario Arcivescovile come sede distaccata di Napoli, la Biblioteca Nazionale, che a partire dal 1985 divenne autonoma. In tale frangente si pensò per diverse ragioni di far divenire sezione storica della Nazionale la Biblioteca civica, non solo per motivi  di vicinanza, ma sopratutto perché il personale sarebbe stato assorbito nel l’organico statale. Ipotesi fortemente contrastata soprattutto dal direttore dell’epoca dott. Giacinto Pisani. 

Intanto la Provincia istituì la sua biblioteca a pochi metri di distanza : un nuovo spreco del tutto evidente, basterebbe notare il numero dei fruitori.

Il Comune fa fatto la sua parte con le varie amministrazioni che si sono succedute come anche la Provincia, quando era in auge. Ma l’ente proprietario rimane sempre la Accademia Cosentina e se avesse aderito alle disposizioni ministeriali avrebbe potuto chiedere di non essere gravata dal Demanio per l’ affitto dei locali adiacenti di S. Chiara e oggi non avrebbe ingiunzione di sfratto.

Credo pertanto che in primo luogo occorre far chiarezza sulla Accademia Cosentina, e soprattutto quali siano ora Presidente e membri, fermo restando che si conosce il Segretario perpetuo. Forse facendo chiarezza su tale problema potrebbero essere intraprese iniziative proficue per venire incontro alle legittime esigenze del personale, che da anni viene martoriato.

Distinti saluti

Pietro de Leo