Calabria 2019: dopo i cosentini, Occhiuto vuole far pagare i suoi debiti anche al resto dei calabresi

Lo abbiamo scritto tante volte: Mario Occhiuto ha bisogno della politica come un pesce ha bisogno dell’acqua. Senza carica istituzionale, la sua storia umana e professionale può dirsi più che conclusa, e i risvolti potrebbero essere disastrosi. Perché a Mario non sono bastati 8 anni di reiterato e continuato ladrocinio alle casse pubbliche per saldare i tanti creditori a cui deve una montagna di denaro – debiti personali accumulati in tanti anni di fallimenti, vrusci, truffe, e intrallazzi vari -, ha bisogno ancora di  tanti soldi per mettere a tacere chi continua a “pretendere”, da lui, quanto dovuto. E non sono certo personcine a modo.

Occhiuto detiene un record assoluto: una ventina di società a lui intestate risultano tutte fallite e con tanto di libri contabili finti in tribunali. Ma a Cosenza c’è ancora chi si ostina a chiamarlo un imprenditore di successo. Certo. in questi 8 anni tanti creditori sono stati saldati con i soldi dei caggi (vedi cottimi fiduciari fasulli, somme urgenze fittizie e appaltini a nonna, elargiti generosamente a ditte amiche e a creditori provenienti da ogni dove) ma tanti altri continuano a reclamare il dovuto al sindaco più indebitato d’Italia. I debiti di Occhiuto ammontano, almeno stando alle cartelle di Equitalia e a quelle delle banche, a quasi 25 milioni di euro. Come ha fatto a creare questa mole di debiti, rimane un mistero. C’è da dire che la maggior parte delle sue società, tutte fallite, hanno sempre ricevuto denaro pubblico. Lui di tasca sua non ha mai tolto un euro. Ha sempre frodato lo stato, e nessuno mai gli ha chiesto il “conto”. Paradossalmente sono stati proprio i suoi debiti a portarlo dritto sulla poltrona da sindaco a palazzo dei Bruzi. Sono stati proprio i suoi creditori, per lo più imprenditori prenditori, massoni deviati, magistrati mafiosi, e ‘ndranghetisti, a formare un “cartello” per sostenerlo alle amministrative. Fargli fare il sindaco era l’unico modo per recuperare qualcosa. Infatti il patto era: una volta eletto, Occhiuto si sarebbe dovuto attivare a saccheggiare le casse comunali per pagare i creditori, attraverso truffe e intrallazzi di ogni genere. E così ha fatto. E le prove di questo vergognoso ladrocinio sono depositate in procura a Cosenza e riposano in pace in qualche cassetto di Spagnuolo.

In una città normale un personaggio borderline come Occhiuto con una mole di debiti così alta e certificata, non sarebbe mai diventato sindaco. Ma la pressione esercitata dalla cupola masso/mafiosa che ha mobilitato un esercito di creditori e ladri di professione per sostenerlo, è stata superiore ai bisogni reali cosentini: prima vengono gli amici degli amici e, se ce ne rimane, dopo i cosentini. Decine e decine di milioni di euro finiti nelle tasche di masso/mafiosi, prenditori, avvoltoi e iene, senza nessun tornaconto per i cittadini. Il tutto garantito dalla procura di Cosenza che si è sempre adoperata a nascondere ogni malefatta di questo delinquente che meriterebbe solo la galera. Tutti i suoi sostenitori in un modo o nell’altro hanno ricevuto denaro pubblico. E questa è diventata la sua forza: utilizzare il denaro pubblico per comprare il consenso, con la complicità offerta dalla procura. E la ‘ndrangheta ringrazia.

Tutto ciò è messo nero su bianco su almeno 4 esposti presentati in procura che evidenziano, senza ombra di dubbio, la frode ai danni del cittadino. Esposti, tutti sistematicamente insabbiati, con tanto di documenti, prove, e riscontri che non lasciano spazio a nessun dubbio sull’avvenuto ladrocinio alle casse pubbliche. Ma a Cosenza la Giustizia si sa è al servizio dei mafiosi e dei delinquenti. E chi tocca Occhiuto o i magistrati corrotti fa una brutta fine.

Occhiuto è riuscito a tirare un pacco ai cosentini di quelli che lasciano il segno: i cosentini saranno costretti a pagare per i prossimi 30 anni tutti i debiti che Occhiuto ha accumulato (come sa fare i debiti lui, nessuno) per pagare i suoi creditori.

Occhiuto ha capito che non sarà il candidato del centrodestra alla corsa per la poltrona di presidente della Regione Calabria, e perciò ha deciso di bruciare i tempi lanciando la sua candidatura a partire dalla costruzione di liste civiche. Una carta che è costretto a giocarsi perché fuori dalle istituzioni il suo futuro è segnato. Non ha più un lavoro, anche il suo studio da architetto è stato pignorato, e i creditori sono ancora tanti. Senza una carica di amministratore non potrà più far fronte ai suoi debiti e qualcuno potrebbe incazzarsi sul serio questa volta. Il rischio è enorme, e la possibilità che finisca male per lui, si fa sempre più concreta. E questo lo preoccupa più della galera. Ecco perché vuole fare il presidente della Regione, per salvarsi dalla rovina totale, non certo per aiutare i calabresi.

È questo l’unico scopo di Occhiuto che giorno 13 a Lamezia presenterà la sua idea su come rubare in Regione senza essere mai arrestati. Insomma, Occhiuto ha preparato un altro pacco che si appresta a rifilare ai calabresi che a differenza dei cosentini, proprio perché hanno capito il soggetto, potrebbero ripagarlo con un bel contropaccotto. E questo, forse, lui non se lo aspetta! Ma come si dice: chi di chiacchiere ferisce, di chiacchiere perisce. E le sue chiacchiere sono arrivate ormai al capolinea.