Buongiorno Cosenza: “Vi spieghiamo perché i lavoratori delle cooperative rischiano il posto se vince… Occhiuto”

di Buongiorno Cosenza

La notizia che anche le cooperative sociali di Cosenza sarebbero a rischio se vincesse il Si al referendum sulla città unica ha fatto storcere il naso a qualcuno tanto da definirla una fake-news.
Proviamo allora a capire cosa succederebbe se vincesse il Si.
Il corposo disavanzo creato dall’Amministrazione Occhiuto, negli anni 2020 e 2021, successivi alla dichiarazione di dissesto (pronunciata dal Consiglio Comunale di Cosenza nel Novembre 2019), facente parte della gestione ordinaria dell’Ente e, dunque, del relativo bilancio corrente, confluirà automaticamente e inevitabilmente nel bilancio della Città Unica, laddove dovesse prevalere il Si.

L’enorme passivo è attualmente gestito dal Comune di Cosenza, secondo una procedura straordinaria prevista dal TUEL (Testo Unico Enti Locali), dal momento che il bilancio stabilmente riequilibrato, benché approvato (peraltro con enormi vizi), non è riuscito a porvi rimedio, essendo, come detto, un’eredità piuttosto pesante, difficilmente gestibile e soprattutto sanabile.

Per quanto detto, in caso di fusione dei comuni, la conseguenziale partecipazione al risanamento del debito, pro quota, dei cittadini ora residenti nei Comuni di Rende e Castrolibero sarebbe automatica. Tradotto in soldoni: il debito sarà diviso tra le tre comunità.

Ma non è tutto. A quel passivo va aggiunta la grande mole debitoria, oggetto del dissesto, accumulata dal Comune di Cosenza fino al 31.12.2019, ora gestita dalla Commissione Straordinaria di Liquidazione, le cui pendenze, laddove non definite integralmente in sede di chiusura del medesimo dissesto, faranno proporzionalmente parte anch’esse del passivo dell’ipotetica Città Unica, oltre, chiaramente ai mutui contratti.

In tale quadro a tinte fosche (non riusciamo a trovare una frase più edulcorata), è evidente che le priorità attuali del Comune di Cosenza non potranno mai essere le stesse della Città Unica, che dovrà tener conto anche delle necessità degli altri due Comuni confluiti (Castrolibero e Rende).
Da ciò ne conviene che il personale delle cooperative, che oggi assorbe una cospicua fetta del bilancio del Comune di Cosenza, potrebbe addirittura non essere totalmente confermato, a discapito di quelle maestranze che, fino ad oggi, nel bene e nel male, hanno reso servizi allo stesso Comune di Cosenza.

Invece, proseguendo separatamente e, quindi, votando NO, si farà in modo innanzitutto che tutte le descritte e consistenti poste debitorie del Comune di Cosenza (cooperative comprese) possano esser definite con la citata procedura straordinaria in essere e contemporaneamente non vadano a pesare sugli incolpevoli Cittadini di Castrolibero e Rende, i quali, così, non vedrebbero diminuiti i servizi loro attualmente erogati.

Tali lapalissiane valutazioni sarebbero state oggetto certamente del preventivo confronto tra i Cittadini, le Categorie produttive e i Consigli Comunali dei tre Comuni, che oggi si vogliono per forza fondere. Ma così, purtroppo non è stato. D’imperio si è deciso di passare sulla testa delle persone, in barba ad ogni principio di buon governo della cosa pubblica.
Ma nulla è ancora deciso se il primo dicembre votiamo e facciamo votare NO ALLA FUSIONE.