di Federica Checchia
Fonte: Msn (BRUNORI SAS A RIMA)
«Mi hanno detto che qui a Roma c’è una piccola comunità calabrese!». Con la consueta sagacia, Brunori Sas saluta il pubblico, numerosissimo ieri sera al Palazzo dello Sport, inaugurando la terza tappa del BRUNORI SAS || TOUR 2025, la traversata live in otto date nei principali palasport italiani. Ha iniziato a Vigevano, per poi spostarsi a Firenze; dopo la capitale, che ha registrato il tutto esaurito, Dario sarà a Torino, Napoli e Bologna, per poi concludere con una doppietta a Milano, in attesa della tranche estiva.
A riempire la platea e gli anelli del Palalottomatica, però, non ci sono solo conterranei, ma un mix ben riuscito di fan della prima ora e nuovi adepti, “reclutati” a seguito della fortunata esperienza a Sanremo 2025. La sua innata simpatia e la sua penna (e voce) hanno fatto il resto: il “popolo brunoriano”, come lui stesso lo definisce, è in continuo aumento e, dopo questa serata, è destinato a crescere.
Brunori Sas live al Palazzo dello Sport: la scaletta, tra brani storici e novità
Ad aprire le danze dello show è Emma Nolde, classe 2000; nel 2020 Toccaterra, album di debutto della cantautrice toscana, è arrivato finalista al Premio Tenco nella sezione Opera Prima. Al termine della sua grintosa esibizione le luci non si spengono, a dispetto della tradizione e, dopo qualche minuto, Dario Brunori fa il suo ingresso in solitaria, accompagnato solo dalla chitarra, sulle note de Il pugile.
La band lo raggiunge in scena subito dopo e lo spettacolo prende il via. Il cantautore esegue per intero il suo nuovo album, uscito il 14 febbraio per Island Records, proponendo brani come La ghigliottina, Il morso di Tyson e Guardia giurata, ma lascia il giusto spazio anche ai vecchi successi, dall’intensa Per due che come noi a Lamezia Milano, inno non ufficiale di tutti i meridionali “costretti” ad abbandonare la terra natale per cercare fortuna al Nord.
Uno stand-up comedian con l’anima di un poeta, e viceversa
Brunori Sas saluta il Palazzo dello Sport con una dedica alla figlia
Apprestandosi a suonare Canzone contro la paura, singolo del 2017, Brunori introduce la «pantomima dell’ultimo pezzo. Tanto lo sapete che poi tornerò per cantare le canzoni che state aspettando. Posso mai andarmene senza averle fatte? Le metto alla fine della scaletta proprio per questo, così non ve ne andate prima». In effetti, le cose vanno esattamente così; neanche il tempo di allontanarsi, che il Palasport lo richiama a gran voce e lui torna, intonando Guardia ’82, tra le più attese della serata. Dario la odia e la ama e, scherzosamente, ma non troppo, promette che prima o poi seguirà le orme dei Radiohead, che non suonano più dal vivo Creep, definendosi come il Thom Yorke italiano.
Si passa poi a La verità, forse il suo brano più celebre, cantato a squarciagola da ognuno dei presenti. Siamo, purtroppo, davvero ai titoli di coda quando il cantautore annuncia «una canzone che ho presentato in un teatrino il mese scorso, pensavo di riproporla anche a voi», riferendosi a L’albero delle noci. «Con il codice 010 canta Brunori Sas», si auto-presenta, e commuove tutti con la sua tenera dedica alla figlia. Il pubblico diventa una voce unica e, per un momento, ci sentiamo tutti un po’ genitori di Fiammetta, cantando il testo meraviglioso che il suo papà ha scritto per lei. Terminato questo momento corale, è tempo di saluti e congedi; Brunori s’inchina, ringrazia il Palazzo dello Sport e scioglie le righe benedicendolo «nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Sas».